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Ecco il tanto atteso lieto fine per la favola Bra: è finalmente Serie C

Crediti foto: Andrea Lusso, pagina Facebook Bra

Il Bra, dopo un campionato dominato in lungo e in largo, ha finalmente raggiunto l’aritmetica promozione in Serie C

Bra, il sogno è diventato realtà. La squadra giallorossa vince il girone A di Serie D e conquista per la seconda volta nella sua storia la promozione tra i professionisti. Nella stagione 2013/14 i piemontesi salirono in quella che si chiamava ancora Lega Pro Seconda Divisione, l’anno prossimo sarà invece Serie C. Un campionato stradominato, dall’inizio alla fine, un trionfo meritatissimo quello dei ragazzi allenati da Fabio Nisticò.

Eppure a inizio anno i favori dei pronostici pendevano verso altre squadre, le quali avevano investito molto di più, dichiarando l’obbiettivo promozione. Il Bra partiva innanzitutto per ottenere i famosi 40 punti per la salvezza e poi per ripetere i buoni campionati fatti negli anni passati e terminati di fatto sempre in zona play off. Tuttavia, grazie alla forza delle idee, ad un’ottima programmazione e a un gioco corale propositivo e votato all’attacco la squadra del presidente Germanetti è riuscita compiere una grandissima impresa.

Con una squadra con un’età media di poco superiore ai 22 anni complessivi, i direttori Menicucci e Sartori e l’allenatore Nisticò hanno compiuto un autentico capolavoro. Un ambiente sereno, dove le pressioni sono minori rispetto ad altri contesti, ha permesso a dirigenza e allenatore di proseguire, da un lato, l’ottimo lavoro del triennio precedente svolto da Montanaro e Floris e, dall’altro lato, di portare in estate alcuni giocatori nuovi che si sono rivelati delle scommesse vincenti.

Ancora una volta si è dunque confermata la teoria per la quale la forza delle idee e una corretta programmazione hanno spesso la meglio su mercati faraonici e spese folli. Acquisti come Ribero, Sganzerla, Costantino, Minaj e Aloia si sono rivelati funzionali al 3-5-2 di Nisticò. L’allenatore ex Chisola ha saputo costruire un impianto di gioco dove tutto il collettivo veniva esaltato. Il Bra ha saputo regalare un calcio fatto di intensità, qualità e efficacia sia in fase offensiva che difensiva.

I segreti del Bra: forza del gruppo e valorizzazione dei giovani

A Bra c’è stata molta intelligenza nel saper dar seguito alla gestione precedente. E’ stato infatti confermato gran parte del gruppo storico che da anni veste la maglia giallorossa. I vari Tos, Pautassi, Tuzza e Quitadamo rappresentano quell’ossatura fondamentale per una squadra vincente. Leader e trascinatori di un gruppo composto da giovani talenti molto interessanti. La grande forza del Bra è stato proprio il collettivo, ad esempio non è spiccato un bomber da venti reti, ma tutti hanno saputo apportare il loro fondamentale contributo.

Come si diceva sopra, un altro tratto distintivo di questa squadra è la bassa età media. Sono tanti infatti i giovani che si sono messi in mostra in questa annata. Il portiere classe 2006 Ribero, i difensori Giorcelli e Sganzerla, l’esterno Mawete e il centrocampista Giallombardo, solo per citarne alcuni. Vanno ricordati poi i giocatori arrivati in estate per rafforzare il reparto offensivo. La seconda punta Minaj, arrivato dalla Vogherese, autore di 9 gol e 11 assist, e gli attaccanti Costantino e Aloia. Il primo arrivato dal Pinerolo, il secondo dal Centallo dopo un’ottima annata in Eccellenza. Entrambi hanno messo a referto 10 gol.

Crediti foto: Andrea Lusso, pagina Facebook Bra

Bra, un campionato dominato fin dall’inizio

In casa giallorossa la stagione non era partita sotto i migliori auspici. Infatti nel pareggio contro l’Asti alla prima giornata, i piemontesi sbagliarono ben due rigori. Eppure dal match successivo i risultati e le prestazioni hanno fatto immediatamente capire la forza e la qualità di Tos e compagni. 5-0 al Vado, 4-0 alla Lavagnese e al Derthona, tante vittorie con molti gol di scarto e un gioco corale davvero impressionante fatto di grande produzione offensiva e di ottima solidità difensiva.

Durante tutto il campionato i ragazzi di Nisticò non hanno mai avuto dei veri e propri momenti negativi, ma soltanto qualche naturale e fisiologica battuta d’arresto, come quella contro il Chisola o la Novaromentin. Probabilmente la vittoria decisiva che di fatto ha sancito la chiusura del campionato c’è stata a metà gennaio quando con una prova maiuscola i giallorossi si sono imposti sul campo del Vado per 3-0, andando a più dieci sui diretti rivali. Adesso è giunto il momento dei meritati festeggiamenti, la Serie C attende.