Il giudice sportivo della delegazione di Piacenza ha squalificato per nove mesi l’allenatore dell’Under 19 della Libertas San Corrado, società piacentina di seconda categoria. Il motivo della lunga squalifica, che terrà fuori l’allenatore fino al prossimo 30 giugno, è un episodio di razzismo.
Infatti, come si legge nel comunicato, questo sarebbe stato allontanato al 23esimo del primo tempo a seguito di una serie di insulti, diretti proprio all’arbitro, riguardanti il colore della sua pelle. Non soddisfatto, una volta giunto in tribuna, avrebbe continuato a perpetuare questi atti di razzismo.
A rendere però ancora più significativo l’accaduto, la motivazione che accompagna la decisione giudice sportivo. Infatti, stando al regolamento, la pena minima prevista in questi casi sarebbe di quattro mesi; meno della metà di quella inferta all’allenatore piacentino.
Tuttavia, stando a quanto scritto nel referto, ciò che avrebbe condotto ad una sentenza così dura sarebbe stato il verificarsi di alcune aggravanti. Prima su tutte il fatto che, una volta allontanato e posizionatosi in tribuna, l’allenatore abbia proseguito ad insultare l’arbitro.
In secondo luogo poi, c’è il fatto che gli insulti siano stati rivolti direttamente al direttore di gara. Questo di per sé non rende più o meno grave l’insulto razziale ma ne costituisce, come si legge nel testo, un’aggravante. In ultimo però, quello che forse è il punto più interessante.
Il giudice sportivo avrebbe volutamente calcato la mano perchè a mantenere questo ingiustificabile comportamento sarebbe stato un allenatore della Juniores. Ovvero, si legge, colui che dovrebbe essere di esempio per i propri giovani atleti. Insomma, viste queste condizioni il giudice ha deciso di inibire l’allenatore fino al prossimo 30 giugno. Questo con la speranza che possa essere un messaggio recepito da colleghi, dagli arbitri e dai vari tesserati. Certi comportamenti vanni puniti e non tollerati.
Di seguito, riportiamo il comunicato integrale del giudice sportivo, con il quale inibisce il tesserato.
“Al 23’del primo tempo l’arbitro espelleva l’allenatore della società Libertas San Corrado, poiché quest’ultimo gli rivolgeva un grave insulto razziale, riferito al colore della sua pelle. Dopo l’espulsione, si posizionava tra il pubblico. Qui continuava a contestare ogni decisione arbitrale, fino ad urlare un nuovo e gravissimo insulto razzista nei confronti del medesimo direttore di gara. La rilevanza dei fatti descritti, come riportato nei documenti ufficiali, è ulteriormente aggravata dal fatto che essi sono ascrivibili ad un allenatore di una squadra di categoria Juniores. Di un soggetto, pertanto, che dovrebbe essere di esempio per i propri giovani atleti“.
“Costituisce aggravante ulteriore il fatto che, dopo un primo insulto razzista, rivolto al direttore di gara dal campo, il sig. abbia reiterato tali insulti dalla tribuna. In ultimo, si osserva che il fatto di aver rivolto tali insulti razzisti all’arbitro, il soggetto cui è demandato il compito di dirigere la gara e di verificare l’osservanza del regolamento, costituisca altra e non trascurabile aggravante. Il Giudice Sportivo, rilevato che l’art. 28, comma 2, del Codice di Giustizia Sportiva F.I.G.C. prevede l’inibizione o la squalifica non inferiore a quattro mesi; rilevato che le aggravanti sopra descritte debbano essere tenute in considerazione ai fini della determinazione della pena, considerata la sosta invernale, commina l’inibizione da ogni attività sino al 30 giugno 2023“.