In Sicilia, nel campionato di Eccellenza, c’è una squadra pronta a ritirarsi dal campionato per via delle decisioni arbitrali. Si tratta della Parmonval, società della borgata marinara di Mondello, a Palermo. Lo scorso sabato il club palermitano ha perso 3-1 contro la Don Carlo Misilmeri, chiudendo il match in nove uomini tra mille polemiche.
Tutto dovuto ad un episodio accaduto al 46° minuto del primo tempo, quando i palermitani conducevano il match per 1-0. La Parmonval, già in inferiorità numerica per l’espulsione dell’attaccante Carioto, si lamenta per un calcio di rigore non concesso dall’arbitro su un contatto tra Cincotta e Pellegrino. Lo stesso Cincotta è stato poi espulso (doppia ammonizione) per le veementi proteste.
Dopo 48 ore la rabbia non è ancora passata tra i dirigenti del club visto che lo stesso direttore di gara, l’agrigentino Stefano Chillura, secondo il club aveva commesso già degli errori a sfavore della Parmonval in un precedente match stagionale, contro il Mazara. Così attraverso una lettera, indirizzata al presidente della LND Sicilia Sandro Morgana, la Parmonval minaccia di ritirarsi dal campionato allegando i video delle decisioni arbitrali contestate.
“Preg.mo Sig. Presidente – scrive il club – con la presente intendiamo notiziarla dell’intenzione di non proseguire la nostra partecipazione nel campionato di appartenenza, in quanto riteniamo che non sia il caso di continuare ad investire tempo e denaro per un torneo (il massimo campionato regionale) nel quale a dirigere le gare viene mandata settimanalmente gente impreparata, inadeguata ed incompetente, ma soprattutto (ed è questo ciò che più rammarica) presuntuosa, maleducata, irrispettosa e non incline ad un dialogo civile.
Quando poi si incontra sulla nostra strada il sig. Stefano Chillura della sezione di Agrigento e ci si rende conto che, oltre a quanto sopra denunciato, c’è anche malafede, allora la decisione di smettere è la più saggia che si possa adottare. Ci duole soprattutto per il comportamento ostile ed irriguardoso assunto da questo giovanotto (che potrebbe essere figlio o nipote di qualsivoglia componente della dirigenza) durante e dopo la gara, a seguito delle nostre civili proteste (di ciò ne potrà dare testimonianza il personale della Polizia di Stato presente).
Siamo certi che, visto l’atteggiamento assito nel suo referto arbitrale, consapevole della fede privilegiata che gode, scriverà cose non rispondenti al vero (così come ci ha già anticipato; in tal caso, anticipiamo sin d’ora l’intenzione di rivolgerci alla giustizia ordinaria previa richiesta a poter procedere alla FIGC), perché non è consentito a nessuno infangare la stima, la professionalità e l’onore di deputati regionali, di avvocati, professionisti e personaggi noti e conosciuti nel panorama calcistico regionale.
Ciò posto, rilevato che (così come ritenuto da altra parte della società) ci sono ancora margini per comporre la vicenda, si chiede un immediato incontro con la S.V. ed il presidente regionale dell’Aia, al fine di poter trovare una soluzione condivisa alle sue esposte problematiche. Certi di un cenno di riscontro in tempi brevi, porgiamo i più cordiali ossequi”.