Il Portogruaro, insieme a tante altre piccole realtà del nostro calcio, rappresentano una di quelle favole che meritano di essere raccontate ai più piccoli. Il motivo? Perché in questo sport, così come nella vita reale, tutto si può raggiungere se alla base ci sono impegno, passione e voglia di fare bene.
E’ il caso proprio del Portogruaro, società veneta militante in Eccellenza e che in passato ha militato nei campionati di Serie B e Serie C. Dopo anni difficili e una lunga permanenza in Promozione, squadra e società sono pronta a compiere il grande passo verso la Serie D, con l’obiettivo, perché no, di tornare ad emulare il percorso fatto tempo fa per arrivare fino al professionismo.
Dopo aver vinto il campionato di Serie D nel 2003-04, il Portogruaro ottenne la promozione in Serie C2, e nel 2007-08 arrivò anche il salto in C1. Circa due anni dopo, i veneti scrivono la storia ottenendo per la prima volta assoluta un’inaspettata promozione in Serie B. La partita che fu da sparti acque fu quella contro l’Hellas Verona all’ultima giornata; il gol di Bocalon a una manciata di minuti dalla fine costrinse Verona e Pescara a disputare i play-off per accedere al campionato cadetto.
L’approdo in B vide però qualche intoppo iniziale, visto che l’allenatore della promozione Alessandro Calori andò a Padova ed Eugenio Corini si dimise dopo soli cinque giorni dall’incarico. La squadra, dunque, venne affidata a Fabio Viviani, allenatore proveniente dalla Sambonifacese. La campagna acquisti fu importante visti gli arrivi di Emiliano Tarana, Marco Esposito e Filippo Cristante, oltre che Amodio e Incacio Pià proveniente dal Napoli.
A Udine, a causa degli interventi di ristrutturazione e omologazione per la Serie B del “Mecchia“, il Portogruaro fece il proprio esordio in Serie B contro il Cittadella vincendo il derby per 2-0 grazie a un autogol e al timbro di Giacobbe. L’inizio di quella stagione fu importante, ma la squadra subì un calo piuttosto evidente che portarono all’ultimo posto in classifica e all’esonero di Viviani con successiva nomina in panchina di Andrea Agostinelli. Il cambio di marcia non arrivò, e la squadra ritornò in Serie C in compagnia di Frosinone, Triestina e Piacenza.
Complice anche la retrocessione, la storica famiglia Mio cedette il Portogruaro dopo un matrimonio quasi ventennale. Ad ereditare la società fu Gianmario Specchia, ma il suo mandato durò pochissimo per via di intoppi riguardanti lo stadio. I tifosi provarono a salvarla tramite l’azionariato popolare, ma non ci fu niente da fare. Nel luglio 2013, nonostante qualche tentativo, il Portogruaro venne escluso dalla FIGC e di conseguenza sciolto, dovendo ripartire di conseguenza dalla Promozione veneta.
Dopo sei anni di Promozione, ecco l’approdo in Eccellenza, campionato che vede il Portogruaro primo in classifica e con forte desiderio di proseguire la propria scalata verso palcoscenici più blasonati.