Luigi Pavarese si è dimesso da Direttore dell’area tecnica del Barletta. E’ successo nella mattinata dell’11 ottobre con l’ex Napoli e Afragola che ha ufficialmente rassegnato le dimissioni verso l’ora di pranzo. A spiegare il perché della decisione lo stesso Pavarese tramite una lunga lettera rivolta a tutta la piazza di Barletta. Qui di seguito vi riportiamo integralmente la nota.
“Arriva per tutti un momento in cui il tempo sembra fermarsi e si resta sospesi in un presente indefinito e dilatato”. Esordisce così l’ex dirigente biancorosso. “È quello che provo mentre a pochi mesi dal mio arrivo già saluto Barletta ed il Barletta, la città e la sua gente affettuosa e accogliente. La Società guidata dal Presidente Mario Dimiccoli e dai suoi più stretti collaboratori. L’intero gruppo Squadra, dal mister Ginestra ai calciatori, dallo staff tecnico al magazziniere Michele (vera anima del Barletta), ai fisioterapisti e massaggiatori, all’intero staff sanitario e a tutti coloro che lavorano nell’ ombra. Naturalmente i tifosi, che per il Barletta vivono e soffrono restando sempre fedeli ai colori biancorossi. Oltra alla stampa, che affianca e sostiene il lavoro della Società”.
“Se non è facile entrare e farsi accettare in una Società dal nobile passato, è altrettanto difficile salutare e andare via, perché mentre il passato anche recente preme alle nostre spalle e il futuro si nasconde facendosi beffe di noi, è il presente che appunto si dilata all’ infinito e mi tiene sospeso a pensare. Non solo alla programmazione avviata e che mi trovo costretto a interrompere. Non solo al quotidiano e incessante lavoro con la Squadra e l’ allenatore. Non solo al disegno generale avviato con il Presidente e da lui avallato, apprezzato e valorizzato. No, penso anche al mio bagaglio professionale. A quel che ho imparato dalle sconfitte e dai successi – più dalle prime che dalle seconde – a quanto ho immagazzinato grazie ai rapporti umani che nel tempo hanno irrigato e fatto fiorire il mio giardino professionale, al cammino percorso e ai piccoli grandi traguardi raggiunti. Uno su tutti e prima di tutto: la DIGNITÀ”.
“Anzi, meglio, il rispetto per se stessi, l’ orgoglio di non aver mai abbassato la testa o piegato la schiena davanti a niente e nessuno. E questo prezioso piccolo tesoro di esperienze ed esperienze ho il dovere di rispettarlo e proteggerlo. E’ per questo che oggi vi saluto, gente e tifosi di Barletta. Perché come è giusto (e come è stato) io ho subito rispettato i vostri colori, le vostre bandiere, la vostra memoria, la vostra storia, così è giusto anche che vengano rispettati i miei valori, la mia dignità umana e professionale, la mia storia. Perché si può cercare di cambiare ciò che si è per rendere migliore ciò che si diventerà, ma non si può né mai si potrà cambiare ciò che si è stato e si è costruito. La nostra natura e con essa la nostra dignità, anche volendo, non scendono a patti e dunque non sono in vendita“.
Arriva anche nella lettera il momento dei saluti che l’ormai ex dirigente vuole rivolgere ad ogni componente dell’ambiente barlettano.
“Oltre ai saluti, sono indispensabili e indifferibili i ringraziamenti. A chi ha lavorato con me, tanti, direi quasi tutti, e a chi invece ha lavorato contro di me, pochi, pochissimi, ma ci sono stati.
Ringrazio innanzitutto Mario Dimiccoli, il Presidente, che mi scelto, mi ha messo in condizione di lavorare bene, mi ha sostenuto, mi ha affiancato, mi è stato fin troppo vicino. A lui auguro tutte le fortune professionali e sportive, anche alla luce delle sue tante e grandi e variegate competenze. Poi ringrazio la Squadra. Il lavoro di Ciro Ginestra, l’attaccamento dei calciatori e la loro partecipazione alle vicende societarie, sincera e disinteressata, a parte forse qualche eccesso di qualcuno che ha preferito saltare le mediazioni. Ringrazio tutte le persone che si muovono dietro le quinte, accanto alla Società e con il lavoro rendono possibile questo sogno che chiamiamo calcio”.
“Un grazie gigante ai tifosi. Sono loro il motore e insieme il combustibile del Barletta, sono loro che portano avanti la storia e custodiscono la memoria della Squadra e della Città tutta. Difficilmente dimenticherò lo sventolare delle bandiere biancorosse e il tumulto delle passioni. So bene che la passione non sempre va a braccetto con la ragione, ma la ragione ha però la forza di comprendere e perdonare gli eccessi della passione. Ringrazio infine i giornalisti che seguono e sostengono il Barletta, anche loro costantemente impegnati a tenere alto il nome di Città e Squadra attraverso un quotidiano lavoro di analisi e critica, quest’ ultima quasi sempre costruttiva e talora meno.
Mi fermo qui. Vi porterò tutti sempre con me, nel mio cuore e nei miei pensieri, e ogni sorriso biancorosso sarà d’ora in poi anche il mio. Sottolineando che lascio per il bene di Barletta e del Barletta non avendo mai cercato o inseguito il successo personale. Del resto come scrive Woody Allen : “L’ottanta per cento del successo è nel saper apparire “. Ed io anteponendo gli altri a me stesso, non ho mai saputo apparire”.