Sossio Aruta: “Vorrei raggiungere i 400 gol in carriera”
Una carriera lunga oltre trent’anni e forse, il momento di dire basta non è ancora arrivato. Sossio Aruta, attaccante classe 1970, tra i campi professionistici e dilettantistici ha ancora un obiettivo al quale tiene particolarmente: raggiungere quota 400 gol.
Ai microfoni di Fanpage.it, Aruta ha trattato diversi temi: dal campo al mondo televisivo, vissuto in prima persona con il reality show “Campioni, il sogno”. E infine, una considerazione personale riguardo alle difficoltà dei nostri settori giovanili.
“Se arriva una chiamata non mi tiro indietro”
“Ufficialmente non ho mai smesso di giocare almeno fino all’anno scorso, ero in forza al Qualiano. Volevo e vorrei raggiungere ancora i 400 gol in carriera. Sono fermo a 382 gol in campionato. Non sono conteggiati i gol di Coppa e Play-Off, se conteggiamo quelli ho superato quota 400 da un pezzo.
Di certo, se dovesse arrivare una chiamata non mi tirerei indietro. Adesso sto giocando il Torneo ASI (Amatori, ndr) a Taranto, dove vivo. Quest’anno siamo saliti in Serie A e gioco con loro anche per restare in allenamento. I gol che faccio in questa lega, ovviamente, non valgono nei tornei FIGC“.
Il reality show con Ciccio Graziani
Un reality show che è diventato un cult. Nei primi anni duemila è andato in onda su Italia Uno, “Campioni, il sogno”. Un programma televisivo che seguiva la vita privata e calcistica dei componenti della rosa del Cervia, club che oggi milita nel campionato di Promozione emiliana. Aruta ricorda quegli anni in cui, anche senza i social, è diventato un vera e propria icona.
“È uno dei ricordi calcistici più belli perché è stato qualcosa completamente fuori dagli schemi. Qualcosa di inedito per il calcio e per la televisione. Ho conosciuto persone straordinarie come Ciccio Graziani e Magrini. Siamo stati trattati come dei giocatori di prima fascia in quella stagione. Non potevamo camminare per strada, la gente ci amava. C’erano gli stadi pieni, ovunque si andava a giocare. Il seguito che avevamo in quella stagione è stato irripetibile.
A volte Graziani mi metteva fuori dall’11 titolare e il pubblico invece chiedeva sempre di farmi giocare. Nacque così questa triangolo: io, Graziani e il pubblico. Era divertente: facevo il calciatore e avevo anche una visibilità non indifferente. Alla fine, ebbe ragione il pubblico perché cominciai a segnare e feci anche la doppietta decisiva che ci mandò ai play-off. Ci fossero stati i social all’epoca, ora avrei milioni di follower“.
Sossio Aruta: “Quello che sta accadendo in Arabia Saudita? Ecco di chi è la colpa”
“È vergognoso quello che sta succedendo, tutti questi calciatori che stanno scappando alla ricerca dei soldi. Fanno bene, soprattutto quelli a fine carriera, ad andare perché la carriera è finita. Ma giocatori giovani, penso a Gabri Veiga ma anche uno come Marcelo Brozovic, che vanno via solo per i soldi è inconcepibile.
Le colpe però partono da casa nostra, dalle categorie inferiori del calcio nostro. Non ci sono più allenatori del settore che si occupano dei vivai, ci sono allenatori che lavorano solo perché portano gli sponsor e non sanno neanche come si sta su una panchina“.