Bisceglie, Rufini: “Ho ritrovato i ragazzi col morale a terra. Dobbiamo lavorare creando entusiasmo”
Il primo passo è stato compiuto subito, il Bisceglie non ha proprio voglia di scendere di categoria per la seconda volta consecutiva, dopo la retrocessione dalla Serie C dello scorso anno. La stagione non è partita per il verso giusto, vista la scarsa vena realizzativa mostrata nella prima parte di stagione, sotto la guida dell’allenatore Danilo Rufini.
Dunque scoppiò un vero “terremoto” in società, da cui anche l’allenatore ne uscì coinvolto. Dopo le dimissioni di Rufini, il Bisceglie decise di affidare la panchina al tarantino Michele Cazzarò, che però, dopo otto gare, è stato esonero a sua volta. Da qui, la decisione della società nerazzurrostellata: ripartire da Danilo Rufini.
Rufini ritorna al Bisceglie: “Ho trovato i ragazzi demotivati…”
Sotto Cazzarò la squadra non è riuscita a risollevarsi: è arrivata una sola vittoria, con quattro pareggi e tre sconfitte assieme all’allenatore tarantino. “Ho trovato una squadra demotivata al mio ritorno qui – ha esordito Rufini, parlando a SerieD24. Il gruppo è sempre stato buono. Lo avevo creato io d’altronde, è normale che credessi nella forza di questo gruppo. Per la gara con la Mariglianese ho lavorato sulla testa, perché i miei li ho ritrovati moralmente a terra. Dopo questi pochi giorni di allenamento sono riuscito a motivarli, a dialogare con loro e ho ottenuto una risposta ottima. Sono stati tre punti fondamentali, perché la classifica in zona salvezza si è accorciata tantissimo. C’è pochissimo scarto tra le squadre salve e quelle direttamente retrocesse: dobbiamo solo lavorare“.
Il Bisceglie, finora, ha materializzato una stagione sotto le aspettative dei suoi tifosi, desiderosi di ritornare subito in C, passando pure per un girone H complicatissimo. “Nelle prime 18, quando abbiamo fatto solo 18 punti, avevamo un problema in fase realizzativa, mentre difensivamente eravamo ottimi. Di fatto, però, ce la giocavamo sempre con tutti e strappavamo anche molti pareggi per questo motivo. Dal mercato, magari, si sarebbe potuti intervenire subito meglio sul reparto offensivo, almeno secondo quanto dicono i numeri. Fortunatamente dopo le mie dimissioni sono stati acquistati attaccanti ottimi, come Sandomenico, Urquijo… Secondo me la difficoltà iniziare era quella, adesso ritorno e vedo una rosa migliorata, dobbiamo solo giocarcela con tutti, senza guardare in faccia a nessuno. Sono fiducioso“.
“Lavorare creando entusiasmo” è la chiave del successo
Obiettivo, dunque, lavorare sulla testa, principalmente: “Già con la Mariglianese bisognava lavorare sulle motivazioni di questa squadra, i ragazzi avevano bisogno di sentirsi dire da qualcuno quanto sono forti, cioè la verità. Il calcio è uno sport dove l’equilibro alle volte viene a mancare, una squadra è vincente innanzitutto se è equilibrata. Questo gruppo ha voglia di dimostrare il suo valore, di essere sano. La squadra per me è validissima, se si ritrova la serenità possiamo giocarcela con chiunque. Un particolare a favore nostro è che le idee tattiche già erano presenti, siccome allenavo già io a inizio stagione quasi tutti i calciatori che abbiamo“.
“Sia da calciatore che da allenatore ho sempre conosciuto un solo modo di fare bene le cose: lavorare creando entusiasmo, eliminando ogni forma di negatività. I giocatori, più sono sereni, più giocano in campo con la giusta testa. La mia forza e bravura è sempre stata tirare fuori la forza e la motivazione giusta da ciascuno. Io ho fiducia nei miei ragazzi, cercherò di tirare fuori il meglio da loro e di ridare certezza e sicurezza nelle loro capacità“, ha chiuso Rufini, il nuovo (di nuovo) allenatore del Bisceglie.
Intervista a cura di Lorenzo Gentile.