Alessio Martino, tra sogni e futuro: “Voglio andare avanti senza dimenticare da dove sono partito”
La nostra intervista esclusiva all’allenatore ex Gelbison, Gladiator e Termoli Alessio Martino
“Se segui tua stella non puoi fallire a glorioso porto”. Lo disse Dante Alighieri in tempi non sospetti, ma possiamo applicare questo mantra sempre attuale anche in chiave calcistica. Soprattutto se parliamo della carriera di Alessio Martino, classe 1983, uno degli allenatori più giovani e promettenti del campionato di Serie D. Nonostante la giovane età, l’allenatore napoletano può già vantare esperienze importanti in club come Gelbison, Gladiator e Termoli, squadra con cui nel 2022/2023 ha raggiunto una storica salvezza subentrando a due giornate dalla fine.
Tra passato, presente e futuro, Martino si è raccontato in esclusiva ai microfoni di seried24, parlando soprattutto della sua esperienza a Coverciano, da sempre il luogo dove prendono forma i sogni di ogni allenatore.
“Credo che l’allenatore sia un mestiere complesso. Esperienza a Coverciano con Spalletti fondamentale per me”
L’umiltà e la voglia di mettersi in gioco di Alessio Martino la si riconosce dalle prime battute della nostra intervista: “Il piacere è mio, in questo momento sono davanti al computer a studiare per l’esame del 5 giugno che potrebbe darmi la possibilità di diventare un allenatore professionista. Non pensavo ci fossero così tante nozioni. Sembrava poco da studiare e invece è tantissimo“. Partito dalla Prima Categoria, negli anni ha scalato ogni serie prima di arrivare in Serie D, nella stagione 2019/20, alla guida della Gelbison.
Alessio Martino è il classico esempio di come il lavoro e il sacrificio alla fine ripaghino e conducano verso cose sempre più grandi. Come, per esempio, il corso per conseguire il patentino di allenatore professionista a Coverciano: “Il corso a Coverciano è stata un’esperienza fantastica. Ho avuto la grande fortuna di confrontarmi con personalità come quella di Spalletti, Pasqual, Oliveira, Ezequiel Carboni, Dellafiore, Gutierrez, Ceccarelli, ecc. E in particolare con il grande Alessio Cerci con cui ho un rapporto speciale. Il ricordo più bello di quei giorni? La visita al Viola Park e la mia interrogazione dinanzi a tutti nell’aula magna di Coverciano. Se sei attento questo è un passo che ti può aprire tanti orizzonti e chiarire tanti dubbi. Io credo veramente che l’allenatore sia un mestiere complesso e non un mestiere semplice“.
“La Gelbison è stata la proposta di calcio più importante. Termoli? Dopo le prime tre gare c’era già il totoallenatore”
A questo punto con Martino facciamo un tuffo nel passato e ripercorriamo le tappe che lo hanno portato a diventare la persona che è oggi, prima uomo e poi allenatore: “Ho avuto la fortuna, in 5/6 anni di arrivare dalla Prima categoria in D con due trienni di lavoro dove c’è stata la fiducia e c’è stata la capacità di individuare quelle che erano le mie caratteristiche. Grazie alla Gelbison ho avuto l’occasione di farmi conoscere nel girone H. Credo che quella sia stata la proposta di calcio più importante. Abbiamo raggiunto il record difensivo ottenuto in Europa per le prima 8 gare di campionato senza subire reti nel girone H. Indimenticabile.“
Sulla scia dei ricordi è impossibile non menzionare anche i suoi numeri sulla panchina del Gladiator: “Ho fatto una grande esperienza anche al Gladiator. 34 partite, 50 punti da subentrato e ovviamente in un periodo che era piena pandemia, dove il club era ultimo alla ventesima partita a quota 14 punti. Siamo arrivati a farne 40 e salvarci con tre giornate d’anticipo“. Dopodiché arriviamo a parlare della sua esperienza a Termoli: “Non pensavo dopo il mio percorso al Gladiator di meritare di scendere di categoria. Ho aspettato 13 mesi per rientrare.“
Continua poi: “Sono arrivato al Termoli nel periodo peggiore della storia del club. Eravamo impelagati nella possibilità di fare i playout o retrocedere direttamente. Siamo arrivati a giocarci i playout con la Vastese il 14 maggio del 2023. E li abbiamo vinti. Lo scorso anno è stata una data storica per il Termoli. Peccato per quest’anno per non avere avuto quella fiducia necessaria di cui ha bisogno un gruppo, un allenatore, una squadra per andare avanti. Io ero convinto di avere contenuti, ma ci mancava qualcosa. Credo che si sia scatenato un effetto al contrario, ovvero una squadra che aveva tre punti nelle prime tre gare e c’era già il toto allenatore. Dopo 7 giornate sono andato via. Sono comunque contento che i ragazzi si siano salvati anche perché il nuovo allenatore è un mio caro amico e Termoli è una piazza che porterò sempre nel cuore.”
“Quest’anno voglio impormi in Serie D per un’intera stagione. Ho ricevuto varie proposte, sto valutando”
Risulta inevitabile a questo punto chiedere ad Alessio Martino cosa si aspetta per il futuro e quali sono i suoi obiettivi per la prossima stagione dopo un anno che lo ha visto fermarsi a novembre 2023: “Ogni persona ha un obiettivo personale e lavorativo soprattutto. Voglio essere un allenatore che vuole imporsi in questa categoria per un’intera annata con un obiettivo medio importante. Devo dire la verità, ho ricevuto due grandissime chiamate in Eccellenza, da società davvero blasonate, delle nobili decadute diciamo. Ma il mio obiettivo è quello di affermarmi“.
Continua poi: “Dopo 5 anni ho voglia di un progetto importante, mi sento pronto. Sento di aver fatto il passo giusto, quello di non rientrare. Avevo ricevuto delle chiamate da due squadre di Serie D dopo l’esperienza a Termoli, ma a febbraio ho iniziato il corso UEFA. Non avevo la necessità di rientrare perché il mio obiettivo era alzare le mie conoscenze, perché credo che non siano mai abbastanza per essere sempre più credibile con la mia proposta.“
Nel momento in cui arriviamo alle battute finali dell’intervista chiediamo a Martino un breve punto sulla stagione dei gironi H e F, che lui conosce molto bene: “Girone H? Altamura campionato strepitoso, ha meritato la C. Deluso dal Barletta, non mi aspettavo retrocedesse. Per quanto riguarda il girone F per me la squadra più completa era L’Aquila. Anche il Notaresco mi è piaciuto, colgo l’occasione per fare i complimenti al mio amico Alessandro Bruno, ha fatto un gran lavoro“. Tra futuro e sogni nel cassetto, poi, Martino non ha dubbi: “Voglio andare avanti senza dimenticare da dove sono partito. Me lo ripeto sempre. Sono pronto per una grande piazza, è arrivato il momento“.