Clivense, Allegretti: “È bello essere qui. Vogliamo la promozione”
Dieci vittorie, un pareggio e una sconfitta: è questo il bottino della Clivense, nel campionato di Terza Categoria veneta. La società del Presidente Pellissier occupa la prima posizione in classifica a +4 dal Borgo San Pancrazio secondo.
Alla guida della squadra nata dalle ceneri del Chievo Verona, c’è Riccardo Allegretti, ex giocatore, tra le altre di Triestina, Bari e Como. Con i lombardi, il centrocampista nativo di Milano è riuscito anche a ottenere la promozione in Serie A nella stagione 2001-2002. Quella a Verona non è la prima esperienza di Allegretti, che aveva già vestito la maglia del Chievo tra il 2004 e il 2005. Nei due anni con i gialloblù ha avuto l’opportunità di giocare con il suo attuale Presidente Sergio Pellissier.
Nel corso della sua carriera Allegretti ha collezionato 68 presenze in Serie A e 253 in Serie B, oltre che svariate partite anche in Serie C. Nel 2015 la scelta di appendere gli scarpini al chiodo e dopo aver allenato le formazioni giovanili del Monza, la decisione di andare a Verona, per riportare in alto la Clivense.
Il ritorno in campo
L’ultima partita di Inzerauto e compagni risale al 18 dicembre, nel match di Coppa Provincia di Verona contro il Nova Gens, che aveva visto la vittoria dei clivensi per 5-1. Poi lo stop dei campionati e anche l’annullamento della stessa Coppa Verona Memorial Gianni Segalla. L’ultima partita della Clivense in campionato invece è datata 8 dicembre 2021, con la vittoria per 8-0 contro il fanalino di coda Pozzo Squadra B.
Oggi, 12 febbraio, dopo un lunghissimo stop, si torna in campo: “Finalmente inizia il girone di ritorno. Alla fine del campionato mancano 12 partite e abbiamo 4 punti di vantaggio sulla seconda. Dobbiamo ragionare di partita in partita. Se vogliamo puntare a vincere il campionato dobbiamo cercare di fare più punti possibili“.
I due mesi senza partite ufficiali e senza amichevoli (per decisione della società, ndr), sono stati molto lunghi, ma la squadra ha provato a non perdere il ritmo e la concentrazione: “Nei primi giorni di pausa ho lasciato i ragazzi liberi. Alcuni arrivano da altre regioni ed era giusto che passassero le feste in famiglia. Non essendoci una data di ripresa certa, abbiamo rimandato la ripresa degli allenamenti, inizialmente prevista per il 4 gennaio. In quest’ultimo periodo abbiamo fatto 3 allenamenti a settimana per non perdere la condizione, in attesa della ripresa ufficiale del campionato“.
Gli allenamenti sono certamente diversi rispetto a quelli a cui Allegretti era abituato in Serie A e Serie B. In questa categoria tantissimi giocatori vedono il calcio come un semplice passatempo e l’allenatore deve essere abile nel capire le esigenze dei giocatori, senza però tralasciare l’importanza del risultato. E Allegretti è convinto di ciò: “Facciamo tre allenamenti a settimana. Iniziamo alle 20 perché molti ragazzi lavorano. Prima arrivano gli impegni familiari, poi quelli lavorativi e dopo il calcio. Voglio far sì che i ragazzi vengano all’allenamento senza particolari problematiche“.
In questi mesi, con il consistente aumento dei contagi, sono ripresi quei problemi con i quali stiamo convivendo da ormai due anni. La Clivense, per cercare di limitare al massimo il propagarsi del virus all’interno del gruppo squadra ha preso delle decisioni abbastanza importanti: “Stiamo cercando di limitare i contatti, dichiara Allegretti. Non usufruiamo degli spogliatoi, per cercare di non perdere nessuno“.
La Clivense e la Terza Categoria
Nel 1845 lo scrittore Oscar Wilde intitolò la sua opera “The Importance Of Being Ernest“. In questo caso potremmo ribattezzarla “The Importance of Being Clivense“. La compagine veronese, nata dalle ceneri del glorioso Chievo, non è la classica società di Terza Categoria. A ogni partita la società presieduta dalla bandiera gialloblù Sergio Pellissier porta allo stadio un nutrito gruppo di tifosi. Allegretti, nonostante queste particolari pressioni, si dice tranquillo: “Essere alla Clivense è bello per tutti i membri di questa società, a prescindere dal ruolo. A ogni partita c’è una nutrita sezione di tifosi e fuori dal campo abbiamo un’importanza mediatica, che non ha niente a che vedere con la Terza Categoria. Questo non può che far piacere“.
L’allenatore milanese, nonostante l’importanza della piazza, chiede sempre la massima serenità per raggiungere l’obiettivo stagionale: “Siamo in Terza Categoria e dobbiamo fare le cose con le dovute proporzioni per la categoria. Dobbiamo mantenere la giusta leggerezza, in un campionato che non sarà facile vincere. Siamo pur sempre dilettanti e nell’ultima categoria nazionale. Vogliamo fare le cose in maniera molto seria. Quelli che saranno gli sviluppi futuri della società non dipendono da ciò che faremo quest’anno. Vogliamo raggiungere il nostro obiettivo, che è quello della promozione in Seconda Categoria“.
Allegretti e la carriera da allenatore
Verso la fine della loro carriera, molti giocatori hanno già le idee chiare su cosa una volta appese le scarpette al chiodo. Filippo Inzaghi e Massimiliano Allegri sono solo due dei tanti ex giocatori di Serie A, che hanno deciso di intraprendere da subito la carriera da allenatori. Allegretti, che ha terminato la sua carriera nel 2015 dopo l’esperienza al Benevento, nello stesso anno ha deciso di sedersi sulla panchina del San Cologno.
Nel primo anno da allenatore è stato subito protagonista della promozione in Seconda Categoria della formazione lombarda. La seconda promozione dell’ex giocatore delle giovanili del Milan è arrivata nel 2017 con il salto dalla Promozione all’Eccellenza del Primorje. Negli ultimi due anni l’esperienza nelle Giovanili del Monza, che hanno permesso ad Allegretti di aumentare sempre di più la fiducia in se stesso e di capire che è questa la strada che vuole continuare a percorrere.
“Ho indossato per 9 anni la fascia da capitano. Quando ero un giocatore ero molto più critico e concentrato sul fatto che tutti debbano dare il massimo per raggiungere l’obiettivo. Da allenatore devo cercare di capire ogni ragazzo, con metodologie diverse per togliere fuori il carattere e il meglio da ognuno. Tutti i miei ragazzi devono essere accomunati da un unico obiettivo“.
Gli obiettivi della carriera di Allegretti sono chiari: “So dove voglio arrivare. Ho fatto due corsi conseguendo il patentino UEFA A. Al momento sono in attesa di prendere quello per allenare in Serie A e B. Voglio continuare a divertirmi, facendo quello che mi piace. Ho una moglie, tre bambine piccole che lascio a casa per inseguire questa mia passione. L’obiettivo è non aver rimpianti ed essere felice per aver fatto questo sacrificio“
Alcuni allenatori, soprattutto in queste categorie, spesso scendono in campo per aiutare i propri compagni, ma la carriera di Allegretti come giocatore può dirsi ufficialmente terminata: “Ragiono nell’ottica che non bisogna mischiare le due. L’ho fatto il primo anno giocando circa 5 partite. Non è nelle mie intenzioni rifarlo“.
Articolo a cura di Fabrizio Pinna.