Sette mesi di squalifica per un giocatore di terza categoria toscana
E’ stata notificata ieri l’ennesima lunga squalifica per condotta violenta nei confronti del direttore di gara. Protagonista della vicenda un giocatore della Pietraia, squadra che milita nel campionato di terza categoria toscana. La squadra, con sede in provincia di Arezzo, stava svolgendo regolarmente la 24a giornata contro l’Orange Don Bosco quando, dopo un fallo di gioco avviene la spiacevole aggressione. Infatti, il giocatore della squadra di casa si era innanzitutto lamentato con il direttore di gara per una, secondo lui, mancata ammonizione nei confronti di un calciatore avversario. Nel protestare ha però stretto il braccio dell’arbitro costringendolo a cadere. A seguito di ciò il direttore non ha potuto fare altrimenti che notificare l’espulsione.
Purtroppo però la vicenda non si conclude così. A fine gara, mentre il direttore faceva ritorno negli spogliatoi, stando al comunicato, è stato di nuovo aggredito dal giocatore espulso. Questo infatti, gli si pone davanti con fare minaccioso spintonandolo e minacciandolo. L’arbitro pertanto è costretto ad indietreggiare mentre i compagni si occupavano di portare via il giocatore. Raccolta la testimonianza quindi, il giudice sportivo altro non ha potuto fare se non deliberare per la maxi-squalifica. Resterà lontano dai campi fino al 10/01/2023.
Il comunicato del giudice sportivo sulla maxi-squalifica
Di seguito, il testo del comunicato con il quale si notifica la squalifica del calciatore.
“Dopo che il dg aveva fischiato un fallo di gioco in favore della propria squadra, gli si avvicinava e
rivolgendogli frase irriguardosa chiedeva l’ammonizione di tesserato avversario. Nel contempo gli afferrava con forza il braccio, che stringeva e strattonava leggermente, tanto da provocare nello stesso dg perdita di equilibrio. Alla notifica del provvedimento di espulsione lasciava il tdg. A fine gara, mentre il dg faceva rientro negli spogliatoi, gli si parava davanti, dapprima offendendolo e quindi, con le mani aperte, spingendolo al petto con forza, tanto da farlo indietreggiare di tre passi, senza tuttavia provocargli dolore. Nonostante fosse stato bloccato dai propri compagni di squadra, nel frattempo intervenuti, persisteva nell’atteggiamentominaccioso“.