Tre amici al bar, tutti romani, con un solo “difetto”: la smisurata passione per il calcio. E’ la storia di Daniele Gabriele, Alfredo di Vasta e Angelo Busà, fondatori nel 2020 della SSD Alba Roma 1907. Un’avventura che nasce dall’intento di riportare in auge il nome, il simbolo e i colori di quella storica società che nel 1927 si unì alla Roman e alla Fortitudo per dare vita all’AS Roma.
Se nella prima stagione la nuova società ha gettato le basi per costruire il futuro, nella seconda, quella attuale, si vanno pian piano perfezionando le varie sbavature. Il club romano disputerà il campionato di Terza Categoria e, per l’occasione sono state divulgate sui social le prime foto ufficiali delle nuove maglie da gara.
Il kit “home” presenta la maglia verde a piccoli inserti neri, sponsor tecnico, scritta e logo colore oro e una striscia bianca sul petto. Il kit “away” presenta la maglia rossa a piccoli inserti neri, sponsor tecnico scritta e logo oro e un gioco di bianco e rosso sulle maniche. Design qualitativamente all’avanguardia con il livello professionistico, seppur l’Alba Roma affronterà il minore campionato regionale dilettantistico.
In una curiosa e piacevole intervista de “Il Romanista”, uno dei soci-fondatori dell’Alba Roma, Daniele Gabriele ha fatto il punto della situazione:
“Stiamo progettando un rilancio dell’Alba Roma sotto tutti i punti di vista. Stiamo cercando di creare un’identità che permetta alle nostre squadre a tutti i livelli di essere riconosciute nel loro modo di giocare e di comportarsi dentro e fuori il terreno di gioco. Ci stiamo rinforzando molto dal punto di vista dirigenziale, provando a creare una struttura in grado di diventare una realtà di un certo livello. Il percorso, ovviamente, non è facile, anche portando un nome prestigioso e importante come quello dell’Alba: la nostra idea è proprio quella di riprendere queste radici, di creare il futuro guardando anche il passato. Spesso si tende a dimenticare e a non considerare le origini, mentre ci sono cose piacevoli da custodire”.
Articolo a cura di Filippo Ferrante