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Pino Taglialatela, l’oro di Napoli e la rinascita con l’Ischia: “Ho avuto la fortuna di realizzare i miei sogni”

Pino “Batman” Taglialatela, un nome che ha segnato un’epoca. Nell’Italia degli anni Novanta, caratterizzata da una generazione di portieri fenomenali, quella del numero uno ischitano rappresenta una storia speciale. Una vita nel Napoli, in quella squadra che mestamente affrontava il tramonto dell’epopea maradoniana. Poi gli anni di transizione in massima serie, culminati con le lacrime di Parma e la retrocessione in Serie B. Una favola partita da lontano. Si, perché Pino muove i sui primi passi ad Ischia, isola che affaccia all’estremità settentrionale del golfo di Napoli e in cui tornerà anche dopo aver appeso i guanti al chiodo. Oggi, infatti, l’ex portiere è il Direttore Generale dell’Ischia Calcio.

Il primo allenamento a Soccavo con Maradona

Un amore smisurato e viscerale, per la sua terra e per il calcio. Tant’è che sono bastati pochi attimi per capire quale fosse il desiderio da realizzare: “Ho messo sin da subito i guantoni – afferma Taglialatela –, già quando avevo cinque anni e mi ritrovavo a fare voli nella mia stanza. Poi le prime partite con gli amici del mio quartiere, sino alla partenza per Napoli. Alla mia crescita e maturità calcistica si lega il ricordo più bello, che porto da sempre con me. Arrivai alle giovanili della società azzurra e nell’annata 1985/86 fui chiamato dal mio idolo Castellini (all’epoca preparatore dei portieri del Napoli, ndr) per un allenamento con la prima squadra. Ricordo ancora l’attimo in cui entrai nello spogliatoio a Soccavo: vidi Maradona per la prima volta dal vivo e, dall’emozione, non ho parlato per due giorni consecutivi (ride)”.

A difesa dei pali della squadra del cuore

Ancora oggi, Taglialatela è uno dei calciatori ricordati con maggiore affetto dalla platea azzurra: “Io sono tifoso del Napoli – prosegue Pino –, e il fatto di essere ancora apprezzato con così tanto affetto dai tifosi vale più di un trofeo vinto. Che avrei vinto magari andando altrove. Ma preferisco poter contare sull’affetto smisurato che la gente nutre ancora nei miei riguardi. Ho visto la prima partita al San Paolo nel ’78, e da lì decretai il mio sogno: uscire dal tunnel degli spogliatoi e difendere i pali della squadra che amo, anche solo per un minuto. Sono arrivato a 200 partite in maglia azzurra, direi di aver realizzato il mio desiderio. L’emozione più bella? Non ho dubbi: l’esordio in Serie A con il Napoli. A Torino con la Juventus, il 6 gennaio 1991. Scesi in campo al fianco di Maradona e Careca, un sogno”.

Il futuro di Taglialatela

Il presente recita Ischia. Una nuova sfida, da vivere dietro la scrivania. Ma con la stessa passione e lo stesso impeto di quando Pino era in campo. La squadra ricopre la quarta posizione del girone B di Eccellenza campana, ma il futuro è nel sogno di un futuro glorioso: “Vogliamo creare qualcosa di diverso. La squadra, allenata da un allenatore preparato come Angelo Iervolino, è composta da soli cittadini ischitani. Abbiamo dato un incipit netto al nostro modus operandi, puntando fortemente sulle leve che il territorio offre. Grazie al contributo di tutta l’isola, stiamo crescendo e vogliamo ottenere risultati sempre più importanti. Ci vorrà del tempo, ma non intendiamo porci limiti”.

A cura di Giuseppe Vitolo