“A Santa Maria si lavora bene. Marassi un sogno per me”: Evangelista Cunzi, la Zanzara Atomica
Una carriera partita da lontano, una passione coltivata sin da bambino. Evangelista Cunzi, a 37 anni, non vuole smettere di divorarsi l’erbetta di gioco con le sue sgaloppate sulla fascia. Col Catanzaro ha assaporato palcoscenici importanti, passando per l’ultima promozione in Serie C conquistata con l’ACR Messina. Da quest’anno nella Polisportiva Santa Maria per regalare e regalarsi altre soddisfazioni in una piazza che per molti è stata ed è ancora oggi una famiglia.
37 anni e non sentirli. Titolare, 8 partite su 10, 3 gol e 1 assist
“Sono buoni numeri, e sono contento, anche se sicuramente sono migliorabili e si lavora proprio per questo. Il talento è sì importante, ma deve essere seguito comunque da passione e sacrificio che è determinante per cercare di fare delle buone partite. L’allenamento invisibile è importantissimo. Più passa il tempo e più diventa fondamentale per vedere buone performance la domenica in campo”.
Primo anno a Santa Maria di Castellabate
“Il mio primo anno a Santa Maria ha confermato tutto quello di positivo che pensavo su questa società e su questa piazza. Ambiente tranquillo dove si può lavorare. D’altra parte c’è anche una società molto ambiziosa che vuole crescere. Ci sono tutti i presupposti per poter fare pian piano qualcosa di importante”.
Le richieste di mister Nicoletti
“Il mister è una persona che osserva tutto. Non è di tante parole, è molto pratico e lascia libera interpretazione. Poi magari ci sono dei confronti sulle situazioni tattiche e si gestiscono durante la settimana. Da me si aspetta sempre qualcosa in più, e cerco sempre di curare i particolari”.
Il punto sugli allenatori avuti in carriera
“Ogni allenatore ha una sua particolarità sia a livello caratteriale che a livello tattico. Ognuno aveva il suo modo di vedere il calcio. Il mister Nicoletti è una bravissima persona, un uomo con la quale ci si può parlare in maniera tranquilla su qualsiasi argomento. Questo aiuta la squadra a sfogarsi o a parlare in qualsiasi momento, sia prima che dopo l’allenamento. Sappiamo che lui ha delle responsabilità. Conosce bene l’ambiente essendo del posto, e quindi anche lui ci tiene tanto a fare bene”.
Testa al Troina
“Domenica affrontiamo una partita difficile. Veniamo da un trend positivo. Questi momenti si affrontano in maniera ancora più concentrata perché è uno step importante, ti fa capire anche come squadra quale obiettivo possiamo porci, se abbiamo la giusta mentalità per andare oltre. Ci sono tante situazioni che possono essere positivi. Domenica sarà una partita complicata come lo sono tutte. Ci teniamo a fare bella figura e a sfoderare una prestazione importante, perché è la cosa primaria. La prestazione non porta sempre al risultato, ma noi sappiamo che con la prestazione è più facile che si arrivi ad un risultato positivo”.
Jolly del tridente
“Ho fatto tutti e tre i ruoli del tridente in tutte le categorie, dalla C2 alla C1. Io nasco come esterno sinistro, è stato il ruolo dove ho iniziato a giocare. Qualche allenatore mi ha spostato a destra, poi per qualche anno prima e seconda punta anche. Mi sono sempre divertito, però il mio ruolo è l’esterno, anche se giocare avanti mi è piaciuto perché stando più vicino alla porta si creavano molte occasioni per poter finalizzare, e sono state tutte esperienze che mi hanno fatto crescere e insegnato tanto. Il fatto di cambiare ruolo e visione del campo è stata una cosa positiva”.
Uno sguardo doveroso al futuro
“E’ una domanda che ti poni quando iniziano a passare gli anni. Io gioco a calcio da quando avevo 5 anni, sono tanti che sto su un campo e sinceramente non riesco a vedere la mia vita senza il calcio perché comunque è una parte importante del mio percorso di vita. Penso di restare in questo mondo. Ruolo? Non ho ben individuato dove collocarmi, però a me piace molto relazionarmi con i giovani, far capire un pò in maniera concreta quello che è il calcio. Lavorare con loro è una cosa che mi potrebbe gratificare tanto”.
L’emozione più bella in quel di Marassi..
“Il mio esordio in B a 17 anni contro il Genoa a Marassi con 60mila persone. E’ stata un’esperienza che difficilmente si dimentica. Ho giocato quella partita con in campo tanti campioni come Milito, Lazetic e Lamouchi. Mi sono ritrovato in campo contro questi grandi calciatori. Anche il fatto di prendere la maglia con il nome dietro è stato fantastico. Sono stati due momenti che difficilmente potrò dimenticare”
A cura di Gerardo Guariglia