Continuano gli episodi di razzismo nel calcio dilettantistico. Alla base della squalifica c’è la parola “n***o”, rivolta ad un giocatore avversario. Per questo motivo Antonio Ceccarini, allenatore dell’Urbino, è stato squalificato fino al prossimo 16 luglio: “per discriminazione di motivi di razza“. A renderlo noto la FIGC Marche con un comunicato ufficiale. La società gialloblu, però, non ci sta e attraverso un comunicato ufficiale ricostruisce la vicenda.
Nella partita andata in scena lo scorso 13 marzo l’Urbino ha battuto di misura il Grottammare. L’arbitro ha allontanato dal campo l’allenatore dei padroni di casa quando il cronometro segnava il minuto 51. Alla base del cartellino rosso un insulto discriminatorio nei confronti di un giocatore avversario. A pronunciare l’epiteto, però, non sarebbe stato l’allenatore di casa, bensì un altro tesserato. La terna arbitrale, infatti, sarebbe stata ingannata dalla confusione creatasi attorno alla panchina. Lo stesso allenatore, infatti, pare stesse veementemente placando gli animi accesi dei calciatori.
L’Urbino, attraverso un comunicato ufficiale, prova a chiarire la vicenda: “L’episodio accaduto è stato compiuto da un tesserato dell’Urbino in quel momento seduto in panchina e non da Antonio Ceccarini come riportato erroneamente nel referto arbitrale. Il tesserato, con un gesto estemporaneo e non collegato a episodi di gioco particolari, ha proferito la frase incriminata e fin da subito si è dichiarato colpevole di tale gesto anche nei confronti dei giocatori e dirigenti avversari e della società di appartenenza“.
Nella seconda parte del comunicato ufficiale dell’Urbino, in risposta al comunicato ufficiale del Comitato Regionale delle Marche, che contiene l’ufficialità della squalifica, si leggono le parole dello stesso tecnico. Ceccarini si ritiene molto amareggiato per quanto accaduto, ma conferma la sua estraneità dai fatti: “Sono episodi che in un campo di calcio non dovrebbero esistere. Sono stato nella confusione additato come colpevole ma il mio intento in quel momento era solo di calmare gli animi. Anche alcuni componenti della panchina avversaria hanno visto che la frase non era stata da me proferita. In molti sono venuti a dirmelo al termine della partita. Purtroppo il gesto è condannabile ma non posso permettere di scalfire la mia reputazione per una cosa che non ho commesso“.
La società marchigiana dichiara di aver già preso dei provvedimenti nei confronti dell’autore del gesto. Inoltre, rinnova la sua solidarietà nei confronti del giocatore offeso e dell’intera squadra del Grottammare. Queste le parole del comunicato: “La Società Urbino Calcio, pur essendo dispiaciuta per la professionalità e lo spessore umano della persona autore della frase incriminata, ha già preso provvedimenti nei suoi confronti allontanandolo dalla Società e prendendo le distanze da quanto accaduto“.
Non sarebbe la prima volta che la società deve fare i conti con epiteti razzisti. L’Urbino si dichiara contrario al razzismo: “Da sempre la società si batte contro episodi ed epiteti razzisti. Consapevoli della gravità del gesto, rimarchiamo l’assoluta estraneità di Antonio Ceccarini. Sarà fatto tutto quanto necessario per tutelare l’immagine dell’allenatore e uomo. Ci scusiamo ancora per l’accaduto con tutta la società Grottammare, i suoi giocatori, lo staff dirigenziale e i suoi tifosi consapevoli della gravità della frase proferita e del danno causato al suo giocatore“.
A cura di Simone Schillaci