Capocannoniere del campionato Primavera, esordio in Serie B, Serie C2, AFC Champions League e infine Eccellenza Friuli-Venezia-Giulia, sembra una favola finita male e invece è la storia di Massimiliano Lionetti.
Attaccante triestino di origini pugliesi classe 1991, Lionetti ha una storia del tutto particolare che lo vede tra i migliori giocatori della sua annata al fianco (e meglio in alcuni casi) di tanti talenti della Primavera di altri club come Andrea Belotti, Mattia Destro, Joao Pedro, Alessandro Florenzi e tanti altri che fanno tuttora parte di un palcoscenico importante del calcio italiano e non solo.
Giocatore particolarmente fisico che unisce la sua altezza (1,90) alla tecnica con la palla al piede ma che ha nella sua pericolosità principale il colpo di testa su situazioni da calcio piazzato.
I gol con la Primavera e l’esordio in B con la Triestina
Lionetti è certamente un bomber di razza con tanti gol in canna e la sua prima stagione in Primavera lo conferma già tra i top talenti del 1991 con 8 gol all’attivo e i primi allenamenti con la prima squadra.
La seconda stagione nel settore giovanile triestino lo consacra definitivamente con 22 gol segnati in altrettante presenze e lo scettro di miglior marcatore di tutto il campionato Primavera.
Del ragazzo ne parlano già tutti benissimo e ben presto arriveranno le prime convocazioni in prima squadra e l’esordio in Serie B il 13 dicembre 2010 contro il Torino da titolare, gara che ricorda con grande emozione: “Quell’annata andò benissimo e Iaconi – all’epoca alla guida della Triestina – mi notò mentre segnavo in quasi tutte le partite. Mi sono allenato spesso con la prima squadra ma non mi aspettavo di andare tra i convocati perché in quel mese mi ero allenato solo con la Primavera e quando Princivalli mi disse che avrei giocato titolare non ci credevo. Perdemmo 1-0 e giocai per gran parte del match, fu un’emozione indimenticabile.”
Troverà spazio in altre due occasioni in campionato (contro Vicenza e Livorno) e il Coppa Italia contro il Crotone senza però dare prova delle sue straordinarie capacità in zona gol.
Il “Cinghialotto”, così simpaticamente chiamato dagli amici e dalla comunità triestina, è stato spesso paragonato a Bobo Vieri per via delle sue movenze in area di rigore: “In realtà dalle mie zone mi hanno sempre paragonato a Denis Godeas – attaccante che ha fatto la storia in Friuli – per le movenze e il senso del gol ma ricordo dell’articolo in cui mi chiamavano il nuovo Vieri perché probabilmente segnavo in tutti i modi possibili in quell’anno, proprio come lui.”
Le esperienze in C2, D e la Champions League Oceania
Dopo la retrocessione della Trieste in C1, Massimiliano ha cambiato per la prima volta squadra indossando la maglia del Melfi nella vecchia C2 non lasciando però il segno: “Purtroppo a Melfi ci sono andato per obblighi contrattuali e perché la società mi aveva promesso di rimanere in prima squadra e poi con il cambio dell’allenatore finì ai margini. Avevo praticamente firmato per il Vicenza ma il direttore Fantinè fece saltare tutto. A gennaio la Triestina fallì e il Melfi da febbraio non mi fece giocare più, non fu una bella esperienza anche perché ero lontano da casa e non è stato semplice.”
Dopodichè tanta Serie D con Trento, San Luigi, Valle d’Aosta, Monfalcone e di nuovo Triestina fino ad arrivare all’esperienza fantastica in AFC Champions League con la maglia dell’Amicale, squadra locale della Isole Vanuatu: “Sono andato a Vanuatu grazie al mio amico Princivalli che mi ha segnalato a coach Banchini – attualmente alla Vis Pesaro – e ricordo benissimo tutto il tempo in cui sono stato lì. C’era un modo di intendere il calcio molto diverso rispetto all’Europa, la gente vedeva le partite sugli alberi e a ridosso del campo e tutto mi sembrava strano. In AFC Champions League abbiamo avuto la fortuna di giocare nelle Isole Figi davanti a più di 10000 spettatori e anche se non abbiamo passato il turno posso dire di essere stato davvero bene in Oceania.”
Una carriera in Eccellenza friulana con Euro Petagna tra i suoi allenatori
Terminata precocemente la sua esperienza in Oceania (con solo una presenza all’attivo), Lionetti torna a casa ed inizia a girovagare tra i campi dell’Eccellenza friulana, incontrando Euro Petagna (papà del più noto figlio Andrea) come allenatore dello Zaule Rabuiese: “Euro è davvero una gran bella persona, preparata e pronta per affrontare quelle categorie. Di lui ho molto bei ricordi, una volta mi portò a vedere Everton-Atalanta in Europa League e avemmo i biglietti grazie a suo figlio Andrea che giocava a Bergamo.”
Lumignacco e Primorje le sue ultime squadre prima della firma con il Chiarbola Ponziana, attualmente a metà classifica in Eccellenza con 12 punti all’attivo e che vede nel bomber triestino il miglior marcatore con 3 reti segnate: “Sono in una società che non ha tante disponibilità economiche ma lavora molto bene con i giocatori del posto e i giovani. Non siamo partiti bene ma adesso stiamo risalendo la classifica e sto giocando abbastanza bene. Credo che sarà un campionato impegnativo che ci vedrà lottare per i playout.”
Una favola che non è finita proprio come Massimiliano credeva ma che l’ha sicuramente formato sia come uomo che calciatore che potrà raccontare in futuro ai suoi figli e nipoti.