Angri, Elefante: “Ci sono problematiche insormontabili. Il nostro ciclo è finito”
Ferdinando Elefante, ideatore del progetto, e l’Angri si dicono addio. In un video-messaggio apparso sui canali social dei campani, si è dedotto che dopo 4 anni giunge al termine la gestione dell’attuale società, culminati con il ritorno in Serie D dopo 11 anni e la permanenza nella categoria ottenuta sul campo attraverso i play-out. Un’analisi socio-economica attenta per definire posizioni, scelte e decisioni, nel rispetto di una passione senza fine verso i colori grigiorossi.
Angri, Elefante: “Ci sono stati periodi brutti, ma siamo andati avanti”
“Non avrei mai pensato di arrivare a questo epilogo insieme al mio gruppo societario che da 4 anni ha cercato di portare avanti il brand Angri nel mondo del calcio dilettantistico. Era il 2021 quando abbiamo presentato il nostro progetto sportivo fatto di entusiasmo, passione ed esperienza lavorativa. Ci sono stati dei periodi brutti, ma nonostante ciò questa società ha portato avanti le attività sportive legate alla nostra squadra. Il ritorno in Serie D è stato un traguardo pensato e programmato, e l’obiettivo era quello di andarci tutti insieme dopo 11 anni. Tante problematiche, con una città che purtroppo sulle cose belle tende sempre a dividersi. Si parte sempre con tanto spirito di abnegazione e supporto, ma poi man mano questa cosa va scemando”.
“Non vogliamo proseguire per motivi più che validi”
“Il 6 giugno la società tutta, riunitasi in un CDA, ha deciso suo malgrado di protocollare e mettere a conoscenza l’Amministrazione Comunale di non voler continuare il progetto calcistico per dei motivi che secondo noi li riteniamo molto validi. Non abbiamo mai chiesto un centesimo a nessuno, è un progetto partecipativo fatto da imprenditori e sponsor che hanno sposato la causa. Noi non viviamo solo di calcio. Siamo imprenditori in questo settore, bensì figure che ci rimettono tempo, denaro e salute a quella che è una passione che però se sfocia in ossessione non ha più gusto. All’inizio mi dicevano che era difficile questo progetto, ma alla fine ce l’ho fatta insieme a tutti gli altri soci. Se bimbi, donne e adulti chiedono magliette dell’Angri vuol dire che il nostro brand è conosciuto“.
“Le problematiche infrastrutturali di questa città sono le stesse di 6 anni fa”
“Siamo cresciuti tutti, però le problematiche infrastrutturali di questa città sono le stesse di sei anni fa. Senza delle fondamenta il palazzo non si può fare. Non è un fatto di gestione dello stadio. E’ stato chiesto di poterlo gestire, ma il Comune ci ha risposto con una nota che è impossibile rilevarle la gestione del “Novi”. Volevamo uno stadio efficiente dove poter inserire le nostre pubblicità, perché gli sponsor se sponsorizzano l’impianto è perché c’è uno spettacolo ed è quando gioca l’Angri. Non è un attacco, ma avere un impianto efficiente a disposizione ti mette in una posizione dove puoi programmare. Siamo impossibilitati a fare una scuola calcio, un settore giovanile, a chiudere accordi con società blasonate. L’Angri, oggi, ha rapporti con le principali società calcistiche italiane dalla Serie A alla Serie C. La struttura non permetterà alla società di programmare un periodo, un nuovo triennio o un eventuale scalata verso il professionismo“.
“Ciclo finito, ma l’iscrizione verrà fatta”
“Il nostro ciclo è finito. Abbiamo sempre ribadito che il club non scomparirà. L’Angri non rimarrà senza calcio come successo anni fa. Siamo demotivati da questa situazione perché era un progetto alla quale credevo tanto. Sono arrivate due manifestazioni d’interesse. E’ un imprenditore che noi avremmo il piacere di supportare, ma non ne sono arrivati altri. Le porte del dott. Sanchez sono sempre aperte per qualsiasi proposta. L’Angri è comunque pronta ad iscrivere la squadra al prossimo campionato di Serie D, ma non possiamo farlo ancora perché dal 10 al 14 luglio si aprono i termini d’iscrizione. Siamo già pronti ad iscrivere la squadra e a non impegnarci in quella che è l’organizzazione sportiva 2023-24. Ci sono delle problematiche insormontabili per questa compagine societaria. Non siamo in grado di garantire una programmazione che ci possa portare al professionismo”.