“Che sia in Serie A o in Eccellenza, il Livorno rimane sempre il Livorno” sono parole d’amore quelle di Francesco Buglio in esclusiva a SerieD24, allenatore dei toscani arrivato in estate con l’obiettivo di riportare in alto i toscani. Come dargli torto. D’altronde a Livorno la passione è sempre la stessa, lo stadio si riempie facilmente: “Qui la tifoseria è una fede. Le famiglie andavano tutte al completo. La domenica c’è chi va in chiesa e i livornesi vanno allo stadio“.
“Non c’è una categoria per il Livorno. Alla presentazione c’erano 2 mila tifosi” prosegue Buglio. Per lui la sfida più difficile è quella di riuscire a portare subito il Livorno in D per poi tentare l’assalto alla Serie C. Non è una sfida semplice comunque. Per quanto la rosa sia di altissimo livello per l’Eccellenza, ogni fine settimana gli amaranto si trovano dall’altra parte squadre che sono pronte a tutto pur di fare risultato. Per tutte è un’occasione unica sfidare il Livorno.
Dopo un periodo iniziale di ambientamento alla categoria poi il Livorno ha preso il largo. Per scacciare i fantasmi i social media manager della società aveva anche chiesto l’aiuto dei ghostbusters. Alla fine però è bastato il talento dei giocatori, l’organizzazione data da Buglio e l’entusiasmo che sta spopolando a Livorno.
Merito anche della società: “Pinzani è la nostra forza, Toccafondi è lo zoccolo duro e Protti c’è sempre. Insieme loro hanno ricreato l’entusiasmo” spiega Buglio, che poi continua: “Igor è un simbolo di Livorno, rappresenta Livorno e la maglia. Protti sta a Livorno come Totti a Roma. Lui è pieno di valori. Qualche settimana fa si è raccomandato con i tifosi di non usare mortaretti o bombe carta per non avere problemi con squalifiche del campo. E i tifosi sono stati perfetti“.
Non solo Protti, un altro grande nome del calcio a Livorno è quello di Vantaggiato. Lui è ancora in campo e Buglio racconta il loro rapporto: “Vantaggiato è di una generosità incredibile, cerca sempre di aiutare i compagni. Non pensavo che potesse mettere sempre prima di se stesso tutti i compagni. Noi stiamo costruendo un ottimo rapporto, lui spesso viene a confrontarsi con me dopo gli allenamenti. Così non sta facendo crescere solo il Livorno, ma anche me”.
“Non dimentichiamoci poi di Luca Mazzoni. Anche lui è un simbolo di Livorno e per me è un orgoglio averlo a disposizione” ci tiene a specificare in chiusura Buglio. Mazzoni d’altronde è livornese di nascita e nel Livorno ci è cresciuto. Il suo ritorno quest’anno è per provare a dare una mano alla squadra a ritrovare la giusta categoria. Come tutti quelli accorsi alla corte di Buglio. L’ultimo è quel capitan Luci che aveva indossato la fascia nell’ultima volta in Serie A degli amaranto. D’altronde: “Non c’è una categoria per il Livorno”.