Più di 100 gol in 270 presenze tra Serie A e Serie B con ben sei partite giocate in Champions League. E’ questo il curriculum mostruoso di Filippo Maniero, attaccante padovano classe 1972.
Dal San Siro al Borussia Park, passando per i campi di Legnarese e Casalserugo, ultima squadra prima di appendere gli scarpini al chiodo. E’ stata questa la carriera di un giocatore che si è distinto in tutte le categorie e non ha mai perso il vizio del gol da attaccante puro.
Intervistato dalla nostra redazione di Seried24.com, l’ex attaccante ci ha raccontato la sua vita da allenatore tra i campi dilettantistici padovani con qualche aneddoto sulla sua vita da calciatore.
La carriera da allenatore di Filippo Maniero è iniziata tra i dilettanti della provincia di Padova. Dopo Maserà, Abano, Albignasego, San Martino e Aurora Legnaro è arrivata la chiamata del Due Stelle.
“Ho accettato questa nuova sfida di allenare il Due Stelle perchè credo che si possano fare ottime cose qui – spiega Maniero – La squadra ha cambiato proprietà e c’è l’intenzione di ambire quantomeno ai playoff. Non vogliamo fare proclami ma abbiamo grande voglia di fare bene con i ragazzi del posto. Chiaramente giocare per degli obiettivi di classifica ti da stimoli diversi, voglio trasmettere quello che sono stato da giocatore anche in questa nuova veste”.
“Alleno da una decina d’anni ormai, ho scelto di restare in zona. Avevo altre offerte ma alla fine ho scelto il Due Stelle”.
“Mi piace allenare in queste categorie, guardi il calcio in maniera diversa – continua Maniero – Posso dire con certezza che non alleno per lavoro ma per piacere. Quello che accadrà più avanti sarà un qualcosa in più ma al momento non ci penso”.
La differenza tra allenare e giocare Maniero l’ha notata fin da subito: “Nonostante la mia carriera da calciatore non è stato facile adattarmi a questo nuovo ruolo. In 10 anni ho imparato tante cose che da giocatore davo per scontate. Provo tuttora le stesse emozioni e sensazioni di quando giocavo a San Siro con il Milan, di diverso ci sono solo gli stadi (ride ndr). L’unica cosa che accomuna dilettanti e professionisti è la domenica: entrambe giocano per vincere e per far felici i propri tifosi”.
“Ricordo benissimo le mie partite di Champions League a Parma, è stata un’emozione fantastica – racconta Maniero – che porterò nel mio cuore. Arrivare a giocare quelle competizioni significare essere al culmine della tua carriera, non puoi chiedere di più. Sono orgoglioso di quello che ho fatto da calciatore e non rimpiango nulla. Ho giocato per 20 anni con campioni come Buffon, Thuram, Recoba, Delpiero. Ho condiviso con loro tanti ricordi belli che faranno parte per sempre della mia vita”.
Tante le piazze del nord in cui Maniero ha giocato tra cui Padova, Atalanta, Milan, Venezia, Sampdoria, Brescia e Torino.
Palermo l’unica del sud che l’attaccante ricorda in maniera abbastanza chiara: “Il calore della “Favorita” (ora Renzo Barbera) non l’ho visto da nessuna parte. Basti pensare tuttora che a Padova c’erano 8000 tifosi e a Palermo 35000 per la stessa competizione. E’ innegabile che ci sia una netta differenza di tifo tra le piazze del nord e quelle del sud. E’ stata un’esperienza particolare della mia vita, ovunque andavo si parlava del Palermo. Al nord della partita si parla solo la domenica, al sud tutti i giorni. Questo ti spinge a dare ancora di più nel campo per veder gioire i tifosi”.
Dilettanti o professionisti per lui non conta, Maniero è pronto ad esultare anche tra i campetti di Padova in Prima Categoria.
A cura di Gennaro Dimonte