Oltre 200 presenze in Serie A, distribuite tra Atalanta, Cagliari, Fiorentina, Udinese e Carpi. Dallo spogliatoio condiviso con Bruno Fernandes e Piotr Zielinski fino alla Vigor Senigallia, passando per Davide Astori e il legame con Alessandro Matri. Andrea Lazzari, centrocampista classe ‘84 oggi in forza alla Vigor, si racconta ai microfoni di seried24.com.
Partiamo dalla fine, estate 2017. Dopo gli ultimi anni in Serie B con Bari e Pisa, Andrea Lazzari approda al Fano, in Serie C. Due stagioni importanti, impreziosite da oltre 50 presenze. Dal 2019 poi, l’Eccellenza con la Vigor Senigallia. Qui trascorre due stagioni e mezzo ma, dopo la promozione in Serie D dello scorso anno, Lazzari non abbandona la nave, anzi. “Quest’anno ho iniziato abbastanza bene, stavo trovando continuità.” – esordisce ai nostri microfoni – “Poi purtroppo ho avuto un problemino sul nervo della caviglia che mi ha dato parecchia noia”. Il numero dieci infatti, a causa di un infortunio alla caviglia, non vede il rettangolo verde da un po’. Allo stesso modo però, lo stesso Lazzari annuncia novità in merito. “Ho dovuto fare degli accertamenti, e dovrò farne ancora in futuro, però penso che da domani (13 dicembre, ndr) ricomincio ad allenarmi con la squadra. Magari riesco ad essere disponibile per domenica”.
Restando a Senigallia, con Lazzari abbiamo accennato a quella che è stata l’alluvione che ha colpito la città marchigiana lo scorso settembre. Anche lui, come tanti altri abitanti, ha vissuto la catastrofe da vicino. “Sono rimasto colpito perché l’ho vissuta in prima persona. Fortunatamente la mia abitazione non ha subito danni però ho vissuto le sensazioni della gente che ha perso tutto: ho amici che hanno perso qualunque cosa”. Scene, quelle viste a Senigallia, già proposte qualche anno fa. “Nel 2014, quando è successa la stessa cosa, non eravamo lì. Questa volta invece si, abbiamo passato la notte svegli con gli altri vicini di casa. Il livello dell’acqua saliva sempre più, la mattina dopo il fango campeggiava tra le strade: mi ha toccato molto”.
Torniamo adesso indietro nel tempo. Spostiamoci dalle Marche e ci trasferiamo (o meglio, torniamo) a Cagliari. Arrivato in Sardegna, al classe ‘84 viene subito affidata la prima ‘grossa’ responsabilità: la numero dieci. “E’ stato Massimo Cellino (al tempo presidente del Cagliari, ndr) a consigliarmi di prenderla. Quando ad inizio stagione abbiamo fatto la lista dei numeri, essendo l’ultimo arrivato, scelsi uno di quelli rimasti e Diego Lopez, il capitano, consegnò l’elenco in sede”. La scelta però, secondo Cellino, andava rivista. “Qualche giorno dopo viene da me Diego Lopez dicendo che il Presidente voleva che io indossassi la dieci. Io fui restio, vedendo soprattutto chi la indossò prima di me: ero l’ultimo arrivato, mi sembrava forse eccessivo darmi subito la dieci. Parlandone poi in famiglia, soprattutto con papà che mi disse di essere contento di ciò, decisi di accettare”. Un piccolo commento sulle 99 presenze in rossoblu. “Le 100 presenze? Sarebbe stato bello ma purtroppo è andata così”.
Dall’arrivo a Cagliari fino alla convocazione in Nazionale: Andrea Lazzari e Davide Astori hanno trascorso davvero molto tempo insieme: “Siamo arrivati insieme a Cagliari, nello stesso anno. Il secondo anno poi, fummo convocati entrambi per la prima volta in Nazionale”. La sua scomparsa, nel marzo del 2018, ha scioccato un po’ tutto il mondo del calcio, e non solo. “Quando mi è arrivata la notizia, sinceramente facevo fatica a crederci. Ero qui a Senigallia, ho chiamato il magazziniere della Fiorentina per accertarmi della veridicità della notizia. Mi chiamarono degli amici anche da Udine. Insomma, non volevo crederci. Mi ha scosso. Davide era lo stesso ragazzo che si vedeva in tv: solare, sempre con il sorriso in faccia. Incitava i compagni e aveva sempre una parola buona per tutti”.
Un altro compagno con cui ha legato molto Andrea Lazzari, è senza dubbio Alessandro Matri. Assieme a lui, i due erano soliti esultare con un gesto. Un gesto che, come ci racconta Lazzari, aveva un significato preciso. “Essenzialmente era indirizzata al mister Allegri (al tempo allenatore del Cagliari, ndr). Era per dirgli che doveva farci giocare di più. Di solito noi entravamo nel secondo tempo e spesso, riuscivamo a segnare. Era come a dire ‘Ehi mister, facci giocare un po’ di più‘ (ride, ndr)“. Compagno di avventure dentro e fuori dal campo. Lazzari infatti, racconta di un curioso aneddoto che vede protagonisti loro, la capitaneria e la questura. “Volevo fare uno scherzo alla sede del Cagliari e invece avevo chiamato la capitaneria di porto. Tutto si risolse subito, però ad accompagnarmi in questura c’era proprio Ale. Sono tornato a casa con un verbale di procurato allarme alla Marina Militare”.
Lasciamo la Sardegna e avventuriamoci quindi in una nuova regione: il Friuli Venezia Giulia. Dopo la stagione 11/12 trascorsa con la Fiorentina, Andrea Lazzari passa in prestito all’Udinese. Con i bianconeri, oltre a far registrare il suo esordio in Uefa Europa League, Andrea Lazzari disputa il match contro il Liverpool ad Anfield Road. “Emozione bellissima, non c’era ansia ma magari tensione prima della partita”. In campo, con i ‘Reds’, ci sono Pepe Reina, Steven Gerrard, Luis Suarez ed un appena 18enne Raheem Sterling. ”Anfield l’ho sempre visto dalla tv e riuscire a giocarci, contro campioni di quel calibro, è stata un’emozione indescrivibile. Se aggiungiamo poi che siamo riusciti a vincere, la gioia si amplifica all’ennesima potenza”.
Due stagioni, quelle passate ad Udine, che fanno bene ad Andrea Lazzari. Oltre alla possibilità di giocare con Totò Di Natale infatti, il centrocampista ha anche modo di condividere lo spogliatoio con due, allora giovanissimi, talenti. Parliamo di Bruno Fernandes e Piotr Zielinski.
Bruno Miguel Borges Fernandes, noto semplicemente come Bruno Fernandes, è ad oggi uno dei centrocampisti più completi del panorama mondiale. All’inizio però, anche a causa dello scarso minutaggio, il portoghese fatica ad eccellere. “Una sua crescita così esponenziale? Dico la verità, non lo avrei detto. Si vedevano le qualità, però ha giocato poco perciò si poteva esprimere solo negli allenamenti” – il classe ‘94, arrivato in Friuli nel 2013 dopo una stagione al Novara, fatica quindi a trovare spazio – “Purtroppo non basta l’allenamento, le qualità bisogna cercare di esprimerle anche in campo la domenica. Però ecco, sono molto contento della sua crescita”.
Oltre al portoghese, come accennato in precedenza, menzionato anche Piotr Zielinski, centrocampista classe ’94 oggi al Napoli e pedina fondamentale nello scacchiere della Polonia. “Si vedeva che aveva le qualità per diventare così forte, può crescere ancora tanto. Sia in allenamento che in partita, Piotr era un ragazzo serio. Giocando un po’ di più di Bruno Fernandes, le sue qualità tecniche si sono viste subito”. Mondiale, quello in Qatar, che li ha visti entrambi protagonisti con le rispettive nazionali: “Li ho seguiti al Mondiale. Ogni tanto, quando ci sono le partite, dico a mia figlia ‘vedi, lui ha giocato con me’ “.
Tanta, tantissima Serie A in questa Serie D: da Totò Di Natale Vice Presidente dell’Orvietana a Fabrizio Cacciatore allenatore del Caldiero Terme, passando per Francesco Lodi, Felipe e De Luca. Insomma, la qualità non manca. “La Serie D può essere un nuovo inizio. Ci sono realtà in Italia, come qui a Senigallia, dove trovi società serie con persone che hanno un progetto. Allenatore in futuro? Vi spiego”. Il 34enne Andrea Lazzari, oggi in forza alla Vigor con ancora tanta voglia di fare, non esclude un futuro da allenatore, anzi. “Ci sto pensando – afferma l’ex Cagliari – Il patentino Uefa B ce l’ho. Qualche anno fa non ci avrei neanche pensato, ora invece si. Vorrei iniziare con i ragazzini, magari di 12 o 13 anni. Due estati fa ho dato una mano ad un ragazzo per un camp estivo, ma i bambini erano troppo piccoli”.
Tanti allenatori in carriera, da quelli affrontati fino a quelli avuti come guida. Andrea Lazzari però, ci svela alcuni nomi da cui prende spunto: “Non mi dispiace il metodo Gattuso. Mi sono fatto mandare qualche suo allenamento, mi segno qualche appunto. Sicuramente seguo anche Montella, sia come metodo di allenamento che come modo di porsi alla squadra. Ma anche Allegri e Guidolin. Il problema poi, è ricordarsi tutto (ride,ndr). Personalità, metodo ed esercizio. Tutto conta”.