Bomber a 48 anni, il ritorno di Innocenti: “Non riesco a smettere”
48 anni e non sentirli. Dopo quasi 400 gol in carriera tra Serie C, D ed Eccellenza, Riccardo Innocenti ha deciso di continuare a segnare. Il Classe, squadra che milita nel Girone C di Eccellenza dell’Emilia Romagna, a settembre lo ha accolto a braccia aperte per l’ennesima avventura in carriera.
Sul futuro uno spiraglio resta aperto: “Nella vita non si sa mai…”
L’attaccante classe 1974 sta proseguendo la sua vita da bomber a suon di gol. Con la maglia del Classe ha già realizzato 4 gol e punta alla salvezza a fine campionato: “Ho segnato 4 gol e ho giocato tutte le partite. In classifica galleggiamo nella zona playout, l’obiettivo è cercare di salvarsi: avendo molti giovani sarebbe come vincere un campionato“. La “seconda squadra di Ravenna” ha una rosa molto giovanissima, che può contare, però, sull’enorme esperienza di Innocenti: “La squadra è molto giovane, molti elementi sono Under e sono nati tra il 1999 e il 2005. Gli over siamo io e Nebil Caibi, ex difensore del Teramo“.
L’ennesima avventura della carriera dell’attaccante nasce con una telefonata durante l’estate, una chiamata a cui non poteva dire di no: “Il presidente mi conosceva già 3 anni fa quando ho fatto 6 mesi in Serie D. Quest’estate mi ha chiamato dicendomi di aver bisogno di un riferimento, ho iniziato ad allenarmi e alla fine mi ha convinto“. Il futuro è sempre un’incognita ma Innocenti sembra avere le idee molto chiare: “L’intenzione, come da un po’ di anni, è quella di smettere a fine stagione, poi una serie di motivi mi ha sempre spinto a continuare. Mancano 8 partite alla fine del campionato, speriamo di centrare la salvezza e poi di riposarmi un po’…“. Esclusa, dunque, ogni possibilità di proseguire la carriera? Dalle sue parole, uno spiraglio resta aperto: “Nella vita non si sa mai, però, l’idea comunque è quella di smettere e di dedicarmi ad altre cose, però mai dire mai. Sono 6 anni che dico che voglio smettere…(ride ndr)“.
Romagnolo doc ma sul cibo: “Cappelletti? Preferisco gli spaghetti integrali…”
Appena due anni fa l’ennesima promozione, dall’Eccellenza alla D, ancora una volta a suon di gol: “Volevo dare una mano a mio fratello Federico, capitano dell’Alfonsine, vincere un campionato con lui è stato emozionante“. A 45 anni l’esordio in Champions League con la maglia del Tre Penne, in Kosovo, contro il Santa Coloma. Cura maniacale del corpo e tanta volontà: “Diciamo che tra un piatto di spaghetti integrali in bianco e uno di cappelletti, pur essendo romagnolo, preferisco gli spaghetti”. Un atleta esemplare e guai a parlare di fine carriera: “Ho iniziato a giocare tardi, adesso sto recuperando il tempo perso”, rivela sorridendo.
A 16 anni era nel Ravenna di Del Neri, poi al Baraccalugo, in C2 con Checco Palmieri: “Una delle mie ispirazioni calcistiche“. Forza e costanza, oggi più di prima: “Col passare del tempo ho curato meglio l’alimentazione, lo devo soprattutto al mio vecchio allenatore Vincenzo Cosco, scomparso nel 2015 per un male incurabile, è stato lui che mi ha spinto ad investire su me stesso. Mi ha allenato con la Pro Vasto, vincemmo il campionato di D, poi al Val di Sangro in C2 e all’Andria in C1. Mi ha insegnato a curarmi, a mangiare e…a fare la prima punta. Prima ero prevalentemente un esterno”.
Una carriera tra i campioni: “Non ho giocato in Serie B per scelta”
Capocannoniere in tutti i campionati dalla C1 in giù, senza però mai fare il grande salto: “Ma non ho rimpianti, se non ho mai giocato in B è stato per una mia scelta e non me ne pento”. A 34 anni le tre chiamate più importanti, tutte dalla Serie B: il Grosseto di Iaconi, il Cesena di Bisoli, che poi andò in A, e il Crotone di Franco Lerda: “Non mi nascondo, avevo contratti importanti in C, era un altro calcio e ho sempre pensato che gol e emozioni non abbiano categorie“. Difficile in una carriera cosi lunga individuare i gol più decisivi: “Li ricordo tutti, sempre importanti“.
Riccardo fa un’eccezione: “Penso spesso alla mia rete nella prima storica vittoria del Barletta a Foggia, c’era Zeman, in attacco avevano Insigne, Sau e Farias“. Una storia che si è incrociata con quella di altri grandi bomber: “Tra i più forti con cui ho giocato ci sono Giorgio Corona e Nacho Castillo, compresi subito che sarebbero arrivati in Serie A“.
A 47 anni una nuova vita tra B&B e campi di calcio
“Mi alleno ogni giorno ma trovo anche il tempo per fare il papà, Niccolò gioca a calcio, Rebecca a pallavolo“. In giro per l’Italia, tra gol, campionati vinti e investimenti: “Ho degli appartamenti a Gallipoli, faccio attività ricettiva, li acquistai quando giocavo li“. Una favola quella dei giallorossi che resterà per sempre nella storia. Dall’Eccellenza alla B, tutto d’un fiato: “E vincemmo pure la Coppa Italia di C, era una squadra fortissima. Quando scendo nel Salento vado sempre a salutare il presidente Vincenzo Barba, ho ancora rapporti anche con l’ex presidente del Taranto Luigi Blasi e l’ex presidente del Ravenna Alessandro Brunelli. Tutte persone fantastiche“. C’è ancora tanto da scrivere nella storia del ‘Re leone‘: “Ogni anno penso sia l’ultimo poi capita sempre qualcosa che mi fa cambiare idea“. E succederà ancora, finché avrà fiato, tra spaghetti integrali e ossessione del gol.
A cura di Simone Schillaci