Abbadia San Salvatore, Toscana, un piccolo comune di poco più di 7000 abitanti. E’ lì che è nato e cresciuto Alessio Dionisi, a suon di Ricciolina e biscotti salati all’anice. Calcisticamente è nato nei settori giovanili di Fiorentina e Siena, e proprio dalla società bianconera viene ceduto in prestito al Voghera dove in cinque anni lascia il segno con oltre 140 presenze. La sua carriera prosegue tra Serie D e Serie C2 con le maglie di Varese, Ivrea e Tritium. Con i biancazzurri diventa capitano, contribuendo alla doppia promozione dalla Serie D alla Lega Pro. Chiude la carriera militando nella Sambonifacese, nel Verbania e nel Brianza Olginatese, tutte in Serie D.
E’ proprio da Merate e Olginate che ha inizio la sua carriera da allenatore, ma si può dire che non è stato un inizio positivo visto che venne esonerato. Nelle due stagioni successive, diventa l’allenatore del Borgosesia, mentre nella stagione 2017-2018 siede sulla panchina del Fiorenzuola, tutte compagini di Serie D.
La prima scintilla, però, arriva ad Imola, nel 2018-19, alla guida dell’Imolese. Per la prima volta nella sua storia, il club emiliano, grazie al terzo posto ottenuto nel Girone B, accede ai playoff. Ad attenderli c’è il più quotato Piacenza, e infatti i verdetti verranno confermati, con l’Imolese che non riuscirà a qualificarsi per la finalissima.
Il suo ottimo lavoro svolto a Imola, però, viene prontamente notato dal Venezia, una società che ha le idee piuttosto chiare su come costruire il proprio futuro (non a caso adesso è in Serie A). Dionisi viene nominato nuovo allenatore, e su di lui c’è già l’enorme responsabilità di fare bene e di cancellare un campionato dove la salvezza è arrivata solamente ai playout e con tre cambi di allenatore in stagione. Scuote l’ambiente, sfoltisce la rosa, e inserisce in squadra numerosi giovani interessanti come Mattia Aramu e Luca Fiordilino, ancora oggi pedine importanti del Venezia di Zanetti. Non a caso la società veneta termina all’undicesimo posto in classifica con 50 punti.
Dopo Venezia, ecco Empoli, una piazza dove la maggior parte di coloro che sono passati hanno sempre lasciato il segno. L’obiettivo dei toscani è il ritorno in Serie A, e vogliono farlo attraverso la loro classica ideologia di pensiero, ossia allenatore giovane, magari inesperto, e che faccia giocare bene al calcio la squadra. Dionisi è il profilo ideale, viene ingaggiato, e il campionato 2020-21 è praticamente perfetto. Un 4-3-1-2 (suo marchio di fabbrica) offre garanzie, bel gioco, tanti gol e anche equilibrio. La Mantia e Mancuso sono una sicurezza in avanti, la stellina Bajrami offre fantasia sulla trequarti, ed ecco il quadro perfetto. Ben 73 punti e 68 gol realizzati, il miglior attacco di tutta la Serie B. E’ un allenatore in costante crescita; squadra solida, concede poco, crea tanto, e sfrutta tanto le galoppate dei terzini e gli inserimenti dei centrocampisti.
Dopo lo spettacolo offerto in terra toscana, arriva la Serie A. C’è il Sassuolo, una squadra che vuole dare continuità al progetto iniziato da Di Francesco e plasmato da De Zerbi. La sua idea di calcio si sposa perfettamente con le ultime due correnti calcistiche, ed ecco perchè tutta la società emiliana ha puntato fortemente su Dionisi. Il suo Sassuolo sta già disputando un ottimo campionato, ha già avuto la meglio su grandi come Juventus e Milan, e ha ancora una volta un bel blocco di giovani italiani che sono pronti ad esplodere, in particolare Scamacca, Raspadori e Frattesi. Oro colato “Made in Sasol”.