Accardi, passione ed esperienza: “Malato del Palermo. Pistoiese? Società incredibile, spero di rimanere a lungo”

Dagli anni incredibili a Palermo fino all’esperienza con la Pistoiese: la nostra intervista al difensore Andrea Accardi
Andrea Accardi è un nome che risuona con affetto nel cuore dei tifosi del Palermo. Cresciuto nelle giovanili della storica squadra rosanero, il difensore palermitano ha vissuto un percorso da sogno, passando attraverso le categorie minori fino a lasciare un segno indelebile nella memoria dei sostenitori delle Aquile.
Nato a Palermo, cresciuto a Palermo, figlio di una città che converge il verde della montagna al blu del mare. Dopo una vita vissuta a tinte rosanero, Accardi ha ritrovato il sapore di casa a Pistoia, con la maglia degli orange.
“Ho sempre avuto la fortuna di giocare in piazze importanti, e l’organizzazione, la serietà e professionalità che ho visto qui a Pistoia l’ho vista pochissime volte. Sono felice della scelta che ho fatto“. Un progetto, quello della squadra toscana, che il difensore centrale classe 1995, che vanta 10 presenze in Serie B e più di 100 in Serie C, ha accolto e abbracciato sin da subito.
Oggi, con un nuovo capitolo da scrivere con la maglia della Pistoiese, Andrea Accardi si racconta ai microfoni di seried24.com, rivelando di essere pronto a mettere a frutto la sua esperienza e la sua determinazione in un contesto dove la passione per il calcio si intreccia alla volontà di rinascita e crescita.
“Quando mi ha chiamato la Pistoiese non ho esitato un secondo. In estate mi voleva il Pescara, ma poi…”
“Ho scelto la Pistoiese perché sono una società molto ambiziosa fatta da persone serie, per bene e competenti. Il presidente è una persona serissima e il direttore sportivo Taibi non ha bisogno di presentazioni“: esordisce così il difensore orange, e le sue parole racchiudono quella serenità che possiede solo chi è convinto di aver fatto la scelta giusta.
Continua: “Poi c’è Pazzini come direttore tecnico, quindi ci sono figure che nel calcio hanno fatto tanto e questo mi ha fatto capire ancora di più l’ambizione del progetto. In più mi ha chiamato l’allenatore Villa che era con me alla Virtus Francavilla. Era arrivato da una settimana e mi ha detto che c’era questa opportunità chiamata Pistoiese e non ho esitato ad accettare, anche perché ero senza squadra dopo aver trovato un accordo con il Pescara, ma poi il direttore sportivo è cambiato e quest’ultimo non mi ha più voluto, anche per le mie condizioni fisiche, visto che l’anno scorso ho saltato tutto il girone di ritorno per un brutto infortunio“. – rivela Accardi.

“Dobbiamo provare a fare più punti possibili per arrivare ai play off. Ravenna o Forlì? Vi dico la mia”
La Pistoiese attualmente è quarta nel girone D di Serie D a quota 52 punti. Accardi riassume così quella che è stata fino ad adesso la stagione dal suo arrivo di novembre: “Diciamo che abbiamo fatto una bella rincorsa. Siamo arrivati a – 5 dal Ravenna ma poi abbiamo fatto qualche passo falso e ci siamo riallontanati dai primi posti. Il girone D è uno dei raggruppamenti più difficili con due squadre lì davanti che vanno veramente forte. Non so dire chi sarà la favorita, sicuramente lo scontro diretto dirà tanto. Il mio obiettivo qui a Pistoia era quello di vincere il campionato, perché vedendo il valore della rosa e i risultati mi è venuto spontaneo crederci“.
“Adesso ragioniamo di partita in partita – continua l’ex Palermo – provando a fare più punti possibili per arrivare ai playoff e vincerli. Personalmente spero di rimanere a lungo con questa maglia perché, lo ripeto, mi ritrovo in una società ambiziosa.“

“Palermo è stata la realizzazione di un sogno”. E su quel derby con il Catania…
Sacrificio, dedizione, orgoglio. L’avventura professionale di Accardi si può riassumere con queste tre parole. Tre, come i momenti salienti della sua carriera scolpiti nel marmo dei suoi ricordi più belli: “Tre cose mi hanno reso più orgoglioso nella mia carriera: la prima è che ho giocato con la maglia della mia città, io sono un malato del Palermo sin da piccolo. Ho sempre sognato di indossarla, ce l’avevo cucita sulla pelle. La seconda, è stata vincere quel derby con il Catania da capitano in 10 uomini con gol di Santana. E tutti i palermitani sanno di cosa sto parlando. La terza, la più grande, è stata la vittoria del campionato dalla C alla B, quando tutti ci davano per spacciati. Abbiamo fatto un miracolo sportivo, riportato un’intera città allo stadio. E anche in trasferta era incredibile. Gente che partiva da Palermo e si faceva dei viaggi impensabili per seguirci“.
“Dopo ciò che è accaduto con il Frosinone e gli ultimi anni buii con Zamparini volevo riportare il Palermo dove meritava”
L’avventura al Palermo, con l’amore e il boato incondizionato della gente del “Barbera“, risuona ancora senza sosta nel cuore del difensore: “Nemmeno io pensavo di arrivare così in alto con quella maglia che tanto amo. Ancora oggi quando cammino per la città la gente mi ferma e si ricorda di quello che ho fatto e tutto quello che abbiamo passato. Questa per me è la vittoria più grande. Palermo è stata la realizzazione di un sogno che sarà imparagonabile con tutto il resto”.
“E sapete perché? Non solo a livello personale, la vittoria di quel campionato è stata anche la rinascita di un popolo intero. Venivamo da anni buii con Zamparini, con il punto più basso toccato durante la finale playoff del 2018 con il Frosinone (riferimento al 16 giugno 2018, finale playoff di Serie B, quando dalla panchina del Frosinone venne lanciato un secondo pallone in campo che costrinse l’arbitro a fermare il gioco) persa a causa di cose che non riguardano nulla con il calcio. Siamo falliti con tutto quello che è successo durante l’estate. Un vero schifo. Ho preso la decisione di rimanere a Palermo perché volevo riportare la mia squadra dove meritava, nel calcio professionistico. Non mi aspettavo di farlo in così poco tempo. Dalla D subito alla C e poi quella promozione in B in uno dei gironi più complicati della categoria (il girone C) che è stata l’apice della mia carriera. La gente entrava in campo, ti ringraziava. Ho ancora i brividi quando la racconto, è stato unico. Casa mia è tappezzata di foto di quel momento”.

Accardi: “Rimpianto? Non essere rimasto a Palermo per giocare la B, ma nessun rancore, ho accettato la decisione di Corini e della società”
Il calcio è spesso segnato da momenti incerti e scelte difficili, in particolare quando si tratta di opportunità perse. Riguardo questo Accardi ci confida: “Rimpianto? La prima partita dei play off con la Triestina mi feci male e saltai tutta la parte finale. E poi ovviamente quello di non aver potuto giocare la Serie B con la maglia della mia città dopo che l’avevamo conquistata sul campo. Però, nessun rancore. Ho accettato la decisione della società e del nuovo allenatore Corini, sono sempre stato a disposizione della squadra fino a quando non sono andato via per poi andare al Piacenza. Tutt’ora ho dei bellissimi rapporti con il presidente. Palermo è casa mia e sarò sempre il suo primo tifoso.
E sui suoi modelli di riferimento rivela: “A chi mi ispiro? Il mio idolo è sempre stato Paolo Maldini, ho visto sempre in lui un modello di riferimento. Lui è il difensore con la D maiuscola. In carriera ha saputo ricoprire più ruolo, e inoltre lo stimo come uomo e come bandiera. Da vero e buon palermitano, infine, Accardi ci rivela una curiosità legata a una delle perle gastronomiche che contraddistingue più di tutte la Sicilia: “Come preferisco le arancine? ‘Accarne’, tutta la vita“.