Terza Categoria, un arbitro viene contestato per…motivi politici
L’Italia, già da qualche settimana, è in pienissima campagna elettorale. Tanti infatti i comuni che andranno al voto per eleggere i propri rappresentanti. Tra questi c’è anche il comune di Rovigo, capoluogo dell’omonima provincia in Veneto. È inoltre risaputo quanto la campagna elettorale possa incidere sul quieto vivere di una comunità, ma più raro è quando questo fenomeno influenza lo sport. Questo è quanto successo ad un arbitro durante una gara di play-off in Terza Categoria.
Secondo quanto riportato da ANSA infatti, in una gara play-off di Terza Categoria a Rovigo, tra Rivarese e Giovane Italia Polesella, terminata per 2-1, l’allenatore sconfitto Nicola Tosini ha espresso pesanti critiche nei confronti dell’arbitro Benedetta Fugalli, sostenendo che le decisioni della direttrice di gara avrebbero penalizzato la sua squadra per motivi politici.
Arbitro contestato, cos’è successo in quel di Rovigo?
“Mio padre è il candidato sindaco del PD alle elezioni comunali di Rovigo, mentre l’arbitro è candidato come consigliere comunale con Forza Italia. È stata una designazione inopportuna: siamo stati penalizzati e l’arbitro ci ha negato due rigori”.
Chiaro no? L’allenatore ha fatto leva sul ruolo di rilievo politico che ricopre la direttrice di gara. In difesa della giovane ragazza è intervenuto il coordinatore provinciale di Forza Italia, Piergiorgio Cortelazzo:
“Sembra una polemica assurda e fuori da ogni logica. Le dinamiche sportive non vanno assolutamente confuse con la politica. Posso comprendere il dispiacere dell’allenatore, ma è una situazione paradossale. Per Nicola Tosini, gli arbitri non devono fare politica? Allora io rispondo che i figli dei candidati sindaci non devono allenare“.
Nel tentativo di calmare le acque, proprio il padre dell’allenatore, Palmiro Franco Tosini, candidato sindaco PD di Rovigo, e presente alla gara, ha dichiarato:
“È stato un arbitraggio discutibile e non all’altezza di una partita così importante. Comprendo lo stato d’animo di mio figlio Nicola, ma l’appartenenza politica dell’arbitro non c’entra“.
Una situazione che ha creato scalpore anche a livello mediatico nazionale, un fattore in più nelle già “spumeggianti” elezioni comunali di Rovigo.