Questa mattina il Savoia ha diramato un lungo comunicato, firmato da Emanuele Filiberto. Al centro della questione ci sarebbe il dott. Franceschini, uno dei vecchi soci del club. Il principe lamenta il rischio di poter perdere la società, stando a quanto si legge, dopo i vari sforzi compiuti a causa di un ricorso presentato da Francheschini. In basso, riportiamo il comunicato integrale.
“Cara città, cari tifosi, corre l’obbligo di comunicarvi che il sig. Franceschini in data 17 aprile ha depositato in lega la sentenza che lo vedeva vincitore nei confronti di Pellerone, chiedendo che il titolo passasse a lui. Guarda caso ha deposita la sentenza in lega, richiedendo il titolo, ovviamente solo dopo la fine del campionato, dopo che noi abbiamo pagato tutta la gestione, abbiamo salvato il titolo e la categoria e dopo che abbiamo provveduto a saldare tutti i debiti“.
“Come tutti bene sapete, non volevo acquistare questo titolo, cosa che ho sempre palesato attraverso la stampa, proprio per il contenzioso tra Pellerone e Franceschini, e anche perché quel titolo valeva zero ma con dei costi di gestione altissimi e con una posizione in classifica disastrosa, infatti abbiamo dovuto rinforzare la squadra per poi salvarci all’ultima giornata di campionato. Ora lo posso dire apertamente, io con il Sig. Franceschini non volevo avere rapporti di alcun tipo, non volevo fare nessuna trattativa perchè avevo saputo da tanti tifosi che, anche se prosciolto, era stato coinvolto nel fallimento del Savoia calcio, ai tempi di Pane“.
Filiberto continua: “Il dott. Nazario Matachione congiuntamente con l’avvocato Carmine Romano, da me nominato, a seguito di pochissimi incontri avuti con Franceschini anche presso lo studio del figlio avvocato, che seguiva il contenzioso del padre, sia in sede civile che penale, mi avevano rassicurato che fosse una brava persona e che avesse dato la sua piena disponibilità a far subentrare lo scrivente nell’associazione e che avrebbe fatto tutto questo per la città ed i tifosi proprio in virtù delle vicende che l’avevano visto coinvolto nel fallimento del Savoia“.
“Gli proponemmo di partecipare all’associazione ma lui rifiutò, specificando che preferiva proseguire il contenzioso con Pellerone e che non aveva le disponibilità economiche personali per poter mantenere, anche in quota, la gestione della squadra. A prescindere dalla stretta di mano che si diede presso lo studio del figlio con il dott. Matachione e con l’avvocato Romano (tale notizia fu anche riportata in un articolo de Il Mattino, il 14 novembre) chiesi all’avvocato che, prima di entrare nell’ associazione, quell’impegno verbale fosse messo per iscritto ed infatti il 16 novembre ci firmò il documento. Il sig. Franceschini presiedette anche all’assemblea del mio subentro, presso lo studio del dott. Crescitelli, a cui partecipai da remoto in quanto ero all’estero“.
“Quella sera, a parte i 3 associati, c’erano una ventina di persone e Franceschini brindò e festeggiò al mio ingresso insieme a tutti i presenti. Avrebbe potuto benissimo in quel momento chiedere di entrare anche lui con me nell’associazione, o semplicemente in caso di ripensamento avrebbe potuto nei giorni o mesi seguenti manifestare la sua volontà. Mi hanno anche riferito che è stato nostro ospite in una delle ultime partite per la salvezza ed è stato insieme ai tifosi del Savoia, che lo hanno accolto con estremo rispetto, proprio in virtù dei nostri comunicati pubblici in cui riportavamo che lui non avrebbe mai utilizzato quella sentenza“.
“C’è di più a gennaio, lui era ben consapevole, avendo partecipato all’assemblea, della trasformazione dell’associazione in società di capitali e come per legge tale trasformazione è stata pubblicata in camera di commercio, per consentire a tutti, compreso a Franceschini, di potersi opporre nei termini di 60 giorni, trascorsi tali termini il tribunale ci ha rilasciato il certificato in quanto nessuno si è opposto. La trasformazione da associazione a società di capitali era necessaria ed indispensabile altrimenti la Casa Reale Holding spa non avrebbe potuto acquistare in quanto una società di capitali non può far parte di un’associazione. Giustamente non si è palesato nei termini di legge perchè se l’avesse fatto noi avremmo bloccato i pagamenti e lui sarebbe dovuto intervenire economicamente per portare a termine il campionato“.
Filiberto prosegue: “A questo punto il suo disegno è fin troppo chiaro: convincerci a prendere la squadra, a pagare tutta la gestione, a salvare il titolo per poi prendersela pulita, senza debiti e salva. I costi che abbiamo sostenuto da novembre ad oggi sono documentati e certificati perchè effettuati tutti con bonifici bancari e lui ne era a conoscenza. Se avesse un minimo di onestà intellettuale ritirerebbe subito quella richiesta fatta alla lega. Noi siamo solo delle persone che hanno rilevato l’associazione in buona fede, mettendoci soldi, passione ed amore, per non farla fallire. Come detto sopra se fosse stato onesto e non avesse voluto approfittare della nostra buona fede, avrebbe depositato subito alla lega la sentenza (22/3-30/3), invece di attendere la fine del campionato e la salvezza del titolo, ma scaltramente ha preferito aspettare che noi onorassimo tutti gli impegni presi e soprattutto che il Savoia salvasse il titolo“.
“Voglio sottolineare che la salvezza è avvenuta solo il 15 aprile e dopo appena 2 giorni Franceschini ha notificato la sentenza. Ha avuto con noi un comportamento per nulla limpido, ci ha raggirato ben consapevole che se non fossimo subentrati noi il titolo sarebbe ritornato alla lega perchè la squadra non sarebbe scesa in campo senza il pagamento dei contributi ai calciatori. La cosa peggiore è che anche quando Franceschini ha ricevuto la sentenza a fine marzo, ha continuato a mandare messaggi al dott. Matachione in cui continuava a rassicurarlo che mai avrebbe agito contro di noi, ed ora alla luce di tutto quanto capisco quanto sia stato in malafede con noi ed indirettamente anche nei confronti della città e dei tifosi. Ha preso le distanze dalla squadra in un momento estremamente delicato ed oggi sta rivendicando un qualcosa che non gli appartiene“.
La conclusione del comunicato: “Se in passato è stato prosciolto in quanto non ritenuto colpevole per il fallimento del Savoia, questa volta sta facendo di tutto per far scomparire il nome di questa società dal calcio e riportare il titolo a Giugliano, con i nostri soldi, i sacrifici della società e dei tifosi. La cosa più inquietante? Ad oggi Franceschini non ha ancora notificato né a me né all’associazione che presiedo questa sentenza per farmi capire cosa vuole dall’associazione, dal Savoia e dalla città e per consentirmi di difendere in tutte le sedi opportune, nessuna esclusa“.
“Si è solo limitato ad inviare la sentenza il 30 marzo via whatsapp al dott. Matachione ma nello stesso tempo tranquillizzandolo scrivendogli che avrebbe agito nei confronti di altri soggetti. Giù le mani dal Savoia, lo proteggerò con tutte le mie forze perchè non consento a nessuno di prendersi qualcosa che non gli appartiene più. Soprattutto per tutti quei tifosi che ci hanno messo corpo, anima e speranze. Avanti Savoia! il Presidente S.A.R. Emanuele Filiberto di Savoia“.