Una grande carriera da calciatore alle spalle, e importanti esperienze da allenatore in piazze calde del Sud Itali, ma Alessandro Monticciolo non riesce proprio a vivere senza l’ebrezza dello spogliatoio e l’odore del campo da gioco. Oltre 130 presenze in Serie B, con le maglie di Ascoli, Avellino e Reggina; circa 300 apparizioni anche in Serie C. Dopo il ritiro, subentra, nel 2014 a Donato Ronci alla guida del Giulianova. Comincia così un grande percorso che gli permetterà di sedere sulle panchine di Altamura, Casarano e Trapani, oltre che a vivere una breve parentesi ad Ascoli, come collaboratore tecnico, al fianco di uno degli allenatori che sta sorprendendo maggiormente in questa stagione: Vincenzo Vivarini. Dopo essere stato sollevato dall’incarico di allenatore della Gelbison, il suo periodo lontano dai campi da calcio sembrerebbe essere già terminato, poiché Alessandro Monticciolo sembrerebbe già pronto a rimettersi immediatamente in gioco.
L’allenatore toscano ha ricordato due grandi avventure della sua carriera da allenatore, analizzando l’ottimo momento che stanno vivendo: “Casarano e Altamura? Sono due grandissime piazze. Ad Altamura sono arrivato in un momento in cui la società doveva ancora assestarsi. Ora, invece, hanno una società solida, con degli obiettivi precisi e sono convinto che alla lunga riusciranno a raggiungerli. A Casarano sono arrivato forse nel momento peggiore della loro storia recente. Era un periodo di totale ricostruzione, con il presidente Filograna che non era particolarmente concentrato sulla squadra dopo i tanti investimenti sbagliati degli anni precedenti. Sono però davvero orgoglioso di aver allenato in due grandi piazze come queste e sono convinto che abbiano grandi chance per la promozione”.
E poi ancora sui rossoblù: “Il Casarano fuori dalla lotta per la vetta? Questo campionato ci ha insegnato che non è mai tardi per recuperare terreno, guardate il Brindisi che lo scorso anno aveva tanti punti di ritardo dalla Cavese, e alla fine abbiamo visto come è finita. Il trucco è reagire da squadra nel momento di difficoltà, che prima o poi arriva per chiunque. Manca ancora un intero girone, ci sono tanti scontri diretti. I biancorossi hanno un buon margine ma le inseguitrici, come il Nardò, sono tutte ancora in gioco”.
Nella scorsa stagione, Alessandro Monticciolo sedeva sulla panchina del Trapani, che oggi domina incontrastato il Girone I di Serie D: “Trapani è una grandissima realtà, hanno creato una super-squadra che non ha niente a che vedere con questa categoria. Fare 47 punti nel girone d’andata è qualcosa di straordinario ma significa anche che il Girone I non può essere considerato competitivo tanto quanto il Girone H. Quest’ultimo possiede molte più realtà di spessore rispetto a qualunque altro girone”. Poi è tornato a parlare della sua esperienza sfortunata in Sicilia: “La mia esperienza? Negli ultimi anni ho avuto la sfortuna di allenare tante grandi piazze, ma nei loro momenti più buii, come lo scorso anno. Purtroppo io ho avuto problemi importanti a livello societario ma sono contentissimo per ciò che stanno costruendo, Trapani è un grande club”.
Dopo aver allenato in quasi tutti i gironi meridionali di Serie D, Alessandro Monticciolo ha spiegato le differenze sostanziali tra i vari raggruppamenti della quarta serie italiana: “Le differenze tra i vari gironi? Inutile dire di che sono nette, da girone a girone cambia la storia e la tradizione delle squadre. Nel Girone H ci sono campi incredibilmente ostici come Martina, Manfredonia, Gallipoli, Gravina. In quel girone il fattore campo è molto più influente che da altre parti. Ad esempio, non me ne voglia nessuno, nel Girone I, tolte le grandi squadre con grandi strutture, si gioca in piccoli campi deserti, con qualche decina di spettatori. Questa è sicuramente una componente di cui tener conto quando si valuta il coefficiente di difficoltà del campionato. Ma questo discorso vale in ogni categoria. Anche in Serie A, giocare in stadi caldi come Bergamo, non è mai facile”.
Monticciolo ha voluto anche sottolineare il leggero rammarico per la situazione spiacevole vissuta in questo inizio stagione sulla panchina dei campani: “Nella mia avventura alla Gelbison, in questa stagione, ho dovuto affrontare tutte le partite in trasferta, senza alcun sostegno del pubblico. Così è più difficile vincere le partite, il fattore campo sposta gli equilibri”.
“L’esperienza da collaboratore tecnico con Vivarini ad Ascoli è stata importantissima per me. Lui è un grande tecnico e ormai sono anni che lo dimostra sul campo. Il motivo della separazione con i bianconeri? Purtroppo Ascoli è una piazza un po’ particolare. Noi avevamo ancora un anno di contratto ma la società decise di interrompere il rapporto prematuramente. Dopo quella stagione, però, Vivarini è andato a Bari e a Catanzaro e tutti abbiamo visto cosa ha fatto e cosa ancora oggi sta facendo, sta dimostrando tutto il suo valore. Lavorare al suo fianco è stata una possibilità di crescita lavorativa fondamentale per il prosieguo del mio cammino”.
Ad oggi Alessandro Monticciolo è in attesa di una nuova squadra, dopo la separazione con la Gelbison avvenuta lo scorso novembre, ecco i suoi progetti per il futuro: “Futuro? Con le nuove regole, ho la possibilità di trovare subito una nuova soluzione. Nonostante l’esonero, che è una tappa inevitabile nella carriera di qualsiasi tecnico, un allenatore deve sempre trovare le motivazioni per rimettersi in gioco. Io, sinceramente, non vedo l’ora di tornare in panchina. Se arrivasse una chiamata per allenare in un girone in cui non ho mai allenato, altrettanto competitivo come il girone H, la prenderei senz’altro in considerazione. Sarebbe bello anche allenare al Nord per provare a cimentarmi in un’avventura diversa. Voglio rientrare subito, a casa non si sta bene (ride, ndr), ma ci devono essere le condizioni per fare un buon lavoro”.