Dall’Aglianese all’addio con la Juventus: il percorso di Max Allegri
Più di 500 panchine in Serie A. Un palmarès composto da 6 scudetti, 3 Supercoppe italiane e il record (recentemente conseguito il 15 maggio 2024) di 5 Coppe Italia conquistate. Tutto questo è Massimiliano Allegri, uno degli allenatori più controversi, vibranti e stimati del mondo del calcio. Oggi l’annuncio della fine della storia d’amore con la Juventus. Un legame indissolubile quello con i bianconeri, un rapporto di alti e bassi che, però, ha reso grandi e vittoriose entrambi le parti. Ma da dove è partito Max Allegri per poi diventare uno degli allenatori più vincenti della storia? Ve lo raccontiamo noi.
L’allenatore livornese ha conosciuto un cammino straordinario sin dai tempi della Serie D, scalando le vette più alte con dedizione e sforzo incessante, andando sempre e comunque oltre le critiche e mantenendo fede al suo famosissimo mantra del “corto muso”.
Allegri, la carriera nel calcio giocato
Allegri ha iniziato la sua carriera giocando a calcio nel quartiere di Coteto, a Livorno. Il suo percorso lo ha portato a fare il suo esordio nel mondo del calcio giocato nella Serie D con i colori del Cuoiopelli di Santa Croce sull’Arno. Dopo tre stagioni con il Livorno, passa ai rivali del Pisa, con cui fa il suo esordio in Serie A. Durante la stagione colleziona due sole presenze. Alla fine dell’anno fa quindi ritorno a Livorno, in Serie C2. L’anno seguente si accasa in C1, al Pavia. Successivamente, trova rifugio nel Pescara, instaurando un rapporto profondo con il tecnico Giovanni Galeone, che lo trasforma in un giocatore chiave per la squadra. Con il club pescarese – a cui maggiormente legherà la carriera da calciatore – conquista subito la promozione Serie A.
Nel 1992-1993, disputa sempre coi colori biancazzurri la sua migliore stagione realizzando 12 reti in 31 partite. Seguono poi altre due stagioni nella massima serie con il Cagliari, interrotte dal passaggio al Perugia, in Serie B , ancora sotto la guida di Galeone. Dopo aver condotto i grifoni alla promozione in Serie A, Max Allegri fa altre esperienze nel Padova, Napoli (nell’anno della retrocessione degli azzurri), Pescara e Pistoiese. Qui, nel marzo 2001 viene inizialmente squalificato per un anno dalla Commissione Disciplinare in seguito a una condanna per un illecito sportivo relativo alla partita di Coppa Italia con l’Atalanta del 20 agosto 2000, con l’accusa di aver pilotato, insieme ad altri sette giocatori di entrambe le formazioni, il risultato. Nel maggio 2001 la Commissione d’appello generale accoglierà il ricorso dei legali dei due club, prosciogliendo tutti i calciatori coinvolti.
Vive le sue ultime stagioni da calciatore con l’Aglianese, tra Serie D e C2. Con la società neroverde vince il campionato di Serie D e conclude la sua carriera agonistica nel 2003 con all’attivo 374 partite e 56 reti.
L’Allegri allenatore, dal Cagliari alla Juventus
Oltre alla sua carriera da calciatore, Allegri ha dimostrato di essere ancora di più un vincente guidando le varie panchine di ogni categoria. La sua abilità nel plasmare le partite, combinata con una profonda comprensione del gioco, gli ha consentito di preparare il terreno per la sua imperiosa transizione verso il mondo dell’allenamento. Le sue prime esperienze in panchina sono in squadre ben note al giorno d’oggi nel campionato di Serie D e C. La prima in assoluto è stata la squadra in cui ha terminato la sua carriera da calciatore, ovvero l’Aglianese (attualmente nel girone D di Serie D) nella stagione 2003-2004 in Serie C2.
Successivamente, nel 2004 passa alla guida della Spal, in Serie C1. Il 30 maggio si libera dal club estense a seguito del fallimento, e arriva alla guida del Grosseto (attualmente nel girone E di Serie D). L’esperienza con i toscani si divide tra il 2005 e il 2006, concludendosi a seguito del secondo e definitivo esonero avvenuto dopo la nona giornata del campionato 2006-2007. In seguito ritrova all’Udinese il suo mentore Giovanni Galeone, e diventa il suo collaboratore tecnico.
Ampliando i suoi orizzonti professionali e facendo emergere il suo talento di guida tecnica, Allegri ha poi legato la sua storia d’allenatore prima al Sassuolo-con cui centra la promozione storica in B- e poi al Cagliari, per quella che è stata la sua prima esperienza in Serie A. In una sorprendente manifestazione di abilità e competenza, ha aiutato a forgiare il destino del club, proiettandolo verso nuove vette.
Poi, l’exploit definitivo nel 2010 con l’esperienza al Milan. All’esordio assoluto con i rossoneri riesce a vincere uno Scudetto che mancava da sette anni e una Supercoppa Italiana. Ma è con la Juventus che contrassegna una nuova era e un’epoca di incredibili vittorie. 5 Scudetti, 5 Coppe Italia, due Supercoppe Italiane e due finali di Champions League che ancora gridano vendetta nei cuori dei tifosi della Vecchia Signora. I bianconeri oggi dicono addio a quella che è stata la loro guida per 9 anni complessivi, a un uomo che aldilà di tutto, nel bene e nel male, ha inciso a caratteri cubitali il suo nome e quello del club nella storia del calcio.