In occasione del match del Campionato di Promozione campana tra Givova Capri e San Vito Positano, l’arbitro Crispino di Frattamaggiore ha deciso di terminare anzitempo il match, per la tutela della propria incolumità. La partita è stata sospesa al 60′ sul punteggio di 1-0, in favore degli ospiti.
Sull’episodio è intervenuto ai microfoni di Seried24.com il Direttore Generale della Givova Capri Alberto Favia, che ha voluto chiarire la vicenda.
“L’episodio di cui si è parlato su tutti in giornali e che ha avuto cassa mediatica, non sussiste, esordisce il DG. Si è parlato di impossibilità di continuare il match per condotta violenta, ma dal video e dalle immagini si evince che il fatto non sussiste. Se fosse accaduto veramente un episodio simile, sarebbe stato giusto sospendere la partita.
Non c’è stata una testata. Volevamo infatti mettere in risalto un’altra cosa: l’arbitro, che dovrebbe essere super partes, si avvicina per primo alla testa del nostro capitano”.
“Il pubblico, dopo il triplice fischio si è comportato in maniera corretta rimanendo al proprio posto. Siamo rimasti tutti sgomenti. C’è stata una grande correttezza da chi era presente al campo. Abbiamo seguito quello che ci ha detto la Polizia rimanendo calmi e tranquilli.
Nonostante un fatto così nefasto non c’è stato nessun problema di ordine pubblico. In altri campi di periferia forse l’arbitro avrebbe avuto altri problemi. Non vogliamo che Capri venga dipinta come un’isola di violenza, perché di violento non c’è stato niente.
Tutto l’ambiente si è comportato in maniera civile e siamo stati ospitali. Era l’arbitro che non era in condizioni di arbitrare.
Il Direttore di gara, per un’ora, è rimasto chiuso nello spogliatoio in lacrime e non faceva entrare nessuno, neanche le Forze dell’Ordine. Penso si sia pentito del fischio. Dopo il triplice fischio, si denota dalle immagini, anche la faccia sgomenta dei guardalinee. Ci sono una serie di episodi che fanno capire che la partita non poteva terminare anzitempo. Non c’erano i presupposti per non far finire la partita”.
Il Direttore Generale dei campani ricostruisce l’episodio con il cartellino rosso comminato al capitano della squadra:
“La doppia ammonizione è derivante dal seguente episodio. Il portiere trattiene la palla, il nostro capitano, Stefano Parlato, cerca di togliergliela per battere velocemente il calcio d’angolo ed è stato ammonito. In termini di regolamento non ci stava l’espulsione, perché andava sanzionato il portiere.
Parlato è un giocatore con un passato in Serie C. È un ragazzo incredibile, che si è sempre comportato bene. Per colpa dell’arbitro rischia di terminare qua la sua carriera e come Direttore mi dispiace per lui. È una persona di riferimento, sempre al posto giusto e mai inappropriato. Mi ricordo le sue parole dopo l’espulsione: “Non darei mai un esempio del genere ai miei figli”.
Sul primo gol loro c’è una gomitata su un giocatore del Capri, la palla è fuori dal campo. Il gol è irregolare. C’è anche un rigore lapalissiano su un nostro difensore che hanno visto tutti, ma che nessuno ci ha concesso. A questi si aggiunge l’espulsione di Parlato.
L’arbitro forse voleva prendersela con Capri e ci è riuscito per bene. Siamo un’isola civile e siamo persone di un certo tipo”.
“La sospensione della partita è la fine del calcio, prosegue il DG del Capri. Con questo ragionamento tutte le partite di Eccellenza e Promozione dovrebbero essere sospese prima e non verrebbero portate a termine. Abbiamo fatto ricorso con il nostro Avvocato Juri Calabrese. Oggi uscirà il comunicato con le decisioni del Giudice Sportivo. Noi riponiamo fiducia nella Giustizia Sportiva, perché pensiamo che vada fatta luce su queste situazioni“.