Daniel Boloca sulla Serie D: “La gavetta mi ha permesso di arrivare qui pronto”
Il Sassuolo ha ufficializzato da poco tempo il suo nuovo acquisto: Daniel Boloca. Nato a Chieri ma di origine rumena, il nuovo centrocampista neroverde classe 1998 ha un passato anche nei dilettanti. In Serie D, infatti, conta 45 presenze, accompagnate da 5 gol e un assist, compiuti con le casacche di Romanese, Pro Sesto, Francavilla e Fossano. Inoltre suo fratello Gabriel, ex Seregno e Chieri, è un nuovo calciatore dell’Albenga.
Cresciuto nelle giovanili della Juventus, in cui trascorre ben sei anni, Boloca dice di aver imparato molto sia a livello sportivo che a livello umano. Successivamente, dopo una breve parentesi di un solo anno nella Primavera del Chieri, passa in Slovacchia al Slogan Liberec e poi al Tartan Preso.
A malapena maggiorenne, nel 2017 torna in Italia e gioca nelle giovanili della Romanese, con cui riesce anche ad esordire in prima squadra, proprio nel massimo campionato dilettantistico, e a fare un gol. Da qui inizia la sua esperienza in Serie D: acquistato dalla Pro Sesto nel 2018/2019, veste anche le maglie di Francavilla e Fossano. Successivamente, grazie al direttore Angelozzi, compie il doppio salto di categoria, venendo acquistato dal Frosinone in Serie B, e infine dal Sassuolo.
Le parole di Boloca sulla sua esperienza in Serie D
Nell’intervista di presentazione ai microfoni del Sassuolo, il neo acquisto neroverde Daniel Boloca ha raccontato la sua carriera, e nel farlo non ha potuto che citare anche la sua esperienza tra i dilettanti. Ecco le sue dichiarazioni.
“È stato un periodo molto formativo quello in Serie D. Comunque ripartire dai dilettanti e rimettersi in gioco non è mai semplice, però penso che sia stata una cosa importante, perché la gavetta permette di arrivare pronti quando si riesce a fare il salto di categoria. Per me sono stati anni importantissimi quelli passati nei dilettanti”.
Successivamente Boloca ha parlato anche del suo rapporto con Angelozzi, che gli permise il doppio salto di categoria ai tempi del Fossano. “Ringrazierò sempre il direttore Angelozzi. Quando mi arrivò la chiamata dallo Spezia, proprio da Angelozzi (anche se il trasferimento non si concretizzò mai, e avvenne, sempre con il direttore, ma al Frosinone), ero quasi incredulo, perché fare un salto di due categorie è una cosa che uno sogna. Per me poter arrivare in Serie B, partendo dai dilettanti e senza fare la Lega Pro era qualcosa di inimmaginabile. Ero emozionantissimo e super contento. Ci ho sempre sperato e ho sempre basato tutto quanto sul duro lavoro e sulla dedizione. Per me è la base per poter poi fare qualcosa di importante“.