Sembrava una semplice indiscrezione di mercato. E invece le ultime, infuocate, ore hanno regalato emozioni a raffica. Lavello è divenuto l’ombelico del mondo. Con la precedente diaspora di calciatori e le dimissioni dell’allenatore Karel Zeman, prosegue il ridimensionamento del progetto del club potentino. La notizia la giornata di calciomercato è clamorosa: Bright Addae firmerà – nella giornata di domani – con il Bitonto.
Un altro addio. L’ennesimo in questa pazza tornata del mercato invernale per il Lavello. Smembrata nelle sue fondamenta, la compagine gialloverde perde un altro pezzo da novanta. Le cessioni di Rodriguez, Syku e Franetovic, le rescissioni contrattuali di Herrera e Cooper, i paventati addii di Liurni e Burzio rappresentano più di un indizio sulle ridimensionate ambizioni del club. Una situazione paradossale, culminata in giornata con l’addio di Zeman, garante del progetto, e la partenza di Addae, il calciatore probabilmente con più esperienze tra i professionisti in rosa. L’ex Parma saluta la Basilicata per approdare in Puglia, nell’ambizioso Bitonto, capolista del girone H. Il mediano ghanese lascia Lavello dopo soli due mesi per sposare la causa neroverde.
Partito dal villaggio di Wa, Addae arriva in Italia nel 2009 e si accasa al Parma. La compagine ducale manda il centrocampista in prestito tra Spagna (Terrassa FC), Slovenia (ND Gorica), ma soprattutto Serie B tra Crotone e Gubbio. Nel 2014 passa ufficialmente all’Ascoli e con i bianconeri il ghanese trova la giusta continuità, restando in bianconero per cinque stagioni, fino al 2019. Poi, il passaggio alla Juve Stabia. La scorsa annata, invece, l’esperienza nella seconda serie rumena all’Hermanstadt, prima del suo arrivo a Lavello.
Addae è stato anche protagonista della cavalcata del Ghana, nel 2009, nel Campionato del Mondo U20, concluso con la vittoria della nazionale africana vincendo la finale contro il Brasile di Douglas Costa e Alex Teixeira. Ora Bright Addae è pronto ad una nuova sfida: tornare tra i pro con la maglia del Bitonto.
A cura di Giuseppe Vitolo