In passato era “Maradona”, oggi fa il ds: Battaglino si racconta
Nel giorno di San Valentino si celebra l’amore. Quello per il calcio è una forma d’amore tra le più pure ed incondizionate. La passione per il calcio dura tutta la vita e non svanisce mai. Può iniziare in un modo e nel corso del tempo evolversi ed adattarsi in base a diversi fattori. Alessio Cristiano Battaglino incarna alla perfezione il sentimento dell’amore per il calcio, uno sport che fa parte e farà sempre parte della sua vita.
Battaglino e l’avventura da ds: “Il treni passano, ma non si sa se ripassano”
Oggi direttore sportivo del Sangiuliano City, capolista del Girone B, in passato Battaglino fu tra i migliori giocatori della storia della Serie D brianzola, tanto da guadagnarsi l’appellativo di “Maradona della Brianza“. Ai microfoni di seried24.com racconta l’evoluzione dell’amore per il calcio, partendo proprio dall’avventura da dirigente: “Già negli ultimi anni da calciatore avevo deciso di intraprendere questo ruolo. Dopo aver vinto il campionato a Lodi col Fanfulla ho deciso di andare in Promozione a Meda, dove mi permettevano di collaborare anche con un ruolo di direttore sportivo. Nel settembre 2020 ho avuto diversi colloqui in Serie D, non andati a buon fine. Poi mi ha chiamato la famiglia Luce, mi sono preso una settimana e ho colto l’occasione. I treni passano, ma non si sa se ripasseranno. Mi è sempre piaciuto giocare, avevo una certa età, è sempre la parte migliore, però è arrivata questa opportunità ed ho accettato subito“.
Il Sangiuliano di Andrea Ciceri occupa la prima posizione in classifica ed è fortemente candidato alla prima storica volta in Serie C: “Rappresenta un grande sogno: vogliamo fare sempre bene, ora siamo là in alto e vogliamo rimanerci. Il vantaggio è fittizio perché il Desenzano Calvina deve recuperare ancora due partite e quindi siamo virtualmente a +4. Siamo molto contenti e lavoriamo, per ora sta andando tutto bene“.
Tra i segreti dei bianco-gialloverdi c’è sicuramente l’esperienza. Manuel Pascali, Carlo Ferrario e non solo, per Battaglino fondamentale è la personalità: “Sicuramente nella costruzione di quest’estate, partendo da zero, abbiamo cercato di prendere persone di un certo spessore prima ancora che giocatori. In comune accordo col mister cercavamo questo tipo di giocatori. Sono giocatori che aiutano sotto tanti punti di vista aiutano non solo sul campo ma anche fuori“.
La carriera di Battaglino: “Mauri, Sgrò e Galuppini i più forti, il mio erede? Frenci Qeros…”
Meda, Pro Lissone, Olginatese, Renate, Pro Sesto, Fanfulla, Seregno, Como. 635 presenze e 239 gol in carriera: il nome di Alessio Battaglino è scritto nella storia del calcio dilettantistico. Molti successi e tante personalità forti con cui ha condiviso lo spogliatoio. L’appellativo di Maradona della Brianza nasce dai giornalisti: “(Ride ndr) Ero soprannominato così.. Nasce dal fatto che sono mancino e ho sempre indossato la maglia numero 10. I giornalisti brianzoli che conosco da 20 anni mi hanno soprannominato così sui giornali. Ho avuto la fortuna di giocare in squadre forti con giocatori forti, non ce n’è uno. Tra i tanti posso sicuramente inserire l’ex capitano della Lazio Stefano Mauri al Meda, ho giocato con Francesco Galuppini ora al Südtirol, Marco Sgrò, oggi allenatore del Legnano. Non tutti sono arrivati in Serie A, ma hanno fatto bene tra B, C e D“.
Proprio come in ogni amore esistono dei momenti belli e dei momenti brutti. Tra alti e bassi, secondo l’attuale ds del Sangiuliano, possiamo inserire tanti momenti: “Avendo avuto la fortuna di giocare in squadre forti ho avuto la fortuna di vincere abbastanza. tante vittorie e le vittorie , la gioia della vittoria è unica e indescrivibile come la gioia di un gol. I momenti brutti sono stati tanti, ci sono momenti in cui non stai bene, ma il calcio nei momenti difficili mi ha sempre aiutato a venire fuori. Come ho detto quando ho lasciato il calcio: anche i momenti brutti sono stati bellissimi“.
Mancino, classe e tanta fantasia. In Serie D esistono tantissimi talenti, ma uno in particolare Battaglino lo ha in casa: “Ho visto dei giocatori forti che secondo me possono ambire a palcoscenici più elevati. Chi mi ricorda un po’ me stesso, non deve essere scontato, è Frenci Qeros, che in determinate circostanze ricorda me. Spero per lui e ne sono sicuro che farà molto meglio di me“.
A cura di Simone Schillaci