Aneddoti e gol importanti, Omar Torri a 39 anni: “Vinco il campionato e poi alleno”
L’età è solo un numero. Riccardo Innocenti, Denis Godeas, Sossio Aruta, sono molte le storie di attaccanti over che continuano a segnare. L’età è solo un numero soprattutto quando le caratteristiche personali e la determinazione, in un uomo, fanno la differenza. Omar Torri, attaccante classe 1982 della Pradalunghese, squadra di Promozione Bergamasca (Girone C) di anni ne ha 39 e continua a fare ciò che sa fare meglio: superare i portieri.
Omar Torri oggi: “Mi piacerebbe finire la carriera vincendo il campionato”
Milan, Alzano, Palazzolo, Caravaggio, Biellese, Albinoleffe, Monza, Pavia, Lumezzane, Cuneo, Real Vicenza, Pro Piacenza, Virtus Bergamo, Grosseto, Brusaporto, Casazza, Vertovese e infine Pradalunghese. In più di 22 anni di carriera Omar Torri ha difeso i colori di 18 squadre di tutta Italia, segnando in quasi tutte le categorie. Oggi, oltre a giocare a calcio, si è costruito una nuova esperienza lavorativa, ma la passione non svanirà mai. Ai microfoni di seried24.com Torri racconta la sua esperienza, contraddistinta da volontà e forza d’animo: “Siamo lì che ci giochiamo la vittoria del campionato. Domenica abbiamo pareggiato 1-1 ma la capolista San Pellegrino ha vinto e quindi restiamo a -3. Ho fatto gol anche domenica quindi la voglia c’è ancora. Mi piacerebbe finire la carriera vincendo un campionato di Promozione, sono soddisfazioni. Non si molla, le fatiche si fanno sentire ma la soddisfazione dopo un gol la domenica è sempre la cosa più bella”.
L’aneddoto sul giovane Pessina: “A 18 anni era già un giocatore vero”
Tra le esperienze più segnanti dell’attaccante di Trescore Balneario c’è senza dubbio Monza. Alla prima stagione in maglia biancorossa nel 2008/09, coronata da 12 reti in Lega Pro Prima Divisione, segue la breve esperienza tra il gennaio e giugno 2015. È qui, che in un clima societario piuttosto complicato, conosce un giovanissimo Matteo Pessina: “Mi avevano colpito subito le doti che aveva a livello di gioco, perché aveva degli inserimenti, delle cose già da giocatore vero. Io dicevo che assomigliava a Perrotta nel senso che sapeva già dove andare, sapeva come inserirsi e fare gol. A 18 anni aveva già fatto qualche gol con noi e poi a livello tecnico aveva un mancino di categorie superiori”. Non solo cose straordinarie in campo, perché il piccolo Pess aveva già grandi doti umane e forte determinazione: “Mi avevano, poi, colpito le sue doti umane perché è un ragazzo che non parlava molto ma si vedeva che aveva una grinta particolare, educazione, voglia di sacrificio e tante doti che secondo me fanno l’uomo prima del calciatore. Quando hai tutto questo come lui, puoi solo andare a prenderti tutto quello che meriti”.
Gli aneddoti sui compagni più forti: “Stroppa incredibile, Carboni penalizzato in ottica Nazionale”
Facciamo un piccolo passo indietro nel tempo. È la stagione 2002/03 ed Omar è un giovane ventenne della cantera dell’Alzano Virescit. Nello stesso anno veste la casacca bianconera un campione di 34 anni che ha vinto tutto col Milan: Giovanni Stroppa. L’attuale allenatore del Monza lascia il segno in Torri, che ricorda alcuni aneddoti interessanti: “Lo ammiravo a livello tecnico, mi ricordo di aneddoti incredibili. Ad esempio, quando calciava le punizioni in allenamento a volte le tirava con la punta del piede e disegnava traiettorie imprendibili. Diciamo che una volta c’erano giocatori che avevano una tecnica che secondo me ora è fuori moda. Adesso c’è più velocità, prima c’era più tecnica di tiro”. Andando avanti nel tempo, nell’esperienza di Pavia, Torri ha l’opportunità di giocare con Benito Carbone: “Aveva una forza incredibile, non era altissimo ma saltava il doppio di tutti e tecnicamente era una cosa favolosa. Faceva tanti gol su punizione e anche per lui erano gli ultimi anni, però si vedevano doti straordinarie. D’altronde ha giocato nell’Inter e in altre squadre forti, probabilmente non è andato in Nazionale solo perché giocavano i vari Baggio, Mancini eccetera”.
Torri all’Albinoleffe: “Belotti senza qualità incredibili si è costruito da solo”
Spostando la linea temporale di qualche anno più avanti c’è l’esperienza all’Albinoleffe dove l’attaccante classe ’82 gioca per 4 stagioni. Nel 2010/11 condivide lo spogliatoio con Davide Bombardini: “Anche lui, quando partiva con la palla non lo fermavi mai. Era un giocatore incredibile, aveva un sinistro educato”. Ma i compagni forti sono tanti e ad Albino ha modo di vedere all’opera un giovanissimo Andrea Belotti: “Ne ho avuti veramente tanti, perché c’era anche Andrea Belotti da ragazzo all’Albinoleffe, che da lì, dopo una prima stagione in Serie B, è partito e ha fatto una carriera incredibile. Un ragazzo serio che è partito, magari non con qualità incredibili, ma si è costruito tutto ed è diventato l’attaccante della Nazionale”.
È in maglia celeste che Omar Torri ha il suo miglior ricordo. È il 24 aprile 2010 e l’Albinoleffe travolge in casa il Frosinone per 4-1. Torri si porta il pallone a casa e realizza un sogno: “È l’episodio che ricordo con più gioia. Quando ho iniziato a giocare non avrei mai pensato di arrivare in Serie B e di fare una tripletta. Quello penso che sia stato il giorno più bello dal punto di vista dei gol, perché poi sono stati dei gol di testa e pallonetto, quella giornata me la ricorderò per sempre”. Tra i momenti più brutti, invece, un momento legato alla scomparsa: “La tristezza più grande è stata nel mio momento migliore la morte di mio fratello. Lì c’è stato un bivio perché avrei potuto fare qualcosa di più e nel momento magari conquistarmi qualcosa in più in Serie B con l’Albinoleffe. Poi la testa, il fisico non hanno retto, ho avuto tanti infortuni e altre cose. Con fortuna in più avrei potuto prendermi qualche soddisfazione in più…”.
Torri sul futuro: “Non mi precludo niente. Fare l’allenatore? Vediamo…”
Con la Pradalunghese continua a segnare e vuole ottenere grandi obiettivi. Sarà l’ultimo anno? Torri risponde così: “Dovrebbe essere l’ultimo, adesso mi piacerebbe iniziare una carriera diversa. Magari da allenatore (possiede patentino UEFA B ndr), mi piacerebbe provare a vedere se sono capace. Giocare, chiaramente, è la cosa che mi piace di più, altrimenti a 40 anni non sarei ancora qui ad allenarmi e giocare. Vediamo alla fine dell’anno, comunque, non mi precludo niente, nel senso che voglio vedere come arrivo alla fine. Se vinciamo, probabilmente, vorrei smettere perché finirei con una vittoria del campionato, se invece non dovessimo vincere vedrei un attimo. Però, in ogni caso, quest’anno dovrebbe essere l’ultimo…”.
Ultimo anno o penultimo anno non importa. Omar Torri, da vero bomber esperto, ragiona partita per partita ed ha già identificato il suo prossimo obiettivo: portare i prossimi tre punti alla sua Pradalunghese.
A cura di Simone Schillaci