A 43 anni segna ancora a raffica, Clemente: “È sempre una bella emozione”

Ruolo attaccante, un piede destro da far invidia, caratteristiche da numero 10 e ‘o tiraggir come marchio di fabbrica, soprattutto su punizione. No, non parliamo di Lorenzo Insigne ma di Giampiero Clemente, attaccante classe 1978 in forza al Resuttana San Lorenzo in Promozione, ma con trascorsi importanti. A differenza di Insigne, Clemente è siciliano (palermitano nello specifico), ma come lui ama la Campania al punto da considerare Benevento “la mia seconda casa”.

Dagli anni d’oro in Serie C alla passione sconfinata per il calcio che continua ancora a 43 anni: Giampiero Clemente ha parlato a seried24.com, raccontando aneddoti sulla sua carriera, ricordi belli e brutti, ma con un occhio anche al suo futuro dopo il ritiro dal calcio giocato.

Quando l’età è solo un numero: la stagione di Clemente

16 gol dopo 18 partite, capocannoniere del girone A di Promozione siciliana, primo in classifica con il Resuttana San Lorenzo: è il riassunto del campionato di Giampiero Clemente, bomber evergreen. Nell’ultimo turno, nel sonoro 8-0 della sua squadra nel derby contro il Lascari-Cefalù, l’attaccante palermitano ha realizzato una tripletta di pregevole fattura. “Sono contento perché a prescindere dall’età, per un attaccante è sempre bello segnare, anche se per me ormai non è un lavoro. Puntiamo a vincere il campionato e quindi sono felice che i miei gol servano alla squadra”.

Già l’anno scorso, prima della sospensione causa Covid, il Resuttana San Lorenzo stava provando ad approdare in Eccellenza, ma guai a pronunciare quella parola. “Non voglio dirla (ride, ndr), è ancora lunga e abbiamo due partite fondamentali per il nostro cammino. La società è una realtà molto seria e credo che possa essere un ottimo trampolino di lancio per molti giovani”. Nella stessa squadra, gioca anche il fratello Marco, ma se gli si chiede com’è il rapporto in campo con lui, Giampiero non ha dubbi: “Litighiamo sempre, dal primo allenamento alla domenica. Siamo cane e gatto, ma se c’è da lottare insieme, lo facciamo. Ho accanto a me un grande amico oltre che un fratello”.

“Benevento? La tappa più bella della mia carriera”

15 anni di professionismo alle spalle, più di 300 presenze in Serie C e oltre 100 gol, ma più della metà li ha segnati con la maglia del Benevento. In giallorosso è rimasto ben cinque stagioni, diventando simbolo e capitano della squadra ma anche della città intera. A Benevento ho ricordi fantastici. È stata la mia seconda casa: conservo un ottimo ricordo della città, della gente, della tifoseria, di tutto. Fare il calciatore professionista ti da la possibilità di confrontarti con calciatori importanti e calcare stadi che hanno fatto la storia”, dichiara Clemente.

Instaura un rapporto così bello con la società al punto da promettersi che – dopo aver lasciato il calcio giocato – Clemente sarebbe entrato in società. “Sì, per questo motivo per due anni, tra il 2014 e il 2016, non ho più giocato. Sono stato il responsabile del settore giovanile, ma un conto è vivere fuori per giocare a calcio, un conto per svolgere un ruolo che sinceramente non mi rendeva felice”, spiega Clemente. “Non mi trovavo benissimo, ma non con la società e la città: semplicemente io e la mia famiglia abbiamo preferito tornare in Sicilia. Qualche calciatore che ha poi fatto carriera? Ai tempi nel settore giovanile c’era Brignola, che poi fu ceduto alla Roma”.

Aneddoti, retroscena e … il gol più bello di Clemente!

Giampiero Clemente è soddisfatto dei suoi quasi 30 anni carriera, ma ha un piccolo rammarico e riguarda proprio la sua avventura a Benevento. “Mi trovavo così bene, che a 29 anni e nel pieno della maturità, rifiutai l’Empoli in Serie B per rimanere. Magari la mia carriera avrebbe preso un’altra piega, chissà”, dichiara Clemente. “Avevamo appena perso la finale playoff contro il Crotone e c’era in noi una grande voglia di riscatto, quindi di comune accordo con il mio procuratore decisi di rimanere”.

Di stadi importanti ne ha calcati, di avversari forti ne ha incontrati, ma Clemente può vantarsi anche di aver avuto compagni arrivati poi in Serie A, ma soprattutto campioni del mondo. “Difficile scegliere il compagno di squadra più forte con cui ho giocato, ma ho avuto la fortuna di condividere lo spogliatoio con Fabio Grosso, colui che ci ha regalato il Mondiale”, esclama l’attaccante palermitano. “Nelle giovanili ho giocato anche con Perrotta, mentre a Perugia ero con Matteo Politano, che non scopro di certo io. Loro sono quelli che hanno fatto più carriera, ma se devo farti un nome sul più forte, dico Nacho Castillo. Lui è arrivato tardi in Serie A, ma era davvero fortissimo: a Gallipoli abbiamo fatto bene”.

Inevitabile anche chiedergli quale gol ricorda con più piacere e quale secondo lui è il più bello della sua carriera. “Dal punto di vista estetico ne ho tanti: ricordo una rovesciata in Pescara-Benevento e una punizione da 35 metri in Perugia-Campobasso. Se parliamo dal punto di vista emotivo, dico assolutamente quello in finale playoff contro il Crotone, dichiara Clemente. “Pareggiammo a Crotone 1-1 con un mio gol al 90′, ma poi non servì a nulla. Al ritorno ci bastava il pareggio, ma il Crotone venne a vincere 0-1 in casa”.

“Ritiro? Vedremo, ma ho già le idee chiare sul futuro”

44 anni a luglio, una carriera ricca di soddisfazioni, ma Giampiero Clemente non ha ancora deciso se ritirarsi o meno dal calcio giocato. “Sono sincero, con la società ci siamo promessi di parlarne a maggio. Finché le gambe reggono, il cuore e la testa mi dicono di continuare, giocherò. A oggi ti dico che non smetto, ma non so se potrà cambiare qualcosa da qui al prossimo anno: per me è ormai puro divertimento. Non pretendo fascia da capitano, ruoli importanti o altro: mi basta stare in gruppo”.

Il ritiro potrebbe ancora non arrivare, ma il futuro è già tracciato: “Ho già un’attività con mio fratello Marco e altri componenti della mia famiglia. Gestiamo un negozio d’abbigliamento molto noto a Palermo e quindi mi dedicherò a quest’attività quando avrò smesso”, spiega Clemente. “Non escludo però di tornare nel calcio in altre vesti: il Resuttana ha un progetto ambizioso che coinvolgerà anche il settore giovanile. Mi piacerebbe fare da guida ai più giovani, vedremo”.

Nell’attesa di avere un quadro più chiaro del suo futuro, Giampiero Clemente continua a dribblare gli avversari, a disegnare traiettorie impossibili su calcio di punizione e a insegnare calcio in Promozione, proprio come faceva qualche anno fa in Serie C1. L’unica differenza? L’età. Ma il suo esempio è l’ennesimo di come quest’ultima sia solo un numero: passione, volontà e amore per questo sport, oltre che ovviamente indiscusse qualità tecniche. Basta questo per fare la differenza, anche a 43 anni.

A cura di Domenico Cannizzaro

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