Afragolese, Longo si racconta: “Rimasto in D per amore della mia famiglia”
Nel girone G, tra i più difficili di tutta la categoria, l’Afragolese combatte col Giugliano capolista, oltre alla Torres, alla sorpresa del Nuova Florida e a tante altre squadre per i piani alti della classifica. Per vincere serve segnare tanto, lo sappiamo. Per competere c’era bisogno di un grande attaccante e i rossoblù si sono affidati a uno dei migliori in circolazione al momento, vicino ai 200 gol in carriera.
Parliamo di Fabio Longo, attuale capocannoniere del girone con 10 gol segnati in 15 match totali. Il centravanti campano ha raccontato a SerieD24.com la sua storia, attraversandola sua carriera, passata per scelta tutta in Serie D, con brevi parentesi tra i professionisti.
Gli esordi ad Aversa e la prima offerta dalla C1
Longo comincia a giocare in Eccellenza con la Real Aversa, che poi diventerà Aversa Normanna, mentre arrivava in Serie C2 attraversando la D. Tutto in cinque annate. “Ero giovanissimo, alla prima esperienza in uno spogliatoio di grandi. Avevo intenzione di ‘rubare’ quanto più possibile da loro. Aversa mi ha dato tantissimo, mi ha fatto crescere sotto tutti i punti di vista. Ricordo che c’era tanto ‘nonnismo’ all’epoca, noi giovanissimi avevamo anche paura di dire qualcosa (ride, ndr). Ci limitavamo invece ad ascoltare, io cercavo di apprendere più possibile“.
Poche ma significative le sue presenze in Serie C2 nel 2008/09: “Ero molto giovane, giocare in C2 era meraviglioso. Mi tolsi anche lo sfizio di segnare il gol della salvezza con la Vigor Lamezia: partii dalla panchina, l’allenatore mi fece entrare e al 90′ segnai l’1-2 finale per l’Aversa Normanna. Ci salvammo così, che soddisfazione“. Da lì, la prima chance di salire di categoria.
“All’epoca, dopo l’ultima annata di C2, ebbi un’offerta dal Gallipoli in C1 ma alla fine scelsi di restare in Serie D per vari fattori. Anche economici, non lo nascondo, perché il 2010 per me è stato un anno di grandi cambiamenti: allora la mia fidanzata (oggi mia moglie) rimase incinta, quindi decisi di concentrarmi sulla mia famiglia. Potevano nascere tante cose, ma alla fine restai in D“.
Da esterno a centravanti atipico… un po’ alla Mertens
“Ripartii dal Real Nocera – ha continuato Longo – dove io giocavo ancora esterno, ma segnai 13 gol al primo anno. Ho continuato a giocare esterno anche dopo con Gladiator e Savoia. È stato alla Frattese, con Teore Grimaldi (nuovo allenatore della Gladiator, ndr), che ho cambiato ruolo e sono diventato una prima punta, un po’ atipica, moderna, come se ne sono iniziate a vedere in giro intorno al 2014. Infatti, Grimaldi prese molto a modello anche il Barcellona di Guardiola o le squadre che giocavano con il falso nueve“.
“Mi piazzò lì davanti e da lì in poi ho segnato molto di più, non mi sono più spostato. Devo dire, però, che aver giocato da esterno prima di giocare punta mi ha aiutato moltissimo“. L’aneddoto ricorda tantissimo l’intuizione tattica che Sarri, a Napoli, ha avuto con il recordman del club azzurro Dries Mertens, lì anche per un’emergenza in infermeria e l’assenza prolungata di Arkadiusz Milik.
“Il triennio con la Frattese fu assai prolifico, nel mentre mi chiamarono in molti dalla Serie C: ebbi opportunità come Akragas, Catania, Alessandria, tante squadre davvero importanti. Ma io alla fine, anche per questioni economiche, sono rimasto in D dove guadagnavo di più: per me la cosa più importante è sempre stata la famiglia. Quando poi il mio amico Nicola Grieco, nel 2017, mi ha chiamato per andare a giocare nell’Audace Cerignola, di cui era il presidente, ho accettato di corsa. Ho fatto quell’anno in Puglia ma poi, anche per riavvicinarmi a casa, per questioni familiari, ho deciso di ritornare subito in Campania“, ha precisato l’attaccante.
39 gol e la Turris torna in C dopo 19 anni
E chi ha deciso di riportarlo in Campania è stato: “Il presidente Colantonio, della Turris. È uno di quei presidenti che raramente si trovano: una persona straordinaria e da cui era possibile imparare tanto. Ci mettemmo d’accordo in un attimo“. I corallini, ambiziosi di tornare tra i professionisti dopo quasi 20 anni dall’ultima volta, sono costretti prima a fronteggiare il nuovo Bari della famiglia De Laurentiis, ma al secondo anno con Longo in attacco ce la fanno. 39 gol in due campionati.
“Coltivavamo fortemente il sogno di riportare la Turris in Serie C, dopo due anni ci siamo riusciti ed è stato motivo di grande orgoglio. Mi sono anche tolto lo sfizio di giocare e segnare con la Turris tra i professionisti ma, alla fine, complici anche gli infortuni, pian piano si sono create le basi di una separazione con la società e col presidente, con cui resto amico. La cosa più bella che mi porterò da quella Serie C è l’aver giocato a Catania, a Palermo, a Bari, in stadi che non c’entrano assolutamente niente con la categoria“, ha raccontato.
Ora l’Afragolese, grazie a Niutta
Dopo la separazione dalla Turris, la telefonata che non ti aspetti, anche se avresti potuto aspettartela. Quella dell’Afragolese, o meglio, quella del suo presidente: “All’Afragolese mi ci ha portato Raffaele Niutta, che era lo stesso presidente della Frattese durante il mio periodo lì. Mi ha chiesto di raggiungerlo di nuovo e, senza indugiare troppo, ho accettato la sua proposta“.Longo, d’altronde, ha dimostrato col tempo di fare scelte dettate dal cuore e di farle con chi e per chi ha amato e apprezzato di più.
I numeri raccolti in questa sua prima mezza stagione in rossoblù li abbiamo citati: 10 gol in 15 presenze. Obiettivo 200 gol ormai vicinissimo e magari potrà raggiungerlo quest’anno, aggiungendo l’Afragolese nel suo album dei ricordi più belli. “Mancano 12 o 13 gol ai 200 in carriera, non me lo ricordo bene nemmeno io perché li conto sempre a fine stagione (ride, ndr). A 34 anni so solamente di voler giocare e segnare ancora tanto. Mi sento ancora giovane – dice fermamente – e ora voglio raggiungere i 200 gol, poi più avanti si vedrà. Non ho piani per il futuro, voglio solo giocare“, ha chiuso Longo, che è sulla buona strada per raggiungere il suo prossimo traguardo.
A cura di Lorenzo Gentile.