Chiusa in un cassetto la pellicola di questo elettrizzante e sorprendente girone H di Serie D, è arrivato il momento di tirare le somme soffermandoci su alcuni protagonisti. L’Oscar va a pieno diritto, forse superfluo anche ribadirlo, a quel Brindisi capace di acciuffare la Lega Pro dopo una sensazionale rimonta ai limiti del miracolo sportivo. Se la comunque ottima Cavese si è sciolta come neve al sole poco prima dei titoli di coda, la medaglia d’argento del campionato va al Nardò. Nonostante il terzo posto in regular season, Nicola Ragno e co. hanno disputato dei play-off pressoché perfetti, superando in finale proprio i campani.
I granata sperano ora di seguire il medesimo percorso del Brindisi ma dalla porta di servizio, ovvero quella del ripescaggio. Per parlare di burocrazia e regolamenti ci sarà tempo, ora è doverosa una standing ovation alla grande creatura di Nicola Ragno e ad uno dei suoi sergenti in campo: il metronomo Bright Addae.
Nonostante non godesse di così grossi consensi allo start della stagione, il Nardò ha saputo ribaltare i pronostici vincendo i playoff del girone H di Serie D. Nei giudizi estivi, perlopiù affrettati, forse pesava come un macigno l’assenza di Bright Addae. Ebbene sì, nel lontano settembre scorso, il forte centrocampista probabilmente non sapeva di avere Nardò nel destino.
Il primo trimestre di stagione l’ha vissuto infatti in Friuli, dove ha abbracciato il progetto Cjarlins Muzane. L’amore con i friulani non è tuttavia mai sbocciato, complici anche risultati non in linea con le aspettative. In tredici partite in maglia arancioblu, il ghanese non ha mai trovato la via della rete. Certamente non è un calciatore a cui si chiede un nutrito numero di gol, ma la sensazione è che fosse lontano dagli standard a cui aveva abituato. Valigia alla mano, a dicembre decide di intraprendere il viaggio verso sud, direzione Nardò. Si ritrova dunque catapultato nel girone H, raggruppamento già assaporato con Lavello (2021) e Bitonto (2022). Chiesto a gran voce da Ragno per le doti fisiche e l’intelligenza tattica, diventa subito un punto fermo dell’undici tipo neretino.
Nel 3-5-2 di Ragno trova la sua dimensione, sfornando prestazioni degne del suo nome. Accanto a Fedel forma una coppia eccezionale, facendo da chioccia anche al trio difensivo che difatti è il meno battuto del campionato. Fuori spartito è invece il suo senso del gol, qualcosa di inedito mai sfoggiato nel resto della carriera.
Nonostante a Nardò venga schierato come diga davanti alla difesa, Addae scopre anche uno spiccato senso del gol quasi sconosciuto nel resto della carriera. Alla quinta uscita in maglia granata per il ghanese arriva il battesimo realizzativo (2-1 sul Matera) per poi restare a digiuno nei successivi due mesi. Poco male, la qualità delle prestazioni sale vertiginosamente, il Nardò gira che è una bellezza e la classifica sorride. Il nativo di Wa ritrova la via del gol a Martina il 12 marzo (1-3) ripetendosi poi in casa dell’Afragolese addirittura con una doppietta. Il suo bottino stagionale viene chiuso poi a Barletta, rete che questa volta non porta in dote punti. In quella circostanza ci fu infatti l’affermazione dei biancorossi per 3-2, con il rigore di Loiodice a match praticamente concluso.
Dopo il successo nei play-off, la stagione super di Bright Addae con il Nardò si chiude con 5 reti e 1 assist in 21 presenze. Numeri ottimi per un mediano con poca confidenza con la porta. Numeri alla mano, un gol ogni quattro partite, score mai fatto registrare prima in carriera. Basti pensare che con l’Ascoli, club con più gettoni in carriera, ne ha segnati 9 in 163 presenze. Un divario enorme, certificato anche dai numeri collezionati nel campionato cadetto: 161 presenze e 7 gol. Lo stesso quantitativo realizzativo messo a referto nel solo girone H, solo che qui per arrivare a quota 7 ci ha impiegato solo 43 partite.
Nonostante il suo curriculum parli chiaro, con tantissima Serie B e Lega Pro alle spalle, con grande umiltà alla soglia dei 30 anni Addae ha deciso di cimentarsi con la Serie D. Stando al rendimento, qui ha trovato una nuova giovinezza e nuova linfa anche a livello realizzativo. Certamente l’età, abbinata a un fisico statuario, è ampiamente dalla sua parte, con il ghanese che può ancora dir la sua anche nei campionati professionistici. In attesa di sciogliere i dubbi sul futuro, l’ex Ascoli e Parma si gode una stagione da voti altissimi lontano dai riflettori a Nardò. I neretini – che sia Lega Pro o Serie D – farebbero carte false pur di tenerlo, ma certamente il mediano potrà godere delle stime di più di un club.
Come detto in apertura, nonostante fosse un veterano della Serie B, dal 2021 Bright Addae calca i campi della Serie D. Questa scelta è maturata dopo essere rimasto svincolato all’indomani dell’esperienza con i romeni dell’Hermannstadt. Nella circostanza si parla di un calciatore da oltre 300 presenze in carriera, con più della metà maturate nei campionati professionistici italiani. Nato a Wa nel 1992 e cresciuto nella squadra locale dell’All Stars, Addae arriva in Italia nel 2009. A Parma fatica a trovare spazio, riscontrando le stesse difficoltà anche con Terrassa, Gorica, Crotone e Gubbio. Il punto di svolta della sua vita calcistica arriva nel luglio 2014 quando firma un biennale con l’Ascoli. In maglia bianconera il minutaggio e il livello delle prestazioni salgono vertiginosamente, chiudendo la parentesi marchigiana con 163 presenze e 9 reti.
Questo ottimo periodo gli frutta anche la convocazione nella Nazionale del suo Paese. Con la maglia del Ghana esordisce in un’amichevole contro il Sud Africa nel 2010. In precedenza si è tolto anche la soddisfazione di diventare Campione del Mondo Under 20 nel 2009, sogno sfumato invece dagli Azzurrini di Carmine Nunziata una manciata di giorni fa.
Dopo la parentesi con la Juve Stabia, per Addae ecco aprirsi le porte del girone H. Lavello, Bitonto e Nardò, con quest’ultima che l’ha riportato prepotentemente alla ribalta dopo una stagione che rasenta la perfezione. La città salentina attende ora di risolvere la questione ripescaggio, poi sarà tempo di confermare o stravolgere la rosa. Certamente il pubblico del Giovanni Paolo II riabbraccerebbe volentieri la sua diga in mezzo al campo. Non più solo muscoli e corsa, a Nardò Addae si è riscoperto anche goleador.