Barletta, Marilungo: “La prima cosa che ho pensato: ma che ci fa Schelotto qui?”
Guido Marilungo ha deciso di ripartire da Barletta. L’attaccante marchigiano è sceso per la prima volta in Serie D dopo una lunga carriera tra Serie A (Don Balon lo inserì tra i migliori giocatori europei del suo anno), Serie B e una parentesi in Serie C.
“Gioco per divertimento, ho ancora tanta voglia e passione”. E chi l’ha visto in queste due partite nella bolgia del Cosimo Puttilli ne ha subito capito l’importanza di questi valori. A 34 anni con tanti alti ma anche punti bassi della carriera, l’ex Sampdoria, Atalanta e Lecce ha raccontato le sue prime settimane nei dilettanti su SerieD24.com.
Barletta, Marilungo: “Sorpreso dalla tifoseria e dalla città”
Il Barletta ha scelto Marilungo e viceversa. Arrivato in punta di piedi, come i veri professionisti, il classe 1989 ha subito notato una cosa nell’ambiente biancorosso: “Non credevo che fosse così grande, mi sono subito ricreduto. E’ una bella piazza, c’è passione di calcio. Lo stadio è sempre pieno, è bello giocarci”.
“Tutti chiedono di te, – continua il 34enne – la gente si ferma per strada e ti saluta con grande entusiasmo. Sono contento di aver scelto di giocare qui. Ora l’obiettivo è dare la Serie C a questa tifoseria che lo merita, starà a noi giocatori provarci. In questo sport il modulo conta poco, è l’atteggiamento che ti fa vincere le partite. Quando vieni da una categoria superiore devi dimostrare di più ed è quello che voglio fare”.
“Ma tu che ci fai qui?” Il rapporto tra Marilungo e Schelotto
Marilungo e Schelotto, un binomio che si è già riproposto ai tempi dell’Atalanta in Serie A. Un solo dubbio si è insinuato nella mente dell’attaccante: “Essendo italiano e avendo vissuto in Puglia per me essere qui è una cosa normalissima. Lui è argentino, la prima domanda che gli ho fatto è stata: ‘Ma come ci sei capitato a Barletta?’ Tutto avrei pensato nella vita tranne di giocare con lui in questo periodo”.
La Serie D è la categoria che ora l’ex Lecce deve affrontare con i biancorossi. L’argomento però non solletica minimamente la voglia e la tenacia del giocatore: “Il calcio è organizzazione, che sia professionismo o dilettantismo. Cambia la fisicità, la qualità e si fanno meno errori. Ma l’obiettivo rimane lo stesso: vincere”.
“Mi sento bene, giocare a San Siro è stato bellissimo”
Diverse annate sfortunate causa infortuni hanno complicato la carriera di Marilungo. Ma come sta ora l’attaccante: “Mi sento bene fisicamente ma non sono ancora al top. Non mi allenavo da quasi tre mesi e sono a Barletta da due settimane o poco più. Non sono state delle annate positive le ultime disputate ma a Recanati sono stato bene. Ci sono i brutti momenti, come nella vita. Se non segni per due domeniche la gente già dimentica quello che hai fatto“.
“Per un tifoso milanista come me giocare a San Siro è stato bellissimo. – chiude il classe 1989 – Sono contento della carriera che ho fatto anche se non sempre le cose sono andate come mi aspettavo. Rimarranno dei bei ricordi ma ora penso al presente. Ho ancora tanta passione per questo sport, ricordiamo che questo è un gioco e tale deve essere, bisogno affrontare il tutto con più serenità”.