Fanfulla, la cura Bonazzoli funziona: l’ex attaccante di Samp e Reggina racconta le sue prime settimane a Lodi
Dopo una prima parte di stagione molto complicata per il Fanfulla, sotto la guida di Omar Nordi, è arrivato l’ex attaccante di Serie A – oggi allenatore – Emiliano Bonazzoli a sistemare le cose. Da inizio gennaio alla guida del “Guerriero”, dopo un iniziale periodo di assestamento, dove sono arrivate altre due sconfitte, la squadra lodigiana ha messo in fila quattro vittorie.
Prestazioni convincenti che hanno portato il Fanfulla da 18 punti a 30 punti. Vale a dire: dal terzultimo posto a un punto dalla zona retrocessione all’ottavo posto a più quattro dalla zona play-out. Rendimento niente male, che rilancia le sorti e le ambizioni di una squadra che, nel girone B dello scorso anno, arrivò seconda dietro il Seregno promosso in C e che sfiorò la promozione tramite play-off, perdendo solo in finale.
Il semplice “segreto” da cui è ripartito il Fanfulla di Bonazzoli
Emiliano Bonazzoli, a SerieD24.com, ha parlato di queste sue prime, proficue settimane da allenatore del Fanfulla, spiegando come sia riuscito a risollevare prontamente i bianconeri dalla loro preoccupante situazione di classifica: “Fino a l’altro ieri non ho guardato la classifica e dicevo ai miei ragazzi di non farlo. Sapevamo di essere nelle sabbie mobili e fare conti o pronostici non serve a niente in queste situazioni. Gli ho detto: «Testa bassa, alleniamoci e lavoriamo, poi faremo i conti fra 10-12 partite»“.
“Penso di aver portato un po’ di tranquillità – ha continuato Bonazzoli. Quello che ho notato in questa squadra è stata la grande voglia di giocare la palla, che ho cercato di alimentare. Ho cercato di lasciare libertà totale di azione ai miei giocatori, applicando giusto due o tre concetti di base“.
“L’obiettivo resta la salvezza”
Dicevamo, rendimento molto diverso quello del Fanfulla di quest’anno, rispetto a quello visto la passata stagione. “Credo solo che tra l’anno scorso e adesso siano cambiati gli obiettivi, visto che ci sono stati anche tanti cambi in rosa – ha ipotizzato l’allenatore. Una squadra ben collaudata come quella sicuramente cercava i play-off se non la promozione diretta, mentre noi badiamo a trovare una salvezza tranquilla. Queste stesse quattro vittorie consecutive non cambiano il nostro obiettivo, siamo concentrati solo sul lavoro, tentando di raggiungere la salvezza quanto prima“.
Il ritorno al maschile dopo l’avventura al femminile: “Il calcio è calcio, ovunque”
Prima di arrivare a Lodi come nuovo allenatore del Guerriero, Bonazzoli ha lavorato come collaboratore tecnico per il Renate di Aimo Diana (oggi allenatore della Reggiana, ndr). Prima ancora, però, l’ultima esperienza da primo allenatore è stata divisa a Verona, prima con il Chievo poi con l’Hellas… femminile. “Tra femminile e maschile non c’è differenza per un allenatore: allenare vale sempre allenare, qualunque sia il gruppo che devi gestire. La vera differenza che passa fra il calcio maschile e quello femminile si può dire sia semplicemente biologica: le donne hanno meno forza o rapidità degli uomini, magari, ma ciò non cambia davvero nulla, si deve calcolare al massimo un tempo di gioco in meno rispetto al maschile.
“Per fare un esempio concreto: è più facile chiedere un lancio lungo di 60-70 metri nel calcio maschile rispetto al femminile, ma il calcio è calcio ovunque e comunque. Tra l’altro, sono molto contento che il femminile stia diventando molto più competitivo e che sia arrivato a vedere il professionismo“.
Gli insegnamenti da ex attaccante e i modelli da seguire da allenatore
Tornando alla sua attuale avventura, riuscire a trasmettere gli insegnamenti appresi dopo tante presenze e tanti gol in Serie A con le maglie di Sampdoria, Reggina, Parma, Fiorentina e non solo, sarà uno degli obiettivi stagionali (personali) di Bonazzoli allenatore. “Da quando sono arrivato qui ho cercato di trasmettere il giusto atteggiamento ai miei ragazzi. Atteggiamento in campo e in allenamento, perché se ti alleni al 100% in partita poi dai il 100%. In generale alla squadra ho chiesto questo e sto notando miglioramenti. Poi, le mie esperienze più dirette da ex Serie A le passo un po’ più agli attaccanti, giustamente. Cerco di correggerne i movimenti, di farli stare sempre rivolti verso la porta. È vero che il calcio sta cambiando rapidamente, sia nei tatticismi che nei ritmi. Vedi Gasperini, che con l’Atalanta ha fatto un lavoro impressionante e ha portato il suo modo di giocare, a viso aperto, nel calcio europeo. Ai miei tempi le squadre, soprattutto le medio-piccole, magari erano più attendiste“.
Bonazzoli però non segue solo l’esempio di Gasperini per migliorare come allenatore: “Sicuramente lo seguo per quello che ha fatto. È vero che anche noi giochiamo con il suo modulo, con la difesa a tre, ma lo faccio soprattutto in base alle forze che posseggo in squadra, non perché sono prettamente un gasperiniano (ride, ndr). L’anno scorso ho fatto una grandissima esperienza con Aimo Diana, che ora è primo in C con la Reggiana. Poi ho cercato di prendere spunto anche da chi ho avuto io stesso come allenatore, anche nelle serie minori, come anche Venturato ad esempio, ma cerco sempre di prendere spunto da tutti gli allenatori, non solo da uno in particolare“, ha chiuso Emiliano Bonazzoli.
A cura di Lorenzo Gentile.