L’Arezzo torna in Serie C. Il ds Cutolo: “Lo dovevo alla città”
“Dovevo questa promozione alla città”, il Direttore Sportivo Aniello Cutolo racconta la Serie C raggiunta dall’Arezzo. Un percorso fatto di alti e bassi e conclusosi dopo due stagioni. Gli amaranto hanno battuto la Pianese 3-1 nello scontro diretto in un “Comunale” infuocato con oltre 6000 spettatori.
L’ex Livorno, Pescara, Verona, Padova e proprio Arezzo ha spiegato quanto è stata difficile questa stagione per il Cavallino.
Arezzo, Cutolo: “Non è stato per niente semplice vincere il campionato”
Con tre giornate d’anticipo e dieci punti di vantaggio, l’Arezzo ha vinto il Girone E di Serie D e conquistato la promozione in Serie C. Cutolo ha però voluto rimarcare le difficoltà di questo percorso: “Di sicuro non è stato facile raggiungere questo obiettivo. Abbiamo avuto delle problematiche ma abbiamo finito il campionato in crescendo. Tutto sommato è stata una grande stagione“.
L’arrivo di giocatori di qualità come Gucci nel mercato invernale ha influito sulle prestazioni della squadra: “Niccolò era l’attaccante che cercavamo e la sua presenza nello spogliatoio si è subito sentita. Anche Foglia ha alzato il livello di un gruppo forte già di suo ad inizio campionato. La forza di questa squadra di sicuro è stata la compattezza generale che si è creata”.
“Quanto è difficile competere in Serie D? Tanto”
“E’ stato il mio primo anno da Direttore Sportivo e ho affiancato il DG Paolo Giovannini in questo percorso. – ha continuato Cutolo – Tutto è andato per il verso giusto, sono molto soddisfatto di questa prima esperienza in una nuova veste. Ho avuto modo di lavorare vicino a persone esperte e per me è stato un vantaggio”.
La voglia di competere dell’ex attaccante del Cavallino è sempre stata il fulcro della sua carriera: “Dovevo qualcosa alla città di Arezzo dopo la retrocessione di due anni fa. Mi sono sempre messo in gioco ovunque, anche in questa occasione l’ho fatto e sono contento di come sia finita. Vincere in Serie D non è facile perchè ne sale solo una e bisogna lavorare su tutti i particolari per raggiungere l’obiettivo prefissato”.
Cutolo e il futuro ad Arezzo: “Siamo scaramantici, non ne abbiamo ancora parlato”
Aniello Cutolo e l’Arezzo potranno ancora scrivere pagine di storia insieme nella prossima stagione? Il DS dei toscani risponde così: “Ti dico la verità, siamo scaramantici e abbiamo deciso di non parlarne fino alla vittoria del campionato (ride ndr.). Ora che abbiamo raggiunto l’obiettivo avremo modo di parlarne e di fare tutte le riflessioni del caso”.
“Un seguito come quello che ha questa squadra ce l’hanno poche squadre in D e in C. Questa gente ci ha sempre supportato in casa e fuori. Vedere seimila tifosi allo stadio è stato fantastico, va solo fatto un grande applauso a tutti. Qui c’è fame di calcio, la città merita il professionismo e anche qualcosa in più”.
“Livorno? Spero tornino anche loro in C. Tutte le piazze da giocatore mi hanno lasciato qualcosa”
Un’altra squadra in cui Aniello Cutolo ha giocato è il Livorno, club che l’Arezzo ha affrontato in questa stagione nel Girone E di Serie D. Sulla nuova proprietà presentata pochi giorni fa, l’ex attaccante si è così espresso: “Ho letto tutto tramite i siti di informazione. C’è grande ambizione come è giusto che sia. Ho avuto la fortuna di giocarci, hanno poco a che fare con questa categoria e di sicuro vorranno tornare più in alto il prima possibile. Ci sono tante piazze in questa categoria che meritano altro come Catania, Cavese, Brindisi, Grosseto, Pistoiese e tante altre. Forse il sistema del calcio italiano le penalizza in questo momento, sicuramente le rivedremo presto in Serie C”.
Da giocatore Cutolo ha sempre portato nelle piazze in cui ha giocato il suo modo di essere e di emozionare i tifosi con le sue splendide magie. Ognuna delle squadre ha lasciato qualcosa nel suo cuore: “Ho avuto la fortuna giocare in tredici squadre blasonate. A noi giocatori solitamente restano le stagioni in cui hai fatto meglio. Ricordo con grandissimo affetto le annate a Padova, Crotone, Taranto e Livorno anche se sono stati solo sei mesi. Ma non dimentico le esperienze a Verona, Pescara, Perugia. Anche loro hanno lasciato un ricordo importante per la mia crescita”.
A cura di Gennaro Dimonte