Il presidente del Livorno Paolo Toccafondi torna a parlare dopo la sconfitta rimediata in finale degli spareggi nazionali Eccellenza, che non ha permesso al club di salire in Serie D. È stata una partita che ha regalato mille emozioni quella che si è giocata al Comunale di Pomezia e che si è decisa solo dopo i calci di rigore. Un rammarico pesante per tutto il gruppo toscano, che dopo la partita ha indetto un comprensibile silenzio stampa. Il primo che torna a parlare 48 ore dopo la finale è proprio il presidente Paolo Toccafondi, in una conferenza stampa. Di seguito le sue dichiarazioni.
Comincia la sua conferenza stampa ringraziando tutti i componenti della società: “Ho aspettato 48 per metabolizzare un momento sportivo che non avrei mai voluto vivere. Son 10 mesi che ci conosciamo. Sono venuto perché Livorno è diversa. Sin dal primo minuto sono stato accolto veramente bene. Ringrazio tutti quelli che hanno lavorato all’interno della società, tutti i tifosi, gli ultras, gli abbonati. Quello che è successo durante l’anno non era dovuto”.
Toccafondi continua dicendo che: “Ho fatto 4 promesse: non lasciare nessun debito. Gli stipendi, tutti, sono stati pagati con 15 giorni di anticipo. La seconda era che avevo promesso di impegnarmi per mettere le fondamenta della rinascita del settore giovanile, l’idea della Pro Livorno Sorgenti, che tra poco sarà formalizzata, darà la possibilità di costruire un settore giovanile sotto la guida di Marco Braccini. Avevo promesso di ricercare la livornesità. Ho vissuto la città ed ho cercato di portare dentro tanti ragazzi di Livorno, facendomi conoscere per quello che sono. Non ho mantenuto la quarta, ovvero vincere l’Eccellenza. A oggi, il Livorno non ha centrato l’obiettivo“.
Paolo Toccafondi prosegue: “In questi 2 giorni mi sono fatto una domanda nell’interesse del Livorno. Se dopo la sconfitta io potessi essere sempre funzionale a questa cosa. Sono abituato a combattere, sono retrocesso 5/6 volte. Quello che mi ha veramente meravigliato e messo anche in imbarazzo. Ho ricevuto molto affetto in questi due giorni, l’affetto vero si vede quando le cose vanno male. I dubbi mi sono rimasti 2 minuti. Adesso sono arrabbiato, perché non mi sono messo la sciarpa. Mi sento privato di qualcosa che meritavamo. Da domani mattina si comincia a lavorare per andare in serie D. Io spero già tra 20 giorni/un mese, nel caso qualcosa dovesse andare storto, l’anno prossimo“.
Paolo Toccafondi continua la sua conferenza stampa citando un flashback: “Ho visto un’intervista dopo Como, quando il Livorno perse lo spareggio. Osvaldo Iaconi disse: “da oggi si lavora per vincere, di sicuro avete trovato un tifoso”. Vedendo come ha reagito la gente e come ci hanno seguito i tifosi in questi mesi, ho un obbligo morale. Devo dare il mio contributo per raggiungere l’obiettivo. Avevamo tutte le possibilità per vincere, ma abbiamo perso. Il pallone è questo“.
Il presidente continua guardando a testa alta il futuro: “Senza piangerci addosso, a testa alta, si riparte facendo tesoro degli errori fatti. Con un Livorno più operaio in campo. Questa categoria necessita di una parte di forza morale, carattere“. Poi fa un mea culpa: “Uno dei miei errori è stato quello di non essere riuscito a trasmettere quel coraggio che in questa piazza serve per vincere. Le stesse cose, voglio sottolineare, le avrei detto anche se avessimo vinto, solo più contento. Adesso poche chiacchiere e si riparte“.
Successivamente alla domanda sul mercato e sul livello della rosa, Toccafondi risponde: “Io volevo far trasparire quello che sono, nei pregi e nei difetti. A livello di gestione, dobbiamo fare la squadra vincente, per qualsiasi categoria. Voglio una squadra che assomigli a me e ai livornesi. Dobbiamo cercare nel nostro gruppo chi risponde a certe caratteristiche. La prima cosa da fare è inquadrare lo staff tecnico. Sarà un allenatore a valutare il materiale che abbiamo a disposizione. Inquadreremo 5/6 giocatori importanti per vincere il campionato“. Continua poi facendo un appunto alla sua squadra: “In buona fede, senza fare nomi, perché tutti quelli che hanno partecipato hanno dato il massimo, degli errori sono stati fatti. Quindi servirà una squadra più giovane, con più gambe e possibilmente livornese. Quando si ha gente che possiede, oltre l’accordo economico, l’ambizione di far bene per la propria città, è tutta un’altra cosa.”
Toccafondi continua toccando l’argomento pullman: “Il pullman griffato, a qualcuno può avere montato la testa, quindi la prossima stagione meno pullman e più pedate“. Di seguito gli viene fatta una domanda su Angelini: “Non ci ho ancora parlato, ma dalla fine di questa conferenza si comincia a lavorare“. Toccafondi tira in ballo anche il suo ex Prato: “In questo periodo ci sta una critica di troppo, anche da qualche pratese, forse perché gli manco. Vedo che vanno in difficoltà, se c’è bisogno lo ricompro il Prato. Sono a Livorno e mi trovo bene qui, indipendentemente che si vinca e conta questo. Punto“.
Conclude poi con un tono orgoglioso: “Mi sono dato un obiettivo in questi giorni: lavorare per rivedere la curva piena del Tau. Quella è la mia carota davanti agli occhi. Controproducente troppa livornesità? In questo caso la differenza la fa la qualità ed il valore della persona. Il mio sogno da bambino era giocare nel Prato, non nella Juventus. Ho visto ragazzi che fino alla fine non hanno mollato niente. Andando in panchina quando è capitato in silenzio e con il rispetto per il Livorno. Il rischio c’è, ma io mi sono riferito a questo. Chi ha paura di stare dentro uno stadio pieno non può fare questo mestiere“. A fine conferenza, Paolo Toccafondi – presidente del Livorno – afferma che sul caso Figline tutta la società sta lavorando.
A cura di Jacopo Morelli e Diego Sarti