“In qualità di rappresentante legale di Michele Dibenedetto, titolare dell’azienda Sicur.a.l.a. Comunico la volontà del mio assistito di intavolare una trattativa per rilevare l’Asd Barletta 1922 da Mario Dimiccoli”. Così l’avvocato Michele Cianci, rappresentante legale di Michele Dibenedetto, ha annunciato il possibile ribaltone societario per il Barletta, club del girone H di Serie D.
Come spiegato dalla nota, nelle prossime ore si terrà un colloquio tra le parti. “Nella mattinata di domani, incontreremo Mario Dimiccoli per comprendere le sue volontà e formulare una proposta utile a rilevare la proprietà del club. Con il ruolo di main sponsor per la stagione 2023-2024 Michele Dibenedetto ha già mostrato il suo amore per i colori biancorossi ed ora in questo momento di difficoltà è pronto ad assumersi la responsabilità di risollevare le sorti del club per portarlo ai successi che merita”.
Ore delicate in casa Barletta. Nelle scorse ore, su seried24.com, abbiamo riportato i dettagli in merito a ciò che è avvenuto lo scorso 1 ottobre: “L’episodio riguarda i disordini avvenuti durante l’incontro del 1° ottobre u.s tra le compagini NARDO’-BARLETTA presso lo stadio comunale di Matino“.
“La partita, conclusasi con la sconfitta della squadra ospite, ha suscitato il malcontento di un dirigente della squadra del Barletta e di alcuni tesserati della società che, imputando alla terna arbitrale un comportamento di favore nei confronti della squadra di casa, si dirigeva verso gli spogliatoi degli arbitri pronunciando accuse e offese. Gli agenti della Polizia di Stato sono intervenuti per impedire l’ingresso negli spogliatoi dei direttori di gara all’uomo che, con atteggiamento sempre più aggressivo, rivolgeva insulti e minacce anche nei confronti dei poliziotti”.
A seguito di approfondimenti investigativi da parte del Commissariato di P.S. di Nardò, l’uomo, un barlettano di 54 anni, denunciato per i reati di resistenza, minacce e violenza a P.U. in occasione di manifestazioni sportive è stato colpito da un provvedimento DASPO per la durata di un anno, in quanto il suo comportamento è stato ritenuto pericoloso per l’ordine e la sicurezza pubblica.