Ad Altamura sono abituati all’altezza, all’aria rarefatta che si respira quando si è in cima, più in alto degli altri. Da tempo però questa sensazione non si viveva più grazie al calcio. Quella felicità istintiva di guardare tutti dall’alto della classifica inalando aria pulita era svanita e quasi ci si era dimenticato di quanto fosse bello. Poi, in estate qualcosa è cambiato, soprattutto grazie ad un uomo nato a Marsala e che per lavoro ha girato tutta Italia. Il suo nome è Domenico Giacomarro, di professione fa l’allenatore ed è uno degli artefici del sorprendente inizio di stagione dell’Altamura, primo nel girone H di Serie D.
“Qua sto da Dio– ammette soddisfatto. E’ una realtà spettacolare e per questo sono sempre carico. Ho trovato una dirigenza che mi permette di lavorare benissimo. In questo ambiente non è sempre semplice trovare gente che ti vuole bene. Qui sono veramente contento. Ho 60 anni ma nonostante questo ho una grande carica e tanta voglia di dimostrare“. Domenico Giacomarro, intervenuto ai microfoni di SerieD24.com, ci racconta i segreti della scalata del suo Altamura.
Quattro vittorie ed un pareggio nelle prime cinque partite di campionato ed aspettative di inizio stagione per ora pienamente rispettate. Sì, perché la rosa dell’Altamura è forte, costruita con senso e si capiva potesse ambire da subito alle posizioni importanti di classifica. Ma se chiediamo al suo allenatore se si aspettasse un inizio del genere la risposta potrebbe anche sorprendere: “Sinceramente non mi aspettavo questo inizio, così scoppiettante. Il merito però va condiviso con i miei dirigente. Sono tanti e hanno per questo una forza maggiore. Sono tifosi e mi hanno messo a disposizione una rosa importante”.
Nella terra famosa per il suo pane spettacolare Giacomarro ha ideato un’altra ricetta che fin qui si è dimostrata perfetta ma per la quale non ci suo dimenticare un’ingrediente fondamentale. “I miei giocatori sono stati bravissimi a capire fin da subito i miei imput – ci racconta l’allenatore. Si confrontano spesso con me ed in campo riportato alla lettera quello che gli dico. Per me stimolare ragazzi che tecnicamente sono molto validi e hanno una tale cultura del lavoro è molto più semplice. La cosa più difficile nel nostro lavoro è far recepire ai ragazzi le nostre idee. Loro sono gli attori principali quelli da cui spesso dipende anche il nostro destino. Ma in questo caso, anche grazie ad una società che non ha badato a spese, ho un grande gruppo”.
Non si è mai tirata indietro, sin da quest’estate, l’Altamura che ha sempre professato sogni di alta classifica. Per alcuni è meglio tacere, scaramanzia e paura di fare brutte figure sono dietro l’angolo, per Giacomarro invece è stato il fattore fondamentale che lo ha spinto ad accettare. “Io sono venuto ad Altamura perché mi hanno subito confermato che avremmo fatto un campionato importante. Lo scorso anno non avevano fatto neanche i playoff e la società era forte. Sentivo che si poteva fare una grande cosa ad Altamura. Loro me lo hanno dimostrato ed è per questo che ho deciso di accettare. Per ora ci stiamo riuscendo”.
Andria, Casarano e Nardò le prossime tre avversarie dei pugliesi. Tre partite da cui inevitabilmente passerà tanto del futuro dell’Altamura. Ma, come dice l’allenatore “In Serie D vince una sola squadra” e per questo bisognerà lottare con tutte. “In questo girone– prosegue l’ex Turris- ci sono tantissime squadre forti. Per vincere non basta avere la rosa migliore e l’allenatore più bravo. Andria ad esempio è una grande piazza, bellissima. Quando ero giocatore io, tantissimi volevano andare lì perché è una società importantissima. Quest’anno ho notato che il livello del Girone è più alto. Nell’H ci sono sempre almeno 10 squadre che spendono tantissimo”.
Insomma, una rosa all’altezza, una dirigenza appassionata e competente ed un allenatore che sembra aver trovato la perfetta connessione con l’ambiente. Ad Altamura non sembra mancare nulla, anche se poi quando glielo facciamo notare Giacomarro ironizza: “Per una cittadina di 70mila abitanti ci vorrebbe qualche campo in più. Penso però che presto mi risolveranno anche questo. E’ il piccolo pegno da pagare per tutto il resto, mettiamola così”. Intanto però si è tornati a guardare tutti dall’alto e sembrano starci bene. Ad Altamura infatti sono abituati all’altezza.