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Torino, chi va male a scuola resta a casa: l’iniziativa del piccolo club di quartiere

RG Ticino Carobbio

Nel borsone di calcio, oltre a scarpini e parastinchi, per i ragazzi del Vanchiglia ci deve per forza stare anche spazio alla pagella del primo quadrimestre. Ovviamente si spera in una pagella ricca di sufficienze. Ma qualora le valutazioni scolastiche non saranno buone, specie in condotta, allora si prenderà una punizione (decisa con la famiglia), come la mancata convocazione alla prossima partita di campionato e un posto a sedere in tribuna. 

Il messaggio ricevuto dai genitori dal club piemontese

Nelle scorse settimane tutti i genitori dei ragazzi che fanno parte dello storico club dilettantistico di Torino, hanno ricevuto un messaggio dalla società. L’attività scolastica e quella sportiva sono complementari nella crescita dei nostri atleti – si legge dal comunicato del Vanchiglia -, pertanto vi chiediamo la possibilità di poter visionare le pagelle scolastiche del primo quadrimestre, con l’obiettivo di avere una conoscenza maggiore del bambino-ragazzo ed essere di supporto nel correggere e migliorare i suoi aspetti comportamentali evidenziati a scuola”. Il Vanchiglia è uno dei club dilettantistici più blasonati nel torinese. Infatti tutte le sue formazioni sono abituate a scendere in campo con l’obiettivo di vincere e portare a casa risultati. Prima, però, per il Vanchiglia l’obiettivo è quello di avere tesserati bravi a scuola e che crescano con dei sani principi.

Manzo: “L’attività scolastica e sportiva sono complementari alla crescita dei nostri ragazzi”

Nel frattempo, di questa iniziativa, ne ha parlato al Corriere della Sera il direttore sportivo del club Vincenzo Manzo, ex calciatore della Juventus Primavera. “Io sono cresciuto calcisticamente nella Juventus dal 90 al 96. – esordisce Manzo – Nella società bianconera, i giovani erano seguiti severamente anche a scuola. Mi ricordo che c’era un dirigente che ci firmava i voti sul diario“. Da questa stagione il ds Manzo fa parte del Vanchiglia, che ha circa 430 tesserati e la prima squadra iscritta al campionato d’Eccellenza. L’idea di chiedere alle famiglie, in modo facoltativo, è nata per la convinzione che “L’intelligenza scolastica è fondamentale per diventare buoni calciatori. E non viceversa“, dice Manzo. Ovviamente: “Non possiamo migliorare un tre di inglese o di matematica – spiega il direttore del club -. Parleremo con i ragazzi e, insieme ai genitori, faremo comprendere loro che la correttezza nei comportamenti non è da tenere solo in campo. Devono valere anche in classe“.

Al Vanchglia, qualora i risultati scolastici non siano positivi, si è dunque pronti anche a prendere decisioni drastiche: “Molti genitori chiedono agli allenatori di parlare con i figli, perché non li ascoltano. Questo capita perché i giovani credono che il papà e la mamma siano ingiusti. Gli istruttori devono contribuire alla loro crescita, non solo tecnica. E, in accordo con le famiglie, siamo pronti a impartire delle sanzioni disciplinari, come non convocare il tesserato alle partita del sabato o della domenica“, conclude il direttore Manzo.