La Battipagliese è una delle tante nobili decadute vogliose di tornare nel calcio che conta. Ma per farlo ci vogliono le strutture, cosa che attualmente il club bianconero non possiede. La società è infatti attualmente al piede di guerra contro le istituzioni per risolvere la grana stadio. Il club bianconero, ripartita lo scorso anno dalla Seconda Categoria, con vittoria del campionato e annessa promozione ha infatti richiesto a gran voce aiuto.
Alcuni giorni addietro molte testate giornalistiche davano per fatta la chiusura dell’accordo da parte della Battipagliese al fine di utilizzare l’impianto sportivo di “Macchia” per gli allenamenti e del “Pastena” per le gare ufficiali. Ma a smentire questa “fake news” ci ha pensato il club bianconero sui social.
“Rimaniamo interdetti e sbigottiti. L’unica soluzione proposta dagli organi competenti è quella di giocare le gare interne al “Pastena” di Battipaglia il sabato pomeriggio. Nient’altro di più. Tutte queste fuga di notizie non fanno altro che remare contro i reali interessi di questa nuova società. Vogliamo tornare nel calcio che conta, ma per far ciò bisognerebbe ci fosse unione d’intenti tra istituzioni, cittadinanza e carta stampata, affinchè questi percorrano tutte la stessa strada. Come società rimaniamo alla finestra per eventuali soluzioni condivise tra le parti per far restare la Battigliese a Battipaglia, in caso contrario saremo costretti ad emigrare altrove“.
Il neo patron della Battipagliese, Massimiliano Corrado, è pronto a tornare con il club nel calcio che conta:
“La scelta di diventare Presidente è figlia di una vecchia passione che ho per il calcio e che condivido con alcuni amici storici. Per quanto riguarda quest’anno, inutile nasconderci, la Battipagliese dovrà disputare un campionato di vertice e stupire nei prossimi anni. A tal proposito vogliamo creare un vivaio bianconero affinchè la prima squadra possa attingere da questo. Ai tifosi mi preme dire di sostenerci come hanno sempre fatto e noi, da battipagliesi quali siamo, onoreremo questi colori e questa maglia“.
Articolo a cura di: Filippo Ferrante