A Nola c’era attesa per il nome del nuovo allenatore. Karel Zeman si è presentato in una intervista nel pomeriggio di sabato 9 marzo con spirito positivo, equilibrato e senza far mancare la preoccupazione orientata al dare spettacolo attraverso il gioco della sua squadra e fidelizzare con il nuovo pubblico. Per questo, l’attenzione ovviamente è rivolta a come giocherà il suo nuovo club, a partire dalla sfida di mercoledì 20 marzo in casa contro il Real Acerrana.
Bisogna sicuramente aspettarsi delle novità, sia dal punto di vista tattico che nel posizionamento di alcuni calciatori. L’ex Lavello l’ha già anticipato nelle sue prime parole da allenatore bianconero, ritiene di allenare una squadra importante e vuole che i suoi giochino un calcio di alto livello. La domanda quindi sorge spontanea: Zeman Jr come schiererà in campo il Nola?
Modulo 4-3-3, gioco a zona fortemente offensivo e, ovviamente, nessun compromesso. Tale padre tale figlio, d’altronde la storia non poteva essere diversa per il primo genito di Zeman. Partito dall’Eccellenza al Toma Maglie, passato per la cara Messina fino all’ultima esperienza in Serie D a Lavello. Ma andiamo con ordine. Per spiegare il valore di Karel e le sue idee di calcio, serve aver seguito il suo percorso in panchina, soprattutto per evitare di cadere in luoghi comuni che lo accusano di essere solo un “figlio di papà” che porta avanti il nome di famiglia sui campi delle categorie minori.
L’allenatore palermitano, oltre a non essersi fatto problemi a tornare in Eccellenza, dopo circa 15 anni dall’ultima volta, ha dimostrato di saper dare una forte impronta alle sue squadre e di saper navigare in acque tortuose, a volte riuscendo in imprese apparentemente complicate. La salvezza con la Reggina nella stagione 2016/2017, per esempio. Dove riuscì a conservare la categoria con un gruppo giovane ed allestito per disputare la Serie D, salvo poi essere ripescato in C.
L’annata seguente, l’asticella delle difficoltà si alzò notevolmente. Per Karel Zeman arriva la chiamata del Santarcangelo, nel Girone B di Lega Pro, a sei giornate dal termine, raccogliendo una formazione apparentemente condannata alla retrocessione diretta. Possiamo definirli un miracolo gli undici punti in sei partite nella regular season. Alla fine della giostra, la compagine gialloblù, nonostante la salvezza diretta conquistata sul campo, fu costretta a partecipare ai playout (poi persi con il Vicenza), a causa di un punto di penalizzazione. Lunghezza minima, che costò una retrocessione amarissima alla banda di Zeman Jr.
Il lavoro migliore del buon Karel, se si valuta l’ultimo periodo, è senza dubbio il primo anno di Lavello, nel girone H di Serie D. L’aver condotto un girone d’andata da primo in classifica, nonostante la piccola realtà (di 12mila abitanti) rappresentata, nella seconda parte della stagione fece il paio con un mercato invernale non gestito al meglio ed un finale horror, con il treno playoff sfuggito di mano all’ultima giornata di campionato, in favore del Bitonto. La seconda parentesi, invece, fu caratterizzata da uno smantellamento importante della rosa, una salvezza ai playout nel 2022 ed una retrocessione al termine del terzo anno sulla panchina del Lavello.
Il 4-3-3 come detto è il modulo di riferimento e quello da aspettarsi dall’allenatore di Palermo. In questo caso il compito può essere agevolato dal fatto che in tutta la sua carriera ha utilizzato lo stesso sistema tattico. Il medesimo con cui il padre ha scritto la storia. Quindi, c’è da aspettarsi un Nola diverso soprattutto nell’atteggiamento, che ambirà a conservare un posto ai playoff. Zeman ha dato molta importanza a questo nelle sue prime parole come nuovo allenatore del club campano. Per lui il calcio è soprattutto emozione. Ma è uno Zeman, quindi niente sorprese. La Zemanlandia Jr è pronta a ripartire.
A cura di Anthony Massaro