Spettacolo e polemiche nel derby abruzzese tra L’Aquila e Avezzano
L’Italia storicamente è il paese dei campanilismi, di aspre rivalità. Nella prima domenica di Novembre mentre a Milano andava in scena il derby della Madonnina tra Milan e Inter a 680 chilometri di distanza si disputava il derby abruzzese tra L’Aquila e l’Avezzano, valevole per il campionato di Eccellenza.
VOGLIA DI RISCATTO
Spettacolo con più di 2.000 spettatori sugli spalti dello stadio “Gran Sasso d’Italia – Italo Acconci”, inaugurato nel 2016. Una cornice sicuramente da altre categorie con un pubblico voglioso di riscatto dopo anni difficili, non solo dal punto di vista sportivo. Dopo varie stagioni in Serie C, nel 2018, i rossoblù non si iscrivono al campionato di Serie D e sono così costretti a ripartire da categorie inferiori con un’altra denominazione. In due anni, gli abruzzesi vincono dapprima il campionato di prima categoria e poi anche quello di promozione. Al primo anno di Eccellenza arrivano solo secondi alle spalle del Chieti. Quest’anno l’obiettivo è il ritorno in Serie D ma le avversarie non mancano, oltre l’Avezzano, su tutte spicca il Giulianova.
IL VELENO IN CODA
Non è bastato la passione e l’incessante incitamento dei suoi supporter a L’Aquila per portare a casa l’intera posta in palio. Nel capoluogo abruzzese, scendevano in campo le prime due della classe. Gli aquilani guidati in panchina da Federico Giampaolo, fratello di Marco, ex tecnico di Milan, Torino e Samp, si sono portati in vantaggio a cinque minuti dal termine con un colpo di testa di Bedin proprio sotto il settore più caldo del tifo aquilano. L’Avezzano non ci sta e a tempo ormai scaduto raggiunge un insperato pareggio con Dos Santos che in mischia gela il pubblico locale.
L’AQUILA SU TUTTE LE FURIE
Dopo gara di fuoco nella sala stampa con Giampaolo polemico per alcune decisioni arbitrali.
“Se andiamo a rivedere il finale, è assurdo. La questione del recupero lo è stata altrettanto. Se vogliamo analizzare la partita, loro giocano bene, ma non hanno fatto un tiro in porta. Avevamo la partita in pugno, c’è dispiacere. Oggi la partita l’abbiamo pareggiata per colpa dell’arbitro. È una grande beffa per tutti quanti noi, avevamo conquistato la partita sul campo ed era nostra. Il pubblico? Ci ha sostenuto e invogliato, ci dispiace per il risultato, perché la vittoria sarebbe stata dedicata a loro”.
Duro sfogo anche del direttore generale Tuosto che non usa parole al miele nei confronti della terna arbitrale.
“Oggi la terna arbitrale ha totalmente perso la partita. Se si trattasse solo della partita di oggi, non saremmo venuti in conferenza. È da tempo, però, che ci sono delle decisioni molto dubbie nei nostri confronti. I nostri ragazzi meritano rispetto da parte della terna arbitrale. Non recriminiamo sui punti, ma vogliamo rispetto. Ad oggi, probabilmente, non siamo simpatici”.
A cura di Luigi Monti.