Torregrotta, Nastasi: “Vi spiego come ho parato un rigore a 58 anni”

Il mondo del calcio continua a regalare emozionanti pagine di sport e oggi, ai microfoni di seried24.com, raccontiamo quella di Salvatore Nastasi, portiere 58enne che è riuscito a parare un calcio di rigore. Conosciamo meglio il protagonista e la sua storia.

Torregrotta, Nastasi: “Ho visto il posizionamento del rigorista”

Salvatore Nastasi, 59 anni il prossimo 24 marzo, è il portiere del Torregrotta, club che gioca nella Prima Categoria siciliana. Nel corso della gara con il Città di Galati, disputata ieri e conclusasi sul 2-2, l’estremo difensore è riuscito a parare un calcio di rigore. “Prima di tuffarmi ho fatto un saltino perché ho visto il posizionamento del rigorista – spiega Nastasi – Ho intuito che avrebbe calciato alla mia sinistra e così è stato. Tanti calciatori, durante la corsa, decidono di cambiare lato ma ho capito che l’avversario avrebbe calciato lì”.

Da pochi giorni è salito in cattedra un interessante trasferimento nel mondo del calcio: Kazuyoshi Miura, giocatore dello Yokohama FC, è andato in prestito all’Oliverense (Serie B portoghese). Cosa può centrare la sua storia? L’attaccante giapponese, molto conosciuto in patria e non solo, negli ultimi anni è divenuto famoso per la sua età: ben 55 anni, classe ’67. Ad oggi infatti, Miura è il calciatore più anziano in attività nella storia del calcio professionistico.

Kazuyoshi Miura

Una storia che, proprio come quella di Nastasi, conferma che la passione per il calcio va ben oltre la carta d’identità. “Mi alzo tutte le mattine alle 6:15 circa, finisco a lavorare come metalmeccanico alle 17, vado a casa, faccio la doccia e tre volte a settimana vado al campo ad allenarmi. Tassativamente”. Una routine da sportivo vero – Io sono il secondo portiere. Lo scorso anno il primo si era fatto male e ho giocato trequarti di campionato. La gioia è stata poi amplificata con la promozione in prima categoria”.

Torregrotta, Nastasi: “Sarei dovuto andare a giocare altrove”

Dall’esser messo fuori squadra fino al ritorno con i ragazzi. “Quest’anno non ho avuto la possibilità di giocare perché l’allenatore che c’era prima mi aveva messo fuori squadra. Purtroppo la mia età non ha aiutato, sarei dovuto andare a giocare con un’altra squadra. Poi è subentrato l’allenatore attuale che mi ha chiamato e ha detto ‘resta con noi, ti faccio fare il secondo’. – Salvatore Nastasi mette a disposizione tutta la sua esperienza, dentro e fuori dal campo – Ieri, quando siamo rientrati negli spogliatori, stavamo perdendo 2-0. Non potevamo mollare, per questo ho detto a tutti che ‘come loro ci hanno fatto due gol il primo tempo, anche noi possiamo farne due nel secondo. Testa bassa, pedalare e cerchiamo di portare a casa il risultato’”.

“Cosa mi spinge a giocare? La voglia di andare in campo. Zoff un idolo”

Mi alleno sempre: corsetta, calcetto, sana alimentazione, non bere e fumare. – Queste le poche e semplici regole seguite da Salvatore . – Cosa mi spinge a giocare? La voglia di andare in campo, di non smettere perché mi diverto. Spero che la mia storia serva a qualche ragazzo per portarlo a vivere uno sport sano, fatto di passione e divertimento. Ogni tanto può capitare qualche papera ma ci sta. Le cose più belle sono proprio le soddisfazioni che riesci a toglierti”.

“Con i ragazzi della squadra ho un ottimo rapporto. Spesso dopo l’allenamento vogliono calciare in porta per segnarmi. Forse perché ogni tanto li prendo in giro (ride, ndr). E’ davvero un bel rapporto, cerco sempre di incoraggiarli e spronarli”. Come la maggior parte degli appassionati, anche Nastasi ha un idolo. “Dino Zoff era, e lo è ancora, un idolo per me”. Idolo attuale invece? Salvatore Nastasi ha le idee chiare. “Chi vedo bene come portiere oggi? Salvatore Nastasi”.

A cura di Davide Balestra

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