L’ultima volta che era stato intervistato da seried24.com aveva appena battuto sul tempo Erling Haaland, anticipandolo nel segnare cinque gol in una singola partita. Oggi è tornato a parlare ai nostri microfoni l’attaccante e capitano del Castellana, squadra passata alle cronache per la famosa partita del “gol fantasma” contro il Noicattaro, Francesco Daddato. Il bomber pugliese ci ha raccontato la stagione sua e quella vissuta, per ovvie ragioni complicata, da tutto l’ambiente del Castellana. “Ho raggiunto quota 23 reti, che mi hanno permesso di vincere il titolo di capocannoniere. Senza i miei compagni non ci sarei riuscito. Insieme abbiamo vissuto una stagione particolare, le aspettative erano alte ma poi tutto è cambiato“.
Successivamente con Daddato abbiamo parlato anche più in generale del calcio italiano. Dalle serie minori fino al difficile momento che sta attraversando la nostra Nazionale, soprattutto nel reparto offensivo. “Purtroppo in Italia abbiamo paura a far giocare i ragazzi mentre nelle altre nazioni, come in Inghilterra ad esempio, non è così. Io spero che le cose possano cambiare“.
Nell’ultima intervista il centravanti pugliese ci aveva lasciato con l’obiettivo di raggiungere i 30 gol stagionali. “I 30 gol non sono riuscito a raggiungerli- scherza Daddato– ma sono comunque molto contento per quello che sono riuscito a fare. Personalmente sono felice perché ho raggiunto quota 23 reti in campionato. Un bottino che mi ha permesso di riuscire a vincere il titolo di capocannoniere del girone. E’ una soddisfazione a cui ero arrivato vicino molte volte ma che non ero mai riuscito a ottenere. Quest’anno ce l’ho fatta e quindi sono molto contento. E’ un traguardo comunque che voglio condividere con tutti i miei compagni perché senza il loro aiuto non ci sarei riuscito“.
Continua Daddato raccontando la stagione del Castellana. “Un voto alla stagione? Direi 7 e mezzo. Quest’anno abbiamo vissuto una stagione particolare per via di quello che è successo. Inizialmente le aspettative erano altre, ma dopo quella partita famosa la situazione è cambiata. Siamo riusciti comunque a raggiungere la salvezza in anticipo rispetto alla fine del campionato e di questo va dato merito sia ai ragazzi che al mister. Palese, insieme alla società, è riuscito a dare serenità e a tenere insieme il gruppo in un momento non facile. L’obiettivo salvezza è stato raggiunto grazie alla forza del gruppo e alla fine la stagione è terminata nel modo migliore. Sicuramente quest’esperienza servirà a tutti per crescere sia come calciatori che come uomini“.
Abbiamo chiesto a Francesco Daddato, che ha avuto esperienze sia in Eccellenza che in Promozione, quali siano le differenze tra le varie categorie dilettantistiche e quanto pesino i vari step in avanti fino alla Serie D. “Ho disputato la maggior parte della mia carriera in Promozione ed ho avuto il piacere di giocare anche in Eccellenza per qualche anno a Monopoli. Secondo me oggi la divisione dell’Eccellenza in due gironi ha abbassato il livello della categoria rispetto al passato e questo ha ampliato la distanza con la Serie D. Il divario al momento tra le categorie minori e la Serie D per me è abbastanza importante“.
Da bomber quale è, Daddato ci ha dato anche la sua opinione sulla difficile situazione che sta vivendo il nostro calcio riguardo soprattutto al suo ruolo, quello dell’attaccante. “Prendiamo per esempio il Lecce che ha vinto il campionato Primavera con tanti ragazzi stranieri. Secondo me è sbagliato, bisognerebbe avere una regola che impone nelle giovanili un numero minimo di calciatori italiani. Purtroppo in Italia abbiamo paura a far giocare i ragazzi mentre nelle altre nazioni, come in Inghilterra per esempio, non è così. Io spero che le cose possano cambiare. Per crescere bisogna avere la forza ed il coraggio di investire tanto e con persone competenti nei settori giovanili“.
Cosa riserva invece il futuro a Francesco Daddato? “Da capitano, per senso di riconoscenza ho sempre dato la priorità al Castellana. Non posso negare che visti i buoni i risultati sono arrivate delle offerte, ma prima ne parlerò con la mia società“.
Continua l’attaccante pugliese. “Non guardo l’aspetto economico, ma le motivazioni che mi spingono ad andare al campo. Quello che cerco è il piacere di allenarmi per togliermi delle soddisfazioni, voglio essere importante per una squadra. Con il Castellana ci siamo sentiti ed al più presto ci vedremo“.
A cura di Samuele Fontanelli