Andrea Compagno in Nazionale? Il pensiero di papà Rosario
Immagina di dare una svolta alla tua carriera, e alla tua vita, in meno di cinque anni: cavalchi il sogno di calciatore professionista, ma in Italia oltre la serie D non riesci a dimostrare il tuo potenziale. Lasci tutto e con una valigia, ricca di speranza, parti per la Romania. Rispondi presente alla chiamata del Craiova e oggi, giochi e segni davanti ai 31.000 tifosi del Ghencea, stadio della Steaua Bucarest.
Questa è la storia di Andrea Compagno, prossimo a raggiungere il raduno dei preconvocati a Coverciano della Nazionale italiana di Roberto Mancini.
In pochi hanno creduto in lui: il primo ad essere stato sempre dalla sua parte è la figura che da sempre lo accompagna, Rosario Compagno, suo padre.
Ai nostri microfoni, dunque, Rosario, padre di Andrea, ex calciatore di Trapani, Palermo e Acireale, tra le tante, ha voluto commentare quanto sta accadendo nelle ultime ore.
La Nazionale motivo d’orgoglio: le parole di Rosario Compagno, padre di Andrea
Nel proprio percorso di crescita, la figura di un genitore, in questo caso del padre, è fondamentale per poter raggiungere i propri obiettivi sapendo che, anche nei momenti più difficili, ci sarà sempre qualcuno al tuo fianco.
Solo Rosario Compagno conosce il percorso travagliato e di abnegazione che il figlio ha dovuto percorrere per poter arrivare alla giusta attenzione che merita. Che sia solo il punto di partenza, e non la destinazione senza mai dimenticare da dove si è partiti. “Umiltà e semplicità”, questo è Andrea Compagno.
Ecco quanto dichiarato dal padre: “Si tratta di una lista di preconvocazione. Sappiamo sia io che Andrea che non sarà facile ma il fatto che la Nazionale italiana lo abbia preso in considerazione è per lui motivo di grande gioia e orgoglio. Per il resto lui continua ad essere il ragazzo semplice ed umile che è sempre stato”.
Il classe 1996 sta vivendo una seconda vita calcistica: segnare più gol di Balotelli e Immobile non è un caso. Il duro lavoro ripaga sempre e Compagno è solamente all’inizio del suo lungo viaggio.
A cura di Lorenzo Bloise