“Non esiste niente di più bello del fare il capitano nella squadra della propria città”. Parola di Giuseppe Savanarola che, con emozione e amore nei confronti della maglia dell’Acireale, racconta così del suo legame con i granata: “Sono cresciuto nel settore giovanile di questo club, i ricordi di quel periodo sono unici e sono stati degli anni indimenticabili” – spiega Savanarola ai nostri microfoni.
“Da bambino i miei esempi erano Francesco Totti e Alessandro Del Piero, gente che nel calcio di oggi non esiste più. Penso soprattutto a Totti… lui ha legato la sua vita a Roma e questo è ciò che avrei voluto fare anche io con la mia città. Sarebbe stato bello giocare per tutta la carriera con la maglia dell’Acireale – prosegue Giuseppe Savanarola – per me è un grande rimpianto non averlo fatto. Purtroppo però, alcune situazioni hanno impedito tutto ciò. Fortunatamente, dopo tanti anni le nostre strade sono poi tornate a incrociarsi”.
Dopo l’esperienza nel settore giovanile dell‘Acireale, infatti, Giuseppe Savanarola cambia per la prima volta maglia. Siamo nel 2004, i granata vivono un momento di difficoltà e il cartellino del giovane talento classe ’86 finisce nelle mani del Catania, con Lo Monaco e Marino da sempre a tutela dei ragazzi cresciuti con loro ad Acireale. “Curavano i nostri interessi, siamo nati calcisticamente sotto la loro ala e decisero di farmi fare esperienza e mandarmi in Sardegna. Con l’Arzachena fu una bella stagione, lì ho avuto la fortuna di essere allenato da Carmine Nunziata (attuale allenatore dell’Italia U21) e di giocare con continuità in Serie D. Durante quell’anno riuscì a mettermi in mostra anche partecipando al Torneo di Viareggio con il Catania. In quell’edizione venne eletto Sebastian Giovinco come miglior calciatore del torneo, per me fu una grande occasione di crescita”- racconta Savanarola.
Dopo l’esperienza in Sardegna, Giuseppe Savanarola rientra in Sicilia e indossa diverse maglie negli anni a seguire. Nel dicembre del 2012 però, arriva una delle tappe più importanti della carriera: l’ACR Messina. Durata appena sei mesi, l’avventura in giallorosso si concluderà con la promozione in Serie C. “Quell’anno iniziai a Paternò, lì c’era una situazione un po’ difficile che diventò presto insostenibile. All’apertura del mercato invernale avevo già fatto 11 gol ed ero riuscito a catturare l’interesse di diverse squadre. Tra tutte, quelle più insistenti erano Cosenza e Messina, ovvero le due contendenti alla promozione. A quel punto la decisione fu automatica: scelsi i giallorossi per la presenza del direttore Lo Monaco, l’uomo che mi ha cresciuto. Sono stato molto bene lì, realizzai quattro gol e riuscì a contribuire alla promozione. Era un gruppo importante, per me è stato un grande onore giocare insieme a calciatori del calibro di Giorgio Corona, Giovanni Ignoffo, Agatino Chiavaro. Loro come Baiocco, Lele Catania o Ciccio Lodi fanno parte del mio percorso e mi hanno aiutato a crescere”.
Chiusa la parentesi Messina, per Savanarola arriva immediatamente una nuova sfida: l’Akragas. “Tre anni importanti ad Agrigento. Credo sia stato uno step necessario per la mia crescita, abbiamo vinto un campionato dopo due anni di grande lavoro”. Conquistata la Serie C però, qualcosa si spegne: “Giocavo in una categoria importante, ma non stavo più bene. Per me la felicità è sempre al primo posto e ad Agrigento non sentivo di avere più gli stessi stimoli degli anni in D, dove si era creata una famiglia. Gran parte di quel gruppo storico si trasferì al Siracusa di Sottil e scelsi anche io di percorrere quella strada” – spiega Savanarola. “Anche con loro fu un successo, sono davvero felice del mio percorso: aver raggiunto cinque promozioni in carriera è una bella soddisfazione”.
Nel luglio del 2018, Giuseppe Savanarola torna finalmente a casa. Con la 7 sulle spalle e la fascia da capitano al braccio, nel tempo diventerà presto l’idolo di ogni bambino in città. “Il loro supporto è emozionante. Quando mi fermano per strada per foto o autografi è sempre incredibile, mi ricorda ciò che facevo io da piccolo”. In generale sui tifosi, Savanarola spiega: “Sono magici. La gente ha visto in me una persona umile e che ha sposato in pieno la causa granata, mi ritengo un soldato acese. Non sono un giocatore di Serie A, ma per loro sono importante e tutto ciò mi rende molto felice”.
Da sei anni nuovamente ad Acireale, Giuseppe Savanarola sottolinea ancora una volta il legame con i i colori granata: “Per me l’appartenenza alla maglia è tutto, lo dico da sempre. Sei anni fa non c’era una situazione stupenda e nel corso degli anni ho avuto diverse richieste da piazze importanti, alcune delle quali hanno poi vinto il campionato. Non ho mai accettato perchè lo avrei visto come un tradimento” – rivela Savanarola. “Il mio obiettivo è sempre stato chiaro: chiudere la carriera ad Acireale e lasciare il segno in questa città”.
Dopo l’incubo playout sfiorato lo scorso anno, in estate l’Acireale ha cambiato proprietà. Con Giovanni Di Mauro ed Enrico Strano al comando, per i granata quella in corso è una stagione dal sapore di ripartenza. “L’Acireale non è partita da zero, ma da meno” – sostiene Giuseppe Savanarola. “Adesso siamo una società seria, di noi si parla anche fuori dal contesto locale. Questa città meritava due presidenti come Di Mauro e Strano, spero che possano continuare a garantire quello che stanno facendo e che hanno costruito in questi mesi. Con calma, un passo alla volta bisognerà poi crescere e alzare l’asticella, ma serve tempo”.
Ormai da tempo ostacolato dagli infortuni, Savanarola vive una stagione complicata. Tuttavia, ogni volta che viene chiamato in causa riesce a fare la differenza e a trovare la giocata giusta: “Inevitabile, come fai a non dare il massimo quando giochi con la maglia della tua città? Già dallo scorso anno la situazione è difficile, mi dispiace perchè mi sono fermato nel momento migliore. Chiaramente sono infastidito dai miei problemi fisici e magari da altre parti avrei già mollato – prosegue Savanarola – ma sento di essere ancora vivo. Ho la forza mentale giusta per affrontare questa situazione e voglio essere l’esempio da seguire per il gruppo”.
A 37 anni e con tantissima esperienza alle spalle, qual è il sogno nel cassetto di Giuseppe Savanarola? La risposta è ancora una volta a tinte granata. “Ho vinto tanto durante la mia carriera, ma vincere ad Acireale sarebbe unico. Che sia da calciatore o sotto altre vesti, spero di raggiungere questo traguardo. Per la nostra città avrebbe un valore immenso”.
A questo punto, inevitabile parlare di futuro: “A volte ci penso, altre no. Come anticipato, mi piacerebbe molto rimanere ad Acireale, sono focalizzato al 101% su questo. Vorrei essere da collante tra squadra e società, ma se ne parlerà più avanti. Ho solo una certezza: senza questo club non so come sarebbe la mia vita, è ormai una componente della mia famiglia e penso di poter dire che la favola con questo club è ancora lunga”.
Un ringraziamento speciale a Salvo Re (addetto stampa Acireale Calcio) per la collaborazione