Per arrivare nel mondo dei grandi, bisogna partire dal basso per crescere e avere un exploit maggiore. Nasce con questo motto la carriera di Aurelio Andreazzoli, allenatore toscano fresco di ritorno alla guida dell’Empoli. Aurelio è uno dei pochi allenatori della nostra Serie A senza esser stato prima un calciatore professionista. Da giovane, infatti, ha vestito le maglie del Sessana e del Pescia, giocando solo ed esclusivamente in categorie minori.
Dopo una breve carriera, durata appena 9 anni, appende le scarpe al chiodo puntando tutto su un futuro dal allenatore. E fu così che, dopo tre anni di studio, Andreazzoli venne chiamato per allenare l’Orrione, club di Seconda categoria. Una stagione travagliata, quella del’85, che lo fece passare a capo della panchina dell’Ortonovo, con il quale riuscì nell’impresa di portare il club dalla Seconda categoria in Promozione. Dal 1989 al 1995 allena tra l’Eccellenza e la Serie D, fino a quando nel ’96 gli venne data l’opportunità di allenare gli allievi nazionali della Fiorentina. In Toscana riuscì a togliersi parecchie soddisfazioni a livello personale. le stagioni successive vedranno tra la Serie C2 e la Serie D, allenando rispettivamente Tempio, Aglianese, Grosseto e Alessandria.
Nel 2003 l’occasione più importante della sua vita: squilla il telefono, è Luciano Spalletti, suo compagno di stanza a Coverciano, che vuole Andreazzoli al suo fianco, come collaboratore tecnico all’Udinese, in Serie A. Dopo due importanti stagioni in Friuli, nel 2005 segue l’allenatore toscano anche nella Roma. A tal proposito, simbolico il gesto di Rodrigo Taddei. In una partita della fase a gironi di Champions League, tra Olympiacos e Roma, denomina una sua giocata “Aurelio”, in onore del tecnico che lo aveva spinto a provare quella situazione di gioco anche in gara. Nel 2009, insieme a Spalletti lascia la Roma, per poi essere richiamato la stagione successiva da Vincenzo Montella: dopo il suo addio, però, Andreazzoli continua anche alle spalle di Luis Enrique prima e Zdenek Zeman poi.
Il 2 febbraio del 2013 Andreazzoli siede sulla panchina della prima squadra della Roma, sostituendo l’esonerato Zeman. In soli tre mesi, il club giallorosso riesce a piazzarsi sesto in classifica con 62 punti. L’anno successivo, la società giallorossa nomina Rudi Garcia come nuovo allenatore, mentre Aurelio torna nel suo vecchio ruolo di collaboratore tecnico. Nel 2017 si dividono definitivamente le strade tra Andreazzoli e la Roma, con il tecnico che approda all’Empoli, in cadetteria. In cinque mesi riesce a cambiare il volto del club toscano, dando seguito ad una striscia di risultati utili consecutivi di 19 partite (14 vittorie e 5 pareggi): Grazie al pareggio del 28 aprile 2018, in casa, contro il Novara, arriva la matematica promozione in Serie A con quattro giornate d’anticipo.
La stagione successiva non è ambiziosa come la precedente. Infatti nel giro di qualche gara viene sollevato dall’incarico, prima di essere richiamato a due mesi della fine del campionato. Andreazzoli però non riesce a replicare il miracolo promozione e, totalizzando lo stesso numero di punti del Genoa, retrocede in Serie B. Ed è proprio dal “Grifone” che riparte la sua carriera in A, club con il quale firmerà per due stagioni. La sua avventura in Liguria non dura più di tre mesi.
Dopo due stagioni di fermo, Andreazzoli torna a sedere, nel 2021, nella panchina del suo Empoli. Fino a dicembre un cammino importante, condito da 26 punti in 17 gare: da gennaio in poi, invece, 6 sconfitte e 6 pareggi. Nel girone d’andata l’Empoli è riuscita a levare alcuni punti alle big del campionato, vincendo con Juventus e Napoli e facendo uno sgarbo, dunque, al suo amico Spalletti. La salvezza è ormai un dato di fatto, quando mancano sei giornate: resta solo l’aritmetica, ma la formazione di Andreazzoli merita di restare in Serie A.
Andreazzoli, da pochi giorni, è diventato (ritornato) ufficialmente il nuovo allenatore dell’Empoli prendendo il posto dell’esonerato Paolo Zanetti. Toccherà a lui, adesso, risollevare una squadra apparsa in grande difficoltà nelle prima quattro giornate: 0 punti, 12 gol subiti e neanche un gol segnato. Poca roba, pochissima per una squadra che ha di sicuro un grande potenziale per disputare tutt’altro tipo di campionato.