Home » Gelbison, Giampà: “Siamo stati costruiti per vincere”
Pompei Giampà

L’intervista a Domenico Giampà, l’allenatore dell’attuale e fresca capolista del girone G: la Gelbison

“Dare sempre il massimo”. Questa è la filosofia di gioco con cui Domenico Giampà conduce l’attuale capolista del girone G: la Gelbison. Tante squadre, forse addirittura troppe, si trovano raggruppate da ormai diverso tempo nei pochi punti che distanziano le posizioni di vertice della classifica. Oltre ai rossoblù, Cassino e Guidonia sono affamati di vincere e ottenere la tanto agognata promozione tra i professionisti.

E non è finita qui. Anche Sarnese e Paganese non sono così distanti. Al contrario, sono soltanto sette le lunghezze di distacco tra le cinque formazioni. Una vicinanza, una caratteristica che questo raggruppamento sembra non avere la minima intenzione di abbandonare, e che l’ex Como conosce – e ha imparato ad affrontare nel modo migliore – nel corso di questo campionato così insidioso.

Se si aspettasse il primo posto? “Siamo stati costruiti per vincere”, è così che Giampà ci delizia con le prime parole per la sua Gelbison. “Insieme al Guidonia ci dovevamo giocare il campionato, però poi si è visto che man mano squadre come il Cassino, che fino alla scorsa giornata è sempre stato primo in classifica, o anche come la Sarnese, sono iniziate ad emergere. È un campionato equilibrato, però da parte della mia squadra mi aspettavo un cammino del genere”.

Forse ci sono stati fattori chiave, o probabilmente il sorpasso del Cassino, seppur di poco, è stato opera dell’enorme mentalità dell’ex Salernitana. “Il Cassino gioca insieme da tanti anni, quindi è una squadra molto regolare. Noi abbiamo fatto il grosso recupero con gli ultimi undici risultati utili consecutivi, con sette vittorie di seguito. Sarà un campionato che si deciderà all’ultima giornata, soprattutto per noi, Guidonia e Cassino. Anche se la Sarnese adesso sta spingendo forte, è un’altra squadra che si potrebbe inserire”.

Giampà: “Ogni partita è come l’ultima”

La svolta della Gelbison? “Ad Anzio, ma nel girone di andata. Venivamo dalla sconfitta con il Guidonia e nel primo tempo perdevamo uno a zero. Nel secondo invece abbiamo fatto 25 minuti di un livello impressionante. Penso che la rincorsa sia nata in quella partita là”. Le insidie e le difficoltà però non sono ancora giunte al termine, c’è uno scontro diretto da affrontare a breve: “Sono tutte partite difficili però bisogna pensare ad una partita per volta. La prossima è con il Real Monterotondo, dopo c’è il Cassino. Sappiamo che adesso siamo avanti. Dobbiamo pensare che sono tutti scontri diretti”.

La competitività è infatti una delle prime caratteristiche che ritorna alla mente quando si pensa al campionato di Serie D. E l’allenatore rossoblù questo lo sa bene, data sia la sua ampia esperienza da calciatore tra le massime serie calcistiche che l’avventura che sta vivendo in un girone così difficile. “A differenza di altri gironi in cui dalla prima alla sesta classificata ci sono minimo quindici punti, nel nostro ce ne sono soltanto sette, quindi c’è molto equilibrio. Magari non ci sono grosse tifoserie a seguito, però si trovano squadre attrezzatissime, con tanti presidenti che costruiscono club super competitivi. Se non sei al massimo ogni domenica rischi di perdere con tutti”.

Giampà: “Non ci sono segreti. Bisogna sempre dare il massimo”

Quindi, qual è la filosofia che Giampà sta cercando di trasmettere alla sua squadra? “Bisogna dare sempre il massimo. Sono tutte finali e se arriviamo al 99% rischi di perdere con tutti, e ciò lo dimostra la classifica. Per questo ho sempre detto che è un campionato che si decide il 4 maggio. A me piace il gioco moderno, il cosiddetto “calcio totale”, però non si vince solo con quest’ultimo, è necessario anche saper badare a se stessi autonomamente. Non c’è un segreto. Uno deve essere bravo e fortunato ad entrare nella testa dei calciatori, e quando ci riesci è tutto più facile. Una cosa forse che mi viene facile è che io da calciatore ero un portatore d’acqua, uno che correva tanto, quindi è questo che trasferisco alla mia squadra: devono uscire dal campo stremati e dare tutto fino all’ultimo secondo della partita”.

L’ex Modena ha le idee chiare sul proprio presente: “Fino agli scorsi anni ero ossessionato di allenare nei professionisti, adesso è un obiettivo. So che non sono nato con la camicia, quindi devo guadagnare tutto sul campo, e in questo momento sto pensando solo a cercare di vincere con la Gelbison. Poi solo il Signore sa cosa ci riserva per il prossimo anno“. E sui tifosi: “Noi siamo una realtà piccola però a maggior ragione abbiamo bisogno dei tifosi e di tutto l’ambiente del Cilento, com’è successo la scorsa domenica. Ci hanno spinto, ci hanno dato quella forza per portare a casa il risultato con l’Anzio che, nonostante abbiamo fatto un grande primo tempo, è stata una partita sofferta il secondo tempo e l’abbiamo vinta anche grazie a loro”.

Giampà: “Nel calcio non si copia, conta entrare nella testa dei giocatori”

Secondo Domenico Giampà nel calcio non esiste copiare. Un elemento cruciale del pensiero dell’allenatore è la capacità di entrare nella “testa dei calciatori”. Non ci sono segreti particolari, ma la bravura e la fortuna di creare questa connessione mentale con la squadra sono fondamentali per ottenere risultati. “Ho fatto tre anni di A, tantissimi anni in B e gli ultimi anni di carriera in C. Io volevo fare questo. Quando inizia ad allenare cerchi di prendere le cose positive che ti hanno trasmesso i tuoi allenatori, che erano tutti super preparati, come Giampaolo. Ho avuto anche allenatori che si sono poi rivelati maestri di vita, nel caso di Mutti. Da ognuno di loro cerchi di prendere qualcosa per trasferirlo alla tua squadra, anche se poi nell’idea di gioco nel nostro mestiere non c’è un copia e incolla, altrimenti è troppo facile. Non è così. Bisogna avere una propria idea“.